All’inizio degli anni sessanta, più precisamente nel 1961, la Simca, fino ad allora nota soprattutto per l’Aronde, presenta la nuova Simca 1000, una vettura capace di conquistare un ampio pubblico
La sua storia è legata in maniera indissolubile all’Italia. Molti di voi già sapranno che la Simca, acronimo di Société Industrielle de Mécanicque et Carrosserie Automobile, nasce dall’inventiva di un imprenditore italiano, Enrico Teodoro Pigozzi, che nel 1935 incomincia a costruire su licenza delle vetture Fiat in Francia. Verso la fine degli anni cinquanta i due marchi stanno lavorando in parallelo allo sviluppo di una nuova utilitaria, ma dopo alcuni ripensamenti la Fiat decide di cessare il proprio lavoro. Così, si presenta l’occasione per Pigozzi di acquisire l’esperienza del progetto maturato dal marchio torinese e farla confluire nel proprio, dando vita a un modello nato in maniera autonoma.
Upgrade costante. Le origini Fiat della Simca 1000 appaiono quindi nitide fin dalla progettazione dell’impostazione meccanica (da parte di Dante Giacosa e Rudolf Hruska) e di quella estetica, nata dall’ispirazione di alcuni schizzi di Mario Revelli sotto la supervisione di Felice Mario Boano, direttore del Centro Stile di Mirafiori. Prima vettura a motore posteriore – un quattro cilindri da 45 cv – che la Casa mette sul mercato, la Simca 1000 risulta fin da subito competitiva, sia per la sua estetica sia per la sua praticità: quattro porte, quattro posti, prestazioni brillanti, prezzo e cilindrata abbordabili da una clientela numerosa. Le prime novità della gamma avvengono a due anni dal debutto, nel 1963, con l’aumento della potenza del motore, da 45 a 50 cv, abbinata ad alcuni dettagli rivisitati per gl’interni. Da qui in poi l’auto verrà sottoposta a varie modifiche, per migliorare costantemente il prodotto e renderlo sempre più competitivo. Non mancheranno neppure delle versioni sportive, come la Simca-Abarth 1150 e le Simca Rallye. Aggiornamenti allo stile, ai contenuti e alle motorizzazioni garantiranno alla Simca 1000 una carriera longeva e proficua, durata ben 17 anni.
La prova di Quattroruote. La “nostra” rivista ha dedicato diversi servizi alla Simca 1000. Uno dei più interessanti riguarda una minuziosa esamina della Simca 1000 LS, con un giudizio complessivo discretamente soddisfacente. Nel test il giornalista evidenziava un aspetto importante: tenendo presente che si tratta di un’utilitaria, non si può fare a meno di apprezzare alcune fondamentali qualità. Una certa silenziosità di funzionamento e un comportamento, tutto sommato, abbastanza brillante, però non sportivo. La sterzata è precisa e diretta, e permette di effettuare rapidamente tutte le correzioni necessarie senza le incertezze che si riscontrano nelle primissime versioni. La 1000 LS si destreggia bene in città, grazie alle sue dimensioni e al buon raggio di sterzata. Anche le doti di elasticità del motore permettono di guidare nell’intricato traffico in modo abbastanza rilassante, senza ricorrere troppo al cambio. La sua guida non presenta particolari criticità, neppure per chi si mette al volante per la prima volta. La frenata, pur non avendo la potenza di quelle con freni a disco, risulta efficace. Caratteristica del motore della Simca 1000 LS è una certa lentezza nel raggiungere la temperatura di funzionamento ottimale.
La quotazione attuale. Tutte le versioni convenzionali della Simca 1000 prodotte dal 1961 fino al 1972 hanno una valutazione che varia dai 1800 ai 5300 euro, per un esemplare in perfette condizioni. I modelli prodotti dal 1973 in poi hanno invece una quotazione leggermente più bassa: 1500/4500 euro. Il range incrementa i propri valori se si prendono in considerazione le 1000 Rallye (4000/12000 euro), 1000 Rallye1 (5000/15000 euro) e 1000 Rallye2 (6000/18000 euro). In precedenza non vi abbiamo volutamente parlato della 1000 Coupé Bertone, perché meriterebbe un approfondimento dedicato, ma per correttezza vi segnaliamo che potreste acquistarne una sborsando dai 5000 ai 15000 euro.
Diteci la vostra. E voi, cosa ne pensate della Simca 1000? Siamo curiosi di sapere se in quel periodo avreste optato per lei oppure per una diretta concorrente. Fatecelo sapere attraverso i commenti qui sotto. Inoltre, se avete dei ricordi particolari legati a questo modello, potete scriverci una e-mail con la vostra storia all’indirizzo redazione@ruoteclassiche.it.