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Piccole bombe inglesi: Mini Cooper S JCW

Cooper: un nome che, dalla F.1 ai rally – in quest’ultimo caso, in accoppiata con la Mini – ha sempre rappresentato la sportività senza compromessi di puro stampo britannico. Proprio per questo la BMW, proprietaria del marchio, decide di celebrare il rinnovato rapporto di collaborazione allestendo kit di potenziamento speciali, e dando vita così alla Mini Cooper S John Cooper Works.

Un kit da 200 CV. Già la Cooper S, forte del compressore volumetrico e di 163 CV (poi 170 CV), non difetta di potenza: poi, si sa, nel 2004 viene lanciata sul mercato  la John Cooper Works (JCW), che interviene in profondità sul propulsore. Vengono migliorati i condotti di scarico della testata, cambiato il filtro dell’aria, rimappata la centralina e sostituito il compressore con uno più performante; inoltre, la linea di scarico originale viene sostituita con una d’acciaio inox con terminale cromato. Risultato, la potenza passa a 200 CV e le prestazioni ne beneficiano sensibilmente, con lo 0-100 risolto in 6,7 secondi e la velocità massima che tocca i 226 km/h.

Costoso, ma efficace. Il kit, inclusa l’installazione, ha un costo di circa seimila euro, una cifra decisamente importante, ma i proprietari, in compenso, possono “pavoneggiarsi” con la copertura della testata firmata “JCW” e, senza dover aprire il cofano, con le placchette specifiche sulla carrozzeria. Oltre a essere garantito dalla BMW, il kit prevede un certificato di autenticità, ma non include modifiche per quanto riguarda assetto, freni o altri particolari atti a supportare l’aumento delle prestazioni. Nella prova di Quattroruote dell’agosto 2004, messa alla frusta sul circuito di Vairano, veniva caldamente consigliato di optare per i cerchi da 17”, omologati, per contenere, grazie anche alla gommatura più generosa, l’esuberanza della Cooper S così modificata.

Dopo il restyling tocca i 230. Come riconoscere una Mini sulla quale, presumibilmente, il primo proprietario ha pensato bene di farsi un regalo? Da alcuni dettagli, come per esempio il terminale di scarico che dovrebbe avere inciso la scritta “JCW” al proprio interno, oppure un adesivo sulla ECU che dimostra che la centralina è stata aggiornata con il nuovo software. Non esistono dati ufficiali sul numero di kit venduti, ed è assai probabile che non siano molte le prime Cooper S italiane a esserne dotate, anche perché, di lì a poco, sarebbe arrivata un’evoluzione del kit destinata alla versione restyling del 2005. I cavalli arrivano a 211, lo 0-100 scende a 6,5 secondi e con 230 km/h si vola per davvero.

Il top è la GP. Mai dire mai, invece, perché nell’estate 2006 arriva una versione speciale, denominata “GP”, allestita in Italia dalla Bertone: solo 2.000 esemplari con vistoso alettone di carbonio, due soli posti (c’è una barra di rinforzo al posto della panchetta), colore speciale Thunder Blue e tetto argento, più specchietti rossi. Con l’1.6 sovralimentato che arriva a 218 CV e più leggera di 40 kg, la Mini JCW GP raggiunge i 240 km/h, con lo 0-100 che scende a 6,3 secondi. È di certo la versione più ambita, mentre la Cooper S JCW di cui parlavamo prima si trova fra i dieci mila e i quindici mila euro, a seconda che le condizioni dell’auto siano, rispettivamente, buone oppure ottime.

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