Prendi una citycar, la Volkswagen Lupo, affidala alla divisione sportiva della Casa tedesca e chiedi agli ingegneri di ricreare la magia della sigla GTI, solo in taglia small. Le cose potrebbe essere andate grosso modo così a fine anni 90, quando viene messa in cantiere una versione sprintosa della piccola di Wolfsburg. Nasce così, nel 2000, la Lupo GTI.
Stesso cuore della Polo GTI. Si potrebbe pensare che la Volkswagen si sia limitata a interventi di poco conto, anche per non andare a disturbare la sorella maggiore Polo, invece la sostanza c’è tutta, a partire dal motore, che è lo stesso 1.6 16 valvole della sorella maggiore. Su un peso piuma di 975 kg, faceva faville: i 125 CV, infatti, permettono alla Lupo GTI di scattare da 0 a 100 km/h in 8,3 secondi e di toccare i 206 km/h. Il tutto con un’auto lunga appena 3,52 metri e, di base, con forme più simpatiche che aggressive.
Doppio scarico centrale. Esternamente, poi, la Lupo GTI riesce a mostrarsi piacevolmente cattiva, grazie a sapienti tocchi che la personalizzano, ben oltre il semplice logo: basti pensare ai doppi scarichi centrali che, nella vista posteriore, la rendono inconfondibile, grazie anche al paraurti specifico. Molto belli anche i cerchi di lega da 15” modello “Bathurst” con pneumatici ribassati 205/45 e, per completare il look, spoiler, minigonne e prese d’aria più ampie nel paraurti anteriore, anch’esso rivisto. Una vera chicca inoltre sono i fari bi-xeno, normalmente riservati a vetture di livello ben superiore.
Full optional. Nell’abitacolo non mancano sedili sportivi, un volante a tre razze rivestito di pelle, (così come la cuffia della leva cambio), pedaliera specifica e le scenografiche cinture di sicurezza rosse. La Lupo GTI vanta inoltre una dotazione di serie molto completa, che prevede ABS, ESP, EDS, doppi airbag frontali più quelli laterali, climatizzatore manuale, lavafari. Tra i pochi optional, il tetto apribile elettrico e la scelta di colorazioni più vivaci come il giallo e il rosso.
Chicca alluminio. Dal punto di vista tecnico, la Lupo GTI adotta un assetto ribassato di 20 mm, con molle e ammortizzatori più rigidi, mentre i freni a disco (su tutte e quattro le ruote) sono maggiorati, con diametro di 256 mm all’anteriore e di 232 al posteriore. Un particolare poi rende la piccola VW decisamente unica: cofano, portiere e parafanghi anteriori (più larghi delle versioni normali) sono di alluminio, per ridurre il peso. A partire dal 2001, inoltre, viene introdotto un cambio a 6 marce, con rapporti accorciati, che sostituisce l’inziale “cinque”.
Non un grande successo. All’epoca, complice un prezzo non certo di saldo (circa 34 milioni di lire), non raccoglie un grandissimo consenso commerciale. Oggi, però, vista la sua rarità, le quotazioni sono in ascesa. Bisogna mettere in conto circa 10.000 euro per un esemplare in ottime condizioni, ma l’acquisto potrebbe essere una buona mossa: la Lupo GTI porta orgogliosamente una sigla mitica, vanta prestazioni notevoli e alla guida diverte molto più di quanto ci si possa aspettare.