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Piccole bombe italiane: Autobianchi Y10 GT, la sorella dimenticata

Nel febbraio del 1989 l’Autobianchi sottopone la Y10 a un restyling, intervenendo principalmente sugli indicatori di direzione, che vengono resi bianchi anteriormente e fumé al posteriore. Ma la novità maggiore è rappresentata dalla scomparsa del quattro cilindri da 1.049 cm³, che comporta un destino analogo sia per l’allestimento Touring, sulla quale era presente in versione aspirata, sia per la versione Turbo, dove, ovviamente, era sovralimentato. Nasce così la Y10 GT.

Il turbo passa di moda. Il motivo principale, oltre a un generale disamoramento per il turbo e a una rinnovata attenzione per i motori aspirati, con le varianti 16 valvole in rampa di lancio, è in realtà l’inasprimento delle norme antinquinamento, che in alcuni Paesi europei (come Svizzera, Austria e Germania) aveva già determinato la sostituzione della Y10 Turbo con la 1.3 i.e. cat dotata di un 1.297 cm³ prodotto in Brasile, con iniezione elettronica multipoint Bosch e 72 cavalli. Non è lui però a equipaggiare la Y10 GT, che subentra nel listino Autobianchi come versione sportiva e top di gamma.

Più lenta sullo 0-100. Il prescelto è sempre un motore di produzione brasiliana, un 1.301 cm³ da 76 CV a iniezione che, in quanto a velocità massima non ha timori reverenziali nei confronti del parente di minor cilindrata turbocompresso, in quanto permette di raggiungere i 175 km/h. Sullo 0-100, invece, l’elasticità e la fluidità nell’erogazione – che donano un ottimo comfort di marcia alla GT – non vanno d’accordo col cronometro, che infatti segna 11,5 secondi, ben due in più rispetto alla Turbo. Se l’indole del motore aspirato si sposa bene con l’impostazione chic della Y10, gli utenti più sportivi rimpiangeranno la spinta del “mille” più pepato.

Modifiche di dettaglio. A livello estetico le differenze sono minime: il bordino rosso sui parafanghi ora incornicia la griglia anteriore, dove è presente il logo “GT” che, sotto forma di adesivo, si trova anche sul bordo inferiore delle fiancate, prendendo il posto di quello “Turbo”, e sulla targhetta del portellone. Ci sono nuovi copriruota, con i cerchi di lega ancora optional, mentre rimane il terminale di scarico specifico. All’interno, l’allestimento riprende quello della versione LX i.e., con nuove combinazioni della tappezzeria e dei rivestimenti dei sedili. La strumentazione è la medesima della versione che la GT è andata a sostituire, senza, chiaramente, il manometro della pressione del turbo.

Rara, ma poco desiderata. La Y10 GT è praticamente passata inosservata nei suoi – peraltro pochi – anni di produzione (1989-1992), vittima della fama della Turbo e dell’invecchiamento della cellula, di fronte a una concorrenza più moderna, che aveva imparato la lezione per quanto riguarda stile e allestimenti. La Y10 GT, pertanto, è addirittura più rara della Turbo, anche se, per adesso, meno premiata dalle quotazioni degli esemplari circolanti. I quali, in ottime condizioni, si possono trovare infatti attorno ai 7.500 euro, con una non facile previsione riguardo alla possibile, futura valutazione: se si potranno apprezzare ulteriormente, o se rimarranno invece sempre subalterni rispetto alle sorelle sovralimentate, che sono rimaste molto più impresse nell’immaginario collettivo.

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Categorie: Auto
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