Dal 5 al 9 aprile l’ombelico del mondo delle auto storiche è nella cittadina della Renania Settentrionale-Vestfalia che in 29 anni ha saputo conquistarsi un ruolo di rilievo tra le mostre-scambio. Diventando la più grande del mondo. Ecco come.
Prende il via a Essen la 29ma edizione di Techno Classica, la più grande mostra-scambio d’Europa e probabilmente del mondo. Lo dicono i numeri: in questa edizione sono presenti ufficialmente 25 marchi automobilistici, più di 2.500 auto da collezione in vendita, più di 1250 espositori provenienti da 30 nazioni, oltre 220 club di appassionati su una superficie di 120.000 metri quadrati (tanto per fare un confronto, Auto e Moto d’Epoca di Padova ne occupa 90.000).
Sono attesi oltre 200.000 visitatori provenienti da tutto il mondo (lo scorso anno erano arrivati da 40 nazioni differenti) attratti da una abbondanza di proposte commerciali e culturali che non ha paragoni. Uno degli appuntamenti annuali sicuramente catalogato tra quelli “da non perdere”, che offre uno spaccato completo del mondo del collezionismo motoristico europeo.
Tra i punti di forza della manifestazione, la presenza dei commercianti più noti, dei più famosi restauratori, delle imprese fornitrici di ricambi, di accessori, artisti e galleristi, editori, specialisti di automobilia, provenienti da tutto il mondo. Tra gli altri, sono attesi espositori provenienti da Nord e Sud America e persino dalla Cina.
Nata nel 1989 come evento prettamente tedesco, Techno-Classica è diventata via via un appuntamento di levatura internazionale grazie anche alla qualità delle offerte “culturali” presentate a ogni edizione. Quest’anno da non perdere c’è la mostra sul ”Gran Premio di Monaco 1957“ (nel padiglione 6) con una selezione delle auto da corsa che hanno partecipato a quella gara, tra cui la Maserati 250F con la quale Manuel Fangio vinse il Gran Premio; la Ferrari 801, guidata da Wolfgang Graf Berghe von Trips; una Ferrari D 50; una Cooper Climax T43 e una Connaught Alta Tipo B.
Altra mostra interessante è quella dedicata alle auto elettriche che, già 120 anni fa, rappresentavano un’alternativa futura allo sviluppo dell’auto. Si sa poi come è andata. La mostra ricorda come fino al 1912, quando l’invenzione del motorino di avviamento elettrico per le auto a benzina segnò la svolta a favore del motore a combustione (fino ad allora le auto a benzina richiedevano uno sforzo immane per essere avviate), le vetture elettriche rappresentassero una alternativa più che valida al motore a scoppio. In mostra, tra le altre, una Ayrton & Perry del 1882, considerata la prima auto elettrica della storia e una Detroit Electric del 1915. G.M.