Nel 1936, Opel presentava la Kadett: uno dei nomi più longevi nella storia dell’auto, sinonimo di un grande successo perpetuato per oltre mezzo secolo.
La Crisi del ’29 travolse l’economia mondiale con strascichi deleteri che si protrassero durante la prima metà degli anni 30. Per Opel, la seconda metà del decennio fu invece un periodo di grande fermento. Nel 1935, con 100.000 vetture prodotte l’anno, la Casa di Rüsselsheim si configurava come la più grande industria automobilistica tedesca. In quell’anno, Opel presentò due modelli di grande importanza, la Olympia e la P4: entrambe avrebbero influenzato la gamma Opel degli anni a venire, a partire dalla fortunata Kadett.
Le origini. La Opel Olympia fu la prima automobile tedesca prodotta in serie ad essere dotata di una scocca portante in acciaio. Inizialmente, la vettura venne equipaggiata con un motore di 1,3 litri da 26 CV ed ottenne ottimi risultati commerciali: nel biennio 1936-37 la produzione ammontava a 80.000 esemplari, venduti ad un prezzo di 2.500 marchi.
Se la Olympia incarnava l’idea della modernità, la Opel P4 era invece un modello molto essenziale. Il suo motore era un quattro cilindri da 1,1 litri. Punto di forza della P4 era il prezzo, incredibilmente basso, di 1.650 marchi poi ulteriormente ridotto a 1.450 marchi. La P4 era una valida utilitaria e rispondeva alla domanda dell’auto per tutti che si inseriva nel contesto della prima motorizzazione di massa: un progetto su cui stavano lavorando tutti i principali Costruttori.
Un’annata da ricordare. La Opel Kadett sintetizzava i principi cardine dei due modelli del ‘35: dalla Olympia ereditava la modernità stilistica e la scocca autoportante, mentre dalla più economica Opel P4 riprendeva il concetto utilitaristico, a partire dal piccolo motore 1,1 litri.
La Opel Kadett venne presentata in anteprima il 4 dicembre 1935, un anno cruciale per la Opel, che si concluse con 120.293 automobili all’attivo. Un record che le consentì di affermarsi come la maggiore industria europea del settore. Compatta e leggera, la Kadett era disponibile come berlina due porte o cabriolet, riservate al mercato tedesco. La berlina con quattro porte, incernierate ai montanti esterni, era riservata all’esportazione.
Lo stile. La linea, che oggi potremmo definire “due volumi”, richiamava quella della più grande Opel Olympia: i parafanghi anteriori e i fari erano parzialmente integrati nella carrozzeria, i finestrini anteriori erano dotati di un comodo deflettore, il bagagliaio all’esterno ed integrava la ruota di scorta. L’ampia griglia del radiatore era più verticale e si inseriva in modo più armonico nel layout del frontale. Questa era poi divisa da una modanatura cromata con la scritta “Opel Kadett”. Sopra di essa, in corrispondenza del cofano motore, spiccava la riproduzione stilizzata di un dirigibile Zeppelin: un fregio che celebrava il progresso tecnologico tedesco e che in quegli anni accompagnava tutti i modelli a marchio di Opel.
La gamma Kadett. Il propulsore era un 4 cilindri in linea di 1.073 cc a corsa lunga e con distribuzione a valvole laterali, capace di 23 CV. L’unità, disposta longitudinalmente all’interno del vano, trasferiva il moto alle ruote posteriori tramite un cambio a tre marce. La sospensione anteriore era indipendente tipo Dubonnet con molle elicoidali incapsulate, mentre quella posteriore era a ponte rigido con balestre longitudinali semiellittiche. L’impianto frenante si avvaleva di quattro tamburi a comando idraulico, alloggiati all’interno di ruote in acciaio da 16″. Con queste specifiche, la Opel Kadett si muoveva agilmente nell’uso urbano e poteva raggiungere una velocità massima di 98 km/h. Molto buono anche il consumo di carburante: la Kadett percorreva 100 chilometri con 7,5 litri di benzina. Il pubblico tedesco accolse molto bene la Opel Kadett, che era proposta ad un prezzo molto concorrenziale: solo 2.100 marchi indipendentemente dalla versione, berlina due porte o cabriolet. La berlina quattro porte era disponibile solo per l’export.
Secondo atto. Nel 1938 Opel presentò una variante rinnovata della Opel Kadett: la seconda serie manteneva la stessa meccanica della precedente, ma le linee più arrotondate la avvicinarono maggiormente alla sorella maggiore, la Olympia, disponibile con un nuovo motore da 1,5 litri dotato di valvole in testa.
La nuova Opel Kadett era riconoscibile per la mascherina arrotondata lateralmente, caratterizzata da quattro elementi cromati trasversali ed uno verticale. Nuovo anche il logo, con il nome Opel in alto, al centro della mascherina, mentre Kadett era scritto in verticale al centro di uno scudo smaltato. La gamma si articolava ora su quattro diverse versioni. Il modello d’accesso era sempre la berlina a due porte, proposta a soli 1.795 marchi: un’alternativa più che valida all’economica P4, da poco uscita di produzione. Più in alto c’erano invece le berline “Special” a due e quattro porte (al prezzo rispettivamente di 2.100 e 2.350 marchi). Più curate nell’allestimento, erano riconoscibili esternamente per i copriruota, paraurti e modanature laterali cromate. Non mancava ovviamente la versione cabriolet, proposta a 2.150 Marchi.
Lunga vita alla Kadett! Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel 1940 Opel non potè celebrare appieno il traguardo della milionesima automobile prodotta, una prestigiosa Kapitan. Inoltre, nell’ottobre dello stesso anno, la produzione automobilistica venne interrotta per dare priorità alla fornitura bellica. Intanto dallo stabilimento di Rüsselsheim erano già uscite 107.608 Kadett, l’ultima delle quali costruita nel maggio del 1940. In soli quattro anni la nuova utilitaria aveva già conquistato più del 10% dell’intera produzione Opel. Dopo la Guerra, la Casa tedesca ripropose il nome Kadett su una fortunata progenie, che in cinque generazioni riuscì ad esprimere il grande potenziale rimasto inespresso con il modello originale confermandosi come uno dei maggiori successi targati Opel.