L’Armstrong Siddeley “Star Sapphire” fu costruita in appena 902 esemplari dal 1958 al 1960. Dopo questa data, la Casa inglese, fondata nel 1919, chiuse i battenti. La vettura si distingue per la notevole silenziosità in marcia, tipica delle vetture di lusso, nonostante fosse venduta a un prezzo inferiore a quello di altre blasonate concorrenti.
L’auto, derivata dalla “346 Sapphire” di cui mantiene la carrozzeria, è dotata di un motore sei cilindri di 4 litri con cambio automatico, freni a disco e impianto di riscaldamento separato per i passeggeri posteriori. Gli ampi parafanghi e la coda sfuggente ricordano alcune Bentley o Daimler, così come l’interno, dove abbondano radica e pelle. Lo spazio è abbondante, ma non come le dimensioni esterne (la lunghezza è di quasi cinque metri) potrebbero lasciar presupporre.
Su strada, la “Star Sapphire” è in grado di toccare le 100 miglia orarie (160 km/h). Nonostante il peso elevato e la poco efficiente profilatura aerodinamica, la vettura regala grandi soddisfazioni a chi la guida, con eccellenti riprese e buone accelerazioni. Lo sterzo, servoassistito, è leggero in manovra e non perde eccessivamente sensibilità con l’aumentare della velocità. Ma forse il lato migliore sono i quattro freni a disco che pongono questo modello una spanna sopra le rivali dell’epoca. Il difetto peggiore è il consumo: una media di 5-6 km/litro è difficile da ottenere e, con una guida sportiva, si può scendere a 3. Di conseguenza, l’autonomia è, spesso, limitata a soli 250 km.
TECNICA
STORIA – TUTTA COLPA DELLA JAGUAR
“Siddeley Special”1933. Uno dei primi modelli della Armstrong Siddeley è questa convertibile con motore sei cilindri di cinque litri, interamente in alluminio.