Filante, proporzionata, stilisticamente perfetta, fu presa a modello da un’intera generazione di sportive. Pinin Farina la disegnò nel ’47, Vignale l’adottò alle nuove tendenze.
Nel 1949, la crisi economica della Cisitalia e la conseguente rottura con Pinin Farina portarono il carrozziere Vignale ad occuparsi della costruzione della “202”. La vettura aveva già i connotati del capolavoro, ma doveva essere adattata alle nuove tendenze stilistiche. Per esempio, il gusto per le cromature, con paraurti sagomati e più massicci. Vignale cambiò, inoltre, la mascherina anteriore e, soprattutto, sostituì il parabrezza in due parti con un cristallo unico e curvo.
Il telaio della “202” è lo stesso della “D46”, la monoposto che Piero Dusio, fondatore della Cisitalia, realizzò per le gare in salita. La meccanica derivava da quella della Fiat “1100” di serie: sospensioni anteriori a ruote indipendenti, posteriori ad assale rigido con balestre longitudinali. Modifiche sostanziali riguardarono però il cambio, a 4 marce non sincronizzate, e il motore, la cui potenza passò da 32 a 60 CV. Bassa, elegante e ben proporzionata, la Cisitalia “202” ha lasciato un’impronta indelebile nella concezione stessa di vettura sportiva. Tanto da essere esposta al Museo di Arte Moderna di New York come esempio di scultura in movimento.