La Golf IV, è noto, ha appagato parecchio i clienti normali e molto meno i sostenitori della sportiva GTI. Questo, per via del look poco caratterizzato e del pur potente, ma poco coinvolgente, motore 1.8 turbo. Se già con il VR6 la Volkswagen aveva introdotto un elemento “esotico” nel top di gamma del modello, l’arrivo nel 2002 della Golf R32 rimescola ulteriormente le carte e alza l’asticella fino a un punto cui non si era mai arrivati.
Con il 3.2 ecco il cambio Dsg. La Volkswagen getta le basi della rinascita del concetto di “Golf sportiva” introducendo quella che, per molti, è una delle Golf più riuscite, oltre che un’auto super in fatto di prestazioni. Il merito, fondamentalmente, va al ben noto VR6, qui portato a 3.189 cm³ e che, dotato di nuovi collettori di aspirazione, di valvole più grandi e variatore di fase, sprigiona 241 CV. Abbinato alla nuovissima trazione integrale 4Motion con frizione Haldex, si può scegliere con cambio manuale a 6 marce oppure con l’innovativo Dsg a doppia frizione (con paddle al volante), per la prima volta disponibile in gamma.
Look aggressivo e quasi 250 km/h. La R32 raggiunge i 247 km/h e scatta da 0 a 100 km/h in 6,5 secondi, limiti mai raggiunti prima da una Golf di serie. E, come se ciò non fosse sufficiente, regalando un look decisamente sportivo e personale. Merito principalmente dei paraurti specifici, con quello anteriore dominato da tre ampie e aggressive prese d’aria, per non parlare di quello posteriore, dal quale sbucano due minacciosi scarichi da quasi nove centimetri di diametro e delle minigonne che vanno a raccordare l’insieme. Per finire, lo spoiler posteriore, cerchi di lega da 18 pollici, “avvolti” da pneumatici 225/40 e il logo R32, sia sulla calandra sia sul portellone.
Sedili racing. La Golf R32 si distingue nell’abitacolo per alcune finiture di alluminio del cruscotto (e della pedana poggiapiedi), per i sedili decisamente scenografici grazie ai fianchetti molto pronunciati (e con il logo R ricamato sullo schienale), e per la presenza di serie del climatizzatore automatico. La ricca dotazione della R32 prosegue, oltre alla voce dei fari allo xeno, anche dal punto di vista meccanico, con freni a disco da 334 mm di diametro all’avantreno e 256 in coda, e pinze grandi, verniciate in blu lucido.
Sound coinvolgente e gran tenuta. La R32 riesce a nascondere efficacemente il peso elevato – ben 1.452 kg -, grazie a un assetto granitico e a una tenuta di strada esemplare – senza il temuto sottosterzo -, che permette al conducente di giocare con l’acceleratore per gestire la percorrenza in curva, assecondato da una stabilità a tutta prova. Ma, soprattutto, si può gustare un’erogazione piena e lineare a tutti i regimi, che invoglia a spingere sempre di più. Anche per godere del vellutato e inebriante rombo del 6 cilindri.
Da cercare. All’inizio, il piano prevede di costruirne solo cinque mila, ma il successo è tale da arrivare a dodici mila esemplari, di cui sette mila in Europa. Oggi le R32 IV sono fresche “ventennali” e si trovano sui 22.500 euro, se in ordine. Forse, bisognerebbe farci un pensierino prima che i prezzi salgano.