Ci risiamo anche quest’anno: Milano AutoClassica ha fatto da cornice al Raduno Ruoteclassiche e Youngtimer, l’evento dedicato alle storiche di domani e… non solo. Ecco com’è andata.
Rho Fiera, ore 8,30. Nella fresca mattinata le prime ad arrivare sono le Fiat 500, due Nuova 500 e una 500R color turchese: l’ultima 500 prodotta. Era il 31 luglio del 1975 e l’esemplare 5.231.518 lasciava lo stabilimento Fiat di Termini Imerese (Pa), una data storica che consacrava definitivamente il mito della Fiat 500. Luciano, il suo proprietario è noto a tutti gli amanti del Cinquino. Subito dopo campare all’orizzonte un branco di Panda, tutte 4×4. Tra le poche in configurazione originale, una prima serie, grigia con targa nera Torino. Molto interessante anche la Citivan gialla del 2002, che era in uso alle poste svizzere “Die Post”. Con loro una sfilza di vetture modificate. Il Panda Off Road Club Italia (P.O.R.C.I.) ha un acronimo equivoco, ma i ragazzi fanno sul serio quando si parla di fuoristrada. Quindi non c’è da meravigliarsi se ci vanno pesante con le preparazioni. Lo spirito è goliardico e in men che non si dica spuntano già le prime cibarie.
Non c’è due senza tre. Mentre i pandisti iniziano a banchettare, io vado a curiosare nel parco auto radunatosi davanti al padiglione 24. Tra le “trasformate” più interessanti, va menzionata la Panda di Daniele Piccolo. Si tratta di una Citivan del 2001 ex Anas, che spicca per il suo bell’arancione acceso e l’assetto rialzato. “Che dire, è stato amore a prima a vista. Avevo già una Panda, adesso ne ho tre, una tira l’altra” Daniele occhieggia alla vettura parcheggiata subito accanto, poi continua . “Ho cercato di mantenerla originale, ma poi non ho resistito, e via con le modifiche per l’offroad” e precisa “Mi sono ripromesso di fare interventi il più possibile coerenti, usando dove possibile, ricambi originali Fiat”. L’altra Panda di Daniele è invece una bella “Serie Speciale” del 1986. Edizione limitata che fa da spartiacque tra la prima e la seconda serie della Panda 4×4.
Si fa sul serio. Era una “Country Club” la Panda 4×4 di Paolo Strada, il passato è d’obbligo visto che l’auto è stata praticamente scarnificata per limare anche l’ultimo etto, in vista della partecipazione a imprese come il Panda Raid e il Sahara Racing Cup. Quest’ultimo rinviato a causa del Covid. Impressionante l’interno: per prima cosa via tutti i pannelli; il cambio a torretta con rapporti accorciati è più immediato da azionare; anche il sedile posteriore è stato rimosso. C’è poi un assetto completamente rivisto per fronteggiare al meglio le sfide sahariane. Tra le modifiche tecniche spicca anche un modulo di accensione supplementare interscambiabile. Hai capito il pandino…
Il concorso. Poco oltre, una delegazione Volkswagen: sei Maggiolini, con loro una Golf III GTI e un bel Typ 2 dalla storia molto particolare. Ma di questo vi parliamo a breve. In mattinata una giuria di tecnici ha ispezionato le vetture in mostra. Alle 11.30 il Direttore di Ruoteclassiche David Giudici e il Vicedirettore Carlo Di Giusto, insieme al Capo Redattore Fulvio Zucco e con la partecipazione dei fratelli Alberto e Andrea Lopane (dell’omonima Carrozzeria) e Francesco Di Florio (in rappresentanza della Ma-Fra) hanno passato in rassegna tutte le vetture. Sono sessantasei le auto partecipanti al Raduno Youngtimer e Ruoteclassiche: ciascuna valutata per originalità, pulizia e stato di conservazione. Sotto esame la carrozzeria, gli interni e il vano motore. Tutte in lizza per il concorso interno suddiviso in cinque categorie. Ecco le vincitrici.
Premio fedeltà (riservato agli abbonati di Ruoteclassiche): L’auto ci piaceva già, poi quando abbiamo notato che sulla cappelliera c’era una collezione con gli ultimi numeri di Youngtimer e Ruoteclassiche, ci è venuto il sospetto che appartenesse a un nostro affezionato lettore… A vincere questo premio è quindi la Fiat Panda Sisley di Giovanni Panepinto. Un esemplare del 1989 ben conservato, tra le poche Panda “stock” presenti oggi.
Premio auto che arriva da più lontano: Ha percorso 249 km, da La Spezia a Rho Fiera. Si tratta della Innocenti Small 990 SE di Mauro Minetti. Interessante anche la sua storia, l’esemplare è un fine serie prodotto a Lambrate nel 1993 ed è l’ultimo immatricolato a La Spezia nel 1994. Mauro, appassionato di utilitarie italiane, conosceva bene questo esemplare: “La vedevo ogni giorno in concessionaria, mi ci ero anche seduto dentro! Poi è stata venduta ad un’anziana signora”. E prosegue “Rintracciai la vettura tramite un annuncio e dopo alcune indagini ho scoperto era proprio lei! Lo considero un segno del destino. E così l’ho comprata”.
Premio lo stile non ha tempo: quando il gioco si fa duro le Panda 4×4 iniziano a Giocare. Lo sa bene Giorgio Donato possessore di una Panda Country Club del 1995. Durante la quarantena anche grazie ad un bel lavoro di squadra padre-figlio, ha realizzato un ingegnoso sistema per “camperizzare” la Panda 4×4, una trasformazione che diventa fruibile in soli 15 minuti. Abbiamo premiato questa vettura per l’efficacia del progetto (peraltro reversibile), ma soprattutto perché rappresenta il simbolo di una passione di famiglia. Un genere di storie che ci piace raccontare perchè fanno bene al cuore.
Premio la classica preferita dalla redazione: Volkswagen Typ 2 del 1972. A proposito di storie, questa ha dell’incredibile. Il protagonista è Roberto Clovis di Chieri (To). “Il pulmino apparteneva a un prete, ho corteggiato questo Typ 2 per molti anni, ma non c’è stato verso. Il sacerdote non mollava”, Clovis, in una mise hippie continua: “Quando il prete è passato a miglior vita, il pulmino è scomparso dalla circolazione per un po’, poi l’ho rivisto in circolazione usato da un Vespa club come mezzo di servizio”. E qui arriva il bello “Allora ho comprato una Vespa, solo per iscrivermi in quel club. Ho fatto anche ‘carriera’ nell’associazione, ma soprattutto sono riuscito finalmente ad acquistarlo”. Potevamo forse ignorare cotanta tenacia? Certo che no!
Premio youngtimer preferita dalla redazione: Fiat 127 Sport 70 HP. Questo immacolato esemplare del 1981 appartiene a Carlo Mazzara di Turate (Co). L’auto è stata restaurata in maniera impeccabile e ha conquistato l’intera giuria. Anche i fratelli Lopane, due tra i principali esponenti del restauro di auto d’epoca sono rimasti esterrefatti, Andrea Lopane ha commentato “Di solito, restauri di questo tipo si effettuano su auto da centinaia di migliaia di Euro. Su questa 127 sono perfette anche le etichette nel vano motore e nel baule. Sembra appena uscita dalla fabbrica. Chi dedica così tanta cura e tante ore di lavoro su un’auto modesta, lo fa solo per passione”.
Questione di cuore. E se non fossimo appassionati di sicuro non staremmo qui a parlarne: di chi percorre centinaia di chilometri con una Innocenti Small o chi si iscrive a un Vespa Club solo per avvicinarsi ad un pulmino Volkswagen. O ancora, chi trasforma una Panda con il proprio padre e chi decide di ridare nuova luce all’auto che ci fa rivivere le vacanze spensierate dell’infanzia. Abbiamo voluto premiare un sentimento: quella scintilla che continuerà a farci fa battere il cuore ogni volta che guardiamo una determinata auto, a prescindere dal suo prezzo o dalla sua linea.