Verso la fine degli anni 90 un vento nostalgico, almeno per quanto riguarda il design, soffia sull’Europa e, dall’incontro tra la necessità della BMW di avere una “piccola” a listino e il desiderio di far rivivere una delle auto più iconiche della storia, nasce la nuova Mini. Un successo istantaneo, che non poteva essere tale senza la sua versione sportiva di punta: la Mini Cooper S.
Compressore volumetrico. Sembra ieri, ma sono passati oltre 20 anni dal lancio della Mini Cooper S, arrivata nell’estate del 2002 a rafforzare, come la ciliegina sulla torta, un’offerta già golosa; rispetto alla Cooper normale, infatti, il 4 cilindri Tritec da 1.598 cm³ da 116 CV, con distribuzione a un solo albero a camme in testa e 4 valvole per cilindro (di origine Chrysler e di produzione brasiliana), guadagna un compressore volumetrico Eaton M45.La potenza passa a 163 CV – aumentata a 170 a partire dalla fine del 2004 – e ciò permetteva alla prima Cooper S di scattare da 0 a 100 km/h in soli 7,4 secondi e di toccare una velocità massima di 218 km/h. Una piccola bomba in piena regola, aiutata soprattutto da un telaio progettato per rievocare le super sensazioni di guida che avevano reso la Mini Cooper S originale una “ammazzagrandi” sulle piste di tutto il mondo.
Spinge sempre. L’agilità tra le curve e il grado di divertimento che la Mini riesce a sprigionare alla guida diventano subito proverbiali e, grazie anche al cambio manuale Getrag a 6 rapporti e al peso contenuto in 1.140 kg, l’inglesina diventa una delle piccole sportive più desiderate. Dal punto di vista meccanico, la Cooper S si differenzia per le barre stabilizzatrici rinforzate e per la taratura delle molle più rigida (anche troppo secondo alcuni), mentre i quattro freni a disco sono maggiorati. Il valore aggiunto del compressore volumetrico risiede nell’assenza di “pause” nell’erogazione, con la Cooper S che sfrutta l’elasticità e l’80% della coppia disponibile già tra i 2.500 e i 6.500 giri, per spingere forte appena si sfiora l’acceleratore.
Racing and luxury. All’esterno, sono tre gli elementi distintivi: la presa d’aria sul cofano, il doppio scarico centrale e i cerchi di lega specifici, da 16” oppure da 17” (in opzione) con, rispettivamente, pneumatici di misura 195/55 e 205/45. Si prosegue con il logo S rosso su portellone e griglie laterali, uno spoiler e profili allargati dei parafanghi. Il ricco allestimento interno prevede per la Cooper S la possibilità di avere selleria di pelle per i sedili conformati in modo sportivo e uno scenografico tetto apribile panoramico, mentre sono di serie dettagli raffinati come i battitacchi cromati. Curiosamente, la necessità di alloggiare la batteria al posto della ruota di scorta (causa ingombro del compressore), porterà i modelli S ad avere pneumatici runflat, una primizia per il segmento.
Anche cabrio. Nel corso del 2004 arriva la versione scoperta ad ampliare la gamma, rafforzando un modello il cui successo e desiderabilità sono testimoniati dalle quotazioni attuali: per una Mini Cooper S con pochi km si va dagli 8 ai 12 mila euro.