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Piccole bombe francesi: Peugeot 205 GTI, un nome, una garanzia

Ci sono auto che mettono d’accordo tutti, che riescono a evocare e, allo stesso tempo, travalicare il tempo. Una di loro è senz’altro la Peugeot 205 GTI che, alla voce “piccole sportive”, merita un capitolo intero, tale è stato l’impatto sul mercato a partire dal 1984, anno in cui viene presentata con un coraggioso millesei aspirato da 105 cavalli. In un’epoca in cui il turbo era diventato la scorciatoia privilegiata per arrivare alle prestazioni.

Danza tra le curve. Rispetto alla 104 ZS che l’aveva preceduta, la 205 GTI rappresenta un enorme salto in avanti, sia per quanto riguarda il design sia dal punto di vista dello spazio interno e della meccanica: sospensioni a schema MacPherson all’avantreno e a ruote indipendenti con bracci longitudinali in coda saranno uno dei segreti della sua (anche troppo elevata) maneggevolezza, raggiunta grazie a uno sterzo molto pronto, più adatto a piloti esperti, e a un cambio rapido, con una corretta spaziatura dei rapporti. Alla voce sensazioni di guida, quindi, la 205 GTI fa bingo, regalando la possibilità – a chi se lo può permettere – di danzare tra le curve sfruttando un telaio vivace.

Prestazioni brillanti e look senza eccessi. La GTI 1.6 è poi indubbiamente veloce, tocca i 190 km/h e impiega 9 secondi e mezzo per raggiungere i 100 km/h da fermo: performance che richiedono freni a disco anteriori autoventilanti e cerchi di lega da 14 pollici, con un disegno che ha fatto epoca. Per distinguerla dalle versioni normali bastano altri piccoli e sobri dettagli, come le placchette di plastica sul montante posteriore che riportano cilindrata e scritta GTI, i fendinebbia, la striscia rossa che corre lungo tutta l’auto e i passaruota allargati.

Cresce la 1.6 e arriva la 1.9. Tempo due anni e nel 1986 la Peugeot aggiunge un po’ di pepe al 1.580 cm³ a 8 valvole, mediante un albero a camme più spinto e altre modifiche che portano la potenza a 115 CV, ma senza stravolgere la ricetta vincente del modello. E poi nell’autunno sbarca la GTI 1.9 da 127 CV, che si riconosce esternamente per i ben noti cerchi di lega da 15” e per la sigla 1.9 sulla placchetta. All’interno, il volante a tre razze è rivestito di pelle, la leva del cambio è specifica, alzacristalli elettrici e chiusura centralizzata sono di serie. Arrivano i freni a disco anche sull’asse posteriore e le sospensioni hanno una nuova taratura, perché ora la GTI 1.9 tocca i 206 km/h e, soprattutto, scende a 7,8 secondi sullo 0-100 km/h. Se per i puristi la GTI 1.6 da 115 CV resta quella più equilibrata e rappresentativa dell’indole della vettura, per molti la 1.9 è il culmine dell’evoluzione stradale del progetto, certo, senza considerare la Turbo 16.

Oggetto (perenne) del desiderio. Nel 1992, quando la versione 1.6 esce dal listino, resta una GTI 1.9 in versione depotenziata da 120 CV, con catalizzatore. Nel frattempo, la Peugeot offre in gamma anche la 106 nelle sue versioni sportive (e nel tardo 1993 arriverà anche la potente 306 2.0 S16), che rappresentano alternative più moderne. Nel momento in cui la carriera si chiude ufficialmente, la 205 GTI entra immediatamente nel mito, con migliaia di appassionati che si rifiutano di vendere i loro esemplari. Il che la rende un oggetto raro, tanto che oggi bisogna essere pronti a investire 15 mila euro per una 1.6 GTI in perfette condizioni e ben 27 mila nel caso della millenove.

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