Festeggia 30 anni la Fiat Cinquecento Sporting, una delle piccole sportive più amate dagli italiani negli anni 90, palestra per giovani rallysti e capace di donare divertimento a poco prezzo. Le prestazioni pure non sono entusiasmanti, ma c’è quel mix di semplicità e grinta tipico delle piccole torinesi.
Sportiva al giusto prezzo. A due anni dalla sua introduzione sul mercato, nel 1994 la Fiat presenta la versione Sporting della sua citycar che, complice il prezzo contenuto, riscuote un grande successo. Se la Cinquecento normale è un’utilitaria senza pretese, votata al risparmio e dal peso e dimensioni contenute, la ricetta della Sporting non stravolge minimamente queste premesse, puntando su pochi elementi giusti per stuzzicare il pubblico giovane e strizzare l’occhio al mondo delle competizioni.
I cerchi? Come quelli della Uno Turbo. La Sporting, infatti, come recita il dépliant dell’epoca, “…nasce ispirandosi al Trofeo Fiat Cinquecento, moderna palestra per giovani piloti…è giovane e brillante, ha uno stile dinamico e sportivo, ma non perde mai il senso della misura”. Tradotto in soldoni, la Fiat capitalizza la visibilità del monomarca per commercializzare una Cinquecento vitaminizzata che mantiene con impegno quel poco che promette. Per cominciare, paraurti specifici, specchietti in tinta carrozzeria, assetto ribassato di 20 mm e cerchi di lega a quattro razze da 13 pollici – praticamente identici a quelli della Uno Turbo seconda serie -, sui quali sono montati pneumatici 165/55.
Cinture di sicurezza rosse. Nell’abitacolo troviamo sedili anteriori più profilati e il volante – a due razze – rivestito di pelle, così come il pomello del cambio. Nel quadro strumenti minimalista viene aggiunto un contagiri, con zona rossa che parte da 6.000, mentre il tachimetro viene aggiornato con fondoscala a 180 km/h. È presente inoltre un tunnel portaoggetti. Il tocco più racing però proviene da altri dettagli, ovvero le cinture di sicurezza rosse, il terminale di scarico a sezione ovale, brunito, e il pedale dell’acceleratore di lamiera traforata.
54 CV possono bastare. A livello meccanico, invece, la differenza principale sta nell’introduzione del noto Fire da 1.108 cm³ con due valvole per cilindro e singolo iniettore: la potenza massima è di 54 CV e, nonostante il peso di soli 735 kg, lo 0-100 km/h richiede ben 13,8 secondi, mentre la velocità massima di 150 km/h, su una vettura che è lunga 3,22 metri ed è più stretta di una Smart, è più che sufficiente a far battere il cuore. L’impianto frenante rimane quello standard, con freni a disco anteriori e tamburi al posteriore, ma viene aggiunta una barra antirollio anteriore di diametro maggiorato.
Gialla come la Delta Integrale. La Cinquecento Sporting rimane sul mercato fino all’arrivo della omonima Seicento, nel 1998, e le sue forme molto squadrate oggi suscitano ricordi affettuosi in coloro che ne cercano una usata per avvicinarsi al mondo delle auto d’epoca. Il modello non richiede grandi investimenti, siamo tra i 4.300 e i 6.500 euro a seconda che le condizioni siano, rispettivamente, buone o perfette: è ricercata soprattutto nel colore “Giallo Ginestra” – lo stesso della Delta Integrale, anche se il più raro è il nero -, in grado di catturare più di uno sguardo.