Con un design firmato Giugiaro (si dice pensato per la Golf di seconda generazione e rifiutato da Volkswagen) che ricorda anche la Fiat Uno, il telaio basato sulla vecchia Ritmo e motori “made in Germany”, la Seat Ibiza entra nell’arena delle utilitarie sprintose, scegliendo in realtà delle dimensioni che la collocavano a metà strada con una “media” dell’epoca. Con 3,64 metri, infatti, la spagnola offriva una buona abitabilità, ma per essere competitiva con le altre piccole bombe coeve era ben altro quello che doveva sfoggiare.
100 CV firmati Porsche. Dopo quattro anni dal lancio (a proposito, l’Ibiza festeggia 40 anni) viene quindi lanciata una versione con velleità sportive denominata SXi, dove la i indica l’iniezione elettronica Bosch LE-2 Jetronic, per merito della quale il quattro cilindri da 1.461 cm³, sviluppato da Porsche (sulla testata è ben evidente la scritta “System Porsche”, fonte di sostanziose royalties da sette marchi tedeschi per ogni vettura venduta), originariamente da 85 CV, raggiungeva quota 101 CV a 5.900 giri. Niente di eclatante, con prestazioni allineate a quelle di una Ford Fiesta XR2 a carburatori. I numeri parlano chiaro: da 0 a 100 km/h in 10,8 secondi e una velocità massima di 184 km/h.
Un progetto datato. Non è certo il ritratto di un fulmine, nonostante vari accorgimenti come sospensioni più rigide, un assetto ribassato di 12 mm e il cambio manuale a 5 marce con rapporti accorciati per aumentare il dinamismo a fronte di una massa di 925 kg. Dal punto di vista dinamico, il telaio tradisce l’anzianità del progetto e il suo essere un compromesso tra la conclusa era Fiat e la nuova Volkswagen con, soprattutto al retrotreno, l’obsoleta balestra trasversale. Lo sterzo, privo di servoassistenza, nelle prove dell’epoca, non aveva entusiasmato in quanto a precisione, mentre l’impianto frenante, misto dischi-tamburi, faceva il suo dovere.
Sfacciatamente anni 80. È alla voce look però che l’Ibiza SXi ha saputo ritagliarsi il suo spazio, con alcuni elementi distintivi, a partire dai cerchi di lega “millerighe” da 14” con pneumatici 165/65 e dal piccolo spoiler realizzato di gomma dura, posizionato alla base del lunotto. Anche gli accenni di minigonne e i paraurti specifici – quelli anteriori dotati di scenografici fendinebbia gialli -, insieme alla fascia rossa che adorna la carrozzeria e il logo adesivo SXi sui montanti centrali e in coda, concorrono a un’immagine che è un’istantanea della fine degli anni 80.
Poca qualità, tanti accessori. Disponibile solo nera, rossa o bianca, l’Ibiza SXi dimostrava i suoi limiti nell’abitacolo con le plastiche di qualità non eccelsa e il semplice volante a due razze. In compenso, la strumentazione era completa, grazie agli indicatori della temperatura acqua e olio e ai sedili di foggia sportiva, con tappezzeria grigia e rossa, oltre a vari accessori che per la concorrenza erano opzionali e qui venivano offerti di serie. Per esempio, la vernice metallizzata, gli alzacristalli elettrici, la chiusura centralizzata e i sedili posteriori sdoppiabili. La Ibiza 1.5 SXi esce di scena nel 1993 e si può dire che sparisce completamente dalla circolazione, tanto che risulta difficile trovare qualche esemplare sopravvissuto.