Pochi costruttori di F.1 possono vantare di aver realizzato, oltre al telaio e alla carrozzeria, anche il motore delle loro monoposto. Tra questi il bolognese Tecno…
Se poi non solo ci si fa tutto “in casa”, ma si riesce anche a ottenere qualche punto in un gran premio, la soddisfazione è ancora maggiore. È il caso del team bolognese Tecno, presente sulla scena del Grande Circus nelle stagioni 1972 e 1973 e vincitore del campionato europeo di F.2 nel 1970 con Clay Regazzoni.
Una fucina di talenti. A questi successi vanno aggiunti quattro titoli italiani e tre francesi di F.3, ottenuti negli anni dal 1968 al ’71. Un palmarès che è il degno coronamento di un’avventura iniziata coi kart nel 1963, quando alla Teknokart, guidata dai fratelli Luciano e Gianfranco Pederzoli, approdano piloti del calibro di Clay Regazzoni, Chris Amon, Ronnie Peterson, Patrick Depailler, Jean-Pierre Jabouille, Jo Siffert, Albert François Cévert e Nanni Galli, per citarne alcuni.
Il ritorno sulla scena dell’automobilismo sportivo. Dopo avere lasciato la F.1 in seguito ai contrasti con il principale sponsor, la Martini & Rossi, i fratelli Pederzani hanno abbandonato per sempre le competizioni. Il marchio del coccodrillo, nonostante l’indiscusso prestigio, è finito nel dimenticatoio. È un appassionato ed ex pilota di F.1, Fulvio Ballabio, che già ha dato vita alla monegasca Montecarlo Automobile, a stringere l’accordo con Gianfranco Pederzani per rilanciare il brand e realizzare il primo modello stradale della Tecno, dopo che il sogno di realizzare una gran turismo con il marchio del coccodrillo era svanito ormai quasi mezzo secolo fa. È lo stesso Pederzani a confessarlo in occasione della première bolognese della nuova Tecno GT, mossa dal V8 Alfa Romeo ed esposta in anteprima mondiale al Salone di Parigi lo scorso ottobre.
È proprio Gianfranco Pederzani a svelarci un segreto rimasto tale per quasi cinquant’anni.
“Nel 1970, dopo avere vinto l’europeo di F.2 con Clay Regazzoni, dovevamo decidere i programmi futuri: mio fratello, più esperto e appassionato di tecnica di me, voleva costruire a tutti i costi la F.1, mentre io pensavo di realizzare una gran turismo per sfruttare il prestigio che avevamo conquistato. Poi con gli utili delle auto stradali avremmo costruito la F.1”.
E invece?
“Avevamo già contattato Dallara, che aveva lasciato la Lamborghini ed era passato con De Tomaso, e anche Stanzani (qui, un articolo in ricordo dell’ingegnere bolognese scomparso lo scorso gennaio). In più avevamo uno bravissimo motorista come Renato Armaroli, che poi ha progettato il nostro 12 cilindri di F.1. Ma alla fine la decisione le prese mio fratello, che era il più grande, anche perché avemmo la sfortuna, diciamo così, di trovare uno sponsor di peso come Martini & Rossi”.
Perché sfortuna?
“Perché dopo gli immancabili problemi di sviluppo e messa a punto emersi sulla monoposto vollero prendere loro le decisioni tecniche. Fecero realizzare un’altra vettura che andava peggio della nostra, creando solo problemi al team. Così abbiamo perso tutto il nostro entusiasmo e abbiamo deciso di lasciare per sempre la F.1 e le corse. Perlomeno fino ad oggi”.
Un tributo a Nanni Galli. Verniciata di rosso, come le monoposto bolognesi che l’hanno preceduta, la nuova GT è stata battezzata con un nome molto popolare fra gli appassionati di corse degli anni Sessanta e Settanta: Nanni Galli, uno dei piloti più legati alla Tecno, con cui ha corso in F.2 e ha sviluppato e portato in pista la monoposto nei gran premi iridati, arrivando terzo a Vallelunga nel GP della Repubblica Italiana, gara non valida per il mondiale di F.1.
Corre veloce, con un occhio all’ambiente. Con alle spalle un tale passato sportivo, i programmi della rinata Tecno non potevano prescindere dalle competizioni: il “campo di battaglia” saranno le gare dedicate ai veicoli non inquinanti. Tutte le nuove Tecno GT utilizzeranno infatti il GPL, un carburante su cui Ballabio ha già puntato in passato per la produzione della Montecarlo Automobile da cui la GT V8 Nanni Galli è derivata. Carrozzeria e telaio in carbonio riprendono i concetti dei precedenti modelli costruiti da Ballabio (che in carriera ha messo insieme una decina di gran turismo), ma per la prima volta viene montato l’8 cilindri a V dell’Alfa Romeo 8C Competizione. Si tratta dell’unità di 4,7 litri di derivazione Maserati, che per la GT della Tecno aggiornato raggiunge una potenza di 507 CV.
Nei piani c’è già una versione sovralimentata. Per ora sono una decina i V8 affidati alla Tecno che equipaggeranno le tre GT Nanni Galli V8 Ecoracing destinate alle competizioni, oltre alle circa 10 vetture stradali previste, in listino a 350.000 euro, un prezzo competitivo considerate le caratteristiche tecniche, le prestazioni (la velocità massima è di 300 km/h) e il prestigio del marchio. Ma in programma c’è già un’inedita Tecno GT dotata del V8 sovralimentato, sempre a GPL, con il telaio in carbonio modificato nel retrotreno.