Nei suoi primi due anni di vita la Citroën Visa (nata nel 1978) è una sorta di brutto anatroccolo: scarso successo di vendite e design del frontale che non convince, mentre è ancora vivo il trauma della recente acquisizione del Double Chevron da parte di Peugeot, che si è abbattuto sulla già complicata genesi del modello, inizialmente pensato sul pianale della Fiat 127 e poi rivisto più volte in corsa.
Versione da rally. L’erede della Ami finisce invece per utilizzare il pianale della Peugeot 104 e, con il restyling del 1981, che ammorbidisce il “nez de cochon” (naso da maiale) – come impietosamente la stampa francese aveva definito il frontale della Visa -, le vendite raddoppiano. Tanto da convincere la Citroën a giocare la carta di una versione sportiva, sulla scia di quanto fatto da Peugeot con la 104 ZS. La Visa Chrono nasce il 24 marzo 1982 con una serie iniziale – limitata al mercato francese – di mille esemplari ispirati alla Visa Trophée, realizzata in 200 esemplari per competere nei rally di “Gruppo B”. La Chrono a sua volta deriva dalla Visa Super X, che montava il 1.219 cm³ da 64 CV della Peugeot 104 SR.
In Francia ha 93 CV. Lo stesso motore, con un maggior rapporto di compressione, cilindrata aumentata a 1.360 cm³ e due carburatori doppio corpo Solex, arriva a sviluppare 93 CV, sufficienti per uno 0-100 in 10,2 secondi e una velocità massima di 173 km/h. Non sono numeri da strapparsi i capelli, ma la Visa Chrono compensa con il look: paraurti anteriore dal disegno specifico con presa d’aria centrale e dotato di fendinebbia, passaruota rivettati, spoiler posteriore, cerchi di lega da 13” dipinti di bianco e una sgargiante livrea da corsa con i colori della bandiera francese.
In Italia sono solo 80. Nel 1983, visto il successo della prima serie, vengono prodotte altre 1.650 Visa Chrono, questa volta destinate anche agli altri mercati europei, con le livree personalizzate nei colori delle rispettive bandiere nazionali: in Italia ne arrivano 400, con una spiacevole sorpresa, in quanto viene scelto il motore della Visa GT con potenza ridotta a 80 CV. Un’altra differenza con i modelli transalpini è la presenza di pneumatici leggermente più stretti, ovvero 165/70 13 al posto dei 175/70 13. Va detto che pure le prestazioni, giocoforza, risultano leggermente inferiori, con una velocità massima di 168 km/h e lo 0-100 in 10,9 secondi.
Posto guida da rally. Fortunatamente gli interni rimangono gli stessi, anche perché sono un piccolo monumento alla sportività anni 80. Il cruscotto rettangolare racchiude infatti uno dei quadri strumenti più belli mai visti su una “piccola”, con quattro quadranti analogici circolari Jaeger, che includono anche l’indicatore pressione olio e, sulle versioni francesi, al posto dell’accendisigari, la temperatura del liquido di raffreddamento, mentre il livello carburante e la carica della batteria si trovano nel prolungamento della plancia. Il tutto con spie colorate deliziosamente disseminate a caso. Il volante è a tre razze forate e i rivestimenti sono di un azzurro molto sgargiante, mentre i sedili anteriori sono a guscio, con appoggiatesta integrato. Varrebbe la pena di scovare una Chrono anche solo per godere di questo cockpit che sprizza rallismo verace: peccato che siano pochissime quelle sopravvissute e che le richieste arrivino a superare i 12 mila euro.