Esattamente vent’anni fa, nel luglio del 1998, usciva dagli stabilimenti di Hambach, in Germania, la prima Smart.
Inzio anni 90. La tecnologia delle auto a batteria è ancora di là dal prendere piede, eppure Nicolas Hayek, il miliardario fondatore della Swatch, ha ben chiara la sua visione: l’auto del futuro dovrà essere elettrica. E condivisa. Un chiodo fisso, il suo, che lo porta ad avanzare la sua proposta di city-car del futuro ai piani alti della Mercedes-Benz.
Cara vecchia benzina. Esaminata la possibilità di pensare a un veicolo elettrico, la Casa di Stoccarda decise di varare il progetto, ma a condizioni bene precise. L’utilitaria (due metri e mezzo di lunghezza, abitacolo biposto) sarebbe stata a benzina. Tanto bastò a far storcere il naso a Mr. Swatch, che si chiamò fuori dai giochi in un lampo. Convinti della bontà dell’idea, ai piani alti della Mercedes si decise di andare avanti avviando la produzione del veicolo con motore endotermico a benzina.
Un diesel di successo. Nella lunga storia della Smart Fortwo, capitolo importante fu poi l’introduzione di un piccolo motore diesel: tre cilindri, turbo a controllo elettronico, o,8 litri di cilindrata e una potenza massima di 41 cavalli a 4100 giri minuto. Inquinava pochissimo e consumava ancora meno: bastavano 3,4 litri, in media, per percorrere 100 chilometri. Non si era ancora arrivati all’elettrico auspicato da Hayek, ma la strada era quella giusta.
Elettrica e condivisa. Il sogno del visionario “numero uno” della Swatch si realizza oggi: vent’anni dopo, i motori a gasolio spariscono dalla gamma della piccola due posti. “Dal 2020 – fa sapere Annette Winkler, responsabile del marchio – le Smart saranno tutte a batteria. E prenderà definitivamente forma l’idea visionaria di Hayek: una city-car a impatto zero e condivisa”.