Nel numero di aprile di Ruoteclassiche, in edicola e in versione digitale , troverete una Regina imponente, lussuosa e veloce come la Mercedes 500/540 K del 1934, due sportive giapponesi degli anni 90, la Mitsubishi 3000 GT e la Toyota Supra, l’ultima De Tomaso Pantera costruita, un esemplare mai targato del 1994 e l’unico esemplare di Porsche 917 uscito dalla Casa in versione stradale. Potrete leggere la storia di una delle poche Renault 6 sopravvissute in Italia e quella di un’Alfa Romeo 155 2.0 i Turbo Q4, versione a trazione integrale della berlina milanese. E ancora, un ricordo di Marcello Gandini, designer d’eccezione, l’incontro con Mauro Prampolini, uno dei tecnici che hanno fatto nascere la Ferrari 250 GTO e la strana storia della Dale, tre ruote americana
Panzer veloce. Negli anni 30 era all’avanguardia per le prestazioni del suo motore sovralimentato, per la raffinatezza delle finiture e per la modernità delle sospensioni. Auto lussuosissima, destinata a pochi eletti, la Mercedes 500 K ha preceduto la 540 K, ancora più potente. L’esemplare del servizio, appartenente al Museo Nicolis, è siglato 500/540 K in quanto è stato aggiornato alle nuove specifiche presso la fabbrica, nel 1936.
Made in Japan. Negli anni 90 le sportive dell’estremo oriente non sono ancora in grado di impensierire le avversarie europee, ma oggi sono diventate oggetti di culto. Come la Mitsubishi 3000 GT e la Toyota Supra che vi presentiamo. Le abbiamo portate in pista a Vairano e abbiamo trovato due personalità ben distinte: quattro ruote motrici e sterzanti per la 3000 GT, motore a sei cilindri in linea longitudinale e trazione posteriore per la Supra. Se la Mitsubishi non è comune, la Toyota da noi è una vera mosca bianca.
Animale in gabbia. Parliamo dell’ultima Pantera costruita da De Tomaso, che invece di ruggire per strada vive da trent’anni in autorimessa, senza essere mai stata immatricolata. Il suo V8 Ford di 5 litri può sprigionare 305 CV e spingerla a 270 km/h, cosa che finora non è mai successa. La linea della cosiddetta “nuova Pantera”, nata nel 1991, si deve nientemeno che a Marcello Gandini.
Un mostro in città. Il conte Gregorio Rossi di Montelera, patron della Martini & Rossi, chiese e ottenne dalla Porsche una 917 K, telaio 030, da usare su strada, l’unica che sia mai uscita così allestita dalla Casa di Stoccarda. Come avrebbero potuto dirgli di no, negli anni in cui le Porsche correvano con i colori della Martini Racing? Se l’abitacolo è stato reso un po’ più civile, la meccanica è rimasta esattamente quella del bolide da pista, con tutti i suoi 610 cavalli.
Omaggio al DTM. L’attuale proprietario di quest’Alfa Romeo 155 2.0i Turbo Q4 è un fan del campionato tedesco Turismo, dove la 155 di Nicola Larini spopolava. Per questo ha cercato e acquistato la versione più sportiva della berlina del Biscione fra quelle stradali. Trazione integrale, motore turbocompresso e uno 0-100 km/h in 7 secondi sono le sue credenziali. La meccanica si basa su quella pluriblasonata della Lancia Delta Integrale.
Le Miura piangono. Più precisamente, piangono la scomparsa del loro papà, quel Marcello Gandini che ha disegnato innumerevoli auto e moltissimi capolavori dello stile, dalla Countach alla Diablo e all’Alfa Romeo Montreal, dalla Lancia Stratos alla Fiat x1/9. Oltre a modelli di grande diffusione come l’Innocenti Mini 90-120 o la Renault Supercinque.