A poche ore dall’introduzione del divieto di circolazione imposto alle auto inquinanti dalla Regione Piemonte e dal Comune di Torino, s’intravede la possibilità di un dietrofront. L’ASI e la politica al lavoro per mediare.
Nella Giornata nazionale del veicolo d’epoca che si celebra oggi fra città e borghi italiani che ospitano centinaia di raduni, esposizioni, mostre e convegni, arriva una risposta dalla Regione Piemonte dopo la levata di scudi promossa da Ruoteclassiche contro le limitazioni alla circolazione di auto e moto storiche a Torino, imposte dall’adozione dal parte dell’amministrazione del sindaco Chiara Appendino della legge regionale sulla qualità dell’aria condivisa – seppur con alcune differenze – da tutto il territorio del bacino padano che comprende Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna.
La prima reazione. Al divieto generico di circolazione imposto dal Comune ai mezzi storici sette giorni su sette – fatti salvi quei veicoli i cui conducenti sono in grado di dimostrare la partecipare ad una manifestazione regolarmente organizzata – ha replicato ieri la Regione Piemonte, che tramite l’assessore all’Ambiente, Matteo Marnati, ha dichiarato l’intenzione della giunta di Alberto Cirio, di inserire anche le auto storiche nell’elenco dei veicoli che potranno circolare in città, senza incappare nelle sanzioni previste per i veicoli immatricolati Euro 0.
Un patrimonio da preservare. “I possessori di questi veicoli – ha commentato all’Ansa l’assessore Marnati – non scorrazzano in città per il gusto di inquinare, e solitamente non li utilizzano neppure per il trasporto ordinario. Le auto storiche – prosegue l’assessore regionale all’Ambiente – sono musei, sono la nostra storia, un patrimonio che il mondo ci invidia e che qualcuno vorrebbe chiudere in garage nel nome di un’ecologismo ideologico, abborracciato e sgangherato. Torino ha già dovuto subire la cancellazione del Salone dell’Auto, adesso basta”. Marnati spiega quindi come i “possessori di questo tipo di veicoli paghino iscrizioni e rispettino i vincoli legali di questi mezzi e una parte di questi soldi sono tasse e imposte. Impedire loro di utilizzare un bene mobile per il cui possesso lo Stato e le Regioni incassano quattrini, è una stupidaggine”.
Torino accoglierà la deroga. Pronto ad accogliere la deroga, quindi dare il via libera alle auto storico, il Comune di Torino: “Se la Regione – ha commentato l’assessore comunale all’Ambiente Alberto Unia – porrà prontamente rimedio, noi ci adegueremo senza problemi applicando a nostra volta tale deroga”.
La posizione dell’Asi. Soddisfazione è stata espressa in serata dal presidente dell’Asi, Alberto Scuro: “Il motorismo storico – ha detto il presidente dell’Asi – è patrimonio nazionale e industria sociale, perché valorizza la storia del Paese e perché crea un indotto economico che comprende le attività produttive e tantissime iniziative solidali. Dopo i monumenti, il paesaggio, l’enogastronomia, il calcio e la moda, il motorismo storico è ciò che più muove l’interesse di italiani e stranieri. Confido in un dialogo serio aperto e produttivo che possa continuare sia a livello romano che delle singole regioni. Il nostro impegno e massimo e spero di poterlo comunicare presto anche al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio con cui confido si possa continuare il dialogo costruttivo avviato”.
Roberto Manieri