La nuova legge americana che avvantaggia i piccoli business dell’automobile produce un altro risultato: oltre a DeLorean anche Cord, che concluse le attività nel lontano ’37, dopo quasi ottant’anni di silenzio potrebbe rinascere per iniziativa di un appassionato che ha acquistato i diritti del marchio. Sono attualmente in corso le trattative con partner e fornitori ma già nel 2017 potrebbero esserci risultati concreti.
Il mercato americano potrebbe assistere al ritorno di Cord, un importante marchio del suo passato motoristico. L’imprenditore Craig Corbell, consulente ed esperto nel settore petrolifero e attuale proprietario dei diritti di sfruttamento dell’azienda dell’Indiana, ha annunciato l’intenzione di entrare nuovamente in scena con una piccola serie.
Anche questa iniziativa è una conseguenza della promulgazione del Low Volume Motor Vehicle Manufacturers Act (dicembre 2015), una legge che permette la produzione di automobili (dotati di motori certificati Epa) senza la necessità di superare tutti i test di sicurezza normalmente previsti e fino a un numero massimo di 325 esemplari l’anno. Recentemente, anche DeLorean ha iniziato le procedure per tornare alla produzione dopo anni di oblio. Corbell ha acquistato il marchio Cord dalla famiglia Pray, proprietaria dei diritti dagli anni 60, per 242.000 Dollari.
Il nuovo proprietario non ha rilasciato dettagli operativi: ha dichiarato che sta trattando con aziende partner per la fornitura dei motori e della componentistica. Nel 2017 potrebbe essere svelata una nuova automobile a marchio Cord.
LA STORIA: UN BRAND ORIENTATO ALL’INNOVAZIONE
Nel 1929 l’imprenditore Errett Lobban Cord, che già deteneva il controllo di aziende molto famose come Duesemberg, Auburn, Lycoming Engines, Stynson Aircraft e American Airways creò a Connersville, Indiana, la Cord Corporation, holding che racchiudeva, sotto un unico cappello, tutti i suoi business nel settore dei trasporti. L’operazione successiva fu la creazione del brand Cord, un nuovo marchio automobilistico che intendeva porsi all’attenzione del mercato come fortemente innovativo, sia dal punto di vista del design delle sue vetture, sia delle soluzioni tecniche adottate.
Nl giugno del 1929, infatti, debuttò sul mercato la Cord L-29, prima automobile a trazione anteriore venduta sul mercato americano e caratterizzata da un design decisamente di rottura. Nel disegnare le forme di carrozzeria, infatti, Alan H. Leamy aveva potuto approfittare dell’inedito layout della meccanica, con motore 8 cilindri Lycoming e schema Transaxle montato anteriormente. Al di là dello stile accattivante, denunciava scarso appeal nel computo delle performance, specialmente per la poca potenza disponibile. Le vendite iniziarono bene ma, a causa di una serie di fattori sfavorevoli (non ultimo il venerdì nero di Wall Street del ’29) iniziarono a scendere e, a fine ’31 la produzione fu interrotta dopo circa 4500 esemplari.
Ciononostante continuarono gli studi per lo sviluppo di un nuovo modello. Cord ci riprovò qualche anno più tardi con la 810, presentata al Salone di New York dell’autunno 1935. Disegnata da Gordon Buehrig (ex responsabile design della Duesemberg dal ’29, passato alla General Motors nel ’33 e poi ritornato al Gruppo Cord) proponeva forme decisamente di rottura, con il possente frontale, conosciuto anche come “muso a bara” – caratterizzato da fari a scomparsa installati sui parafanghi. Questo ospitava un motore 8 cilindri Lycoming da 125 CV con cambio a 4 marce e trazione anteriore. Anche in abitacolo la Cord 810 intendeva stupire: plancia di ispirazione aeronautica e radio di serie.
La presentazione fu un successo, al punto che furono fatte le più ottimistiche previsioni circa la produzione: non meno di 1000 esemplari al mese. Ma una serie di ritardi nelle consegne (che iniziarono solo nell’aprile ’36) e parecchi problemi di affidabilità portarono alla produzione di meno 1200 unità nel primo anno di vita. Nel ’37 apparve la Cord 812, praticamente una 810 con un nuovo nome, della quale era disponibile anche la versione con sovralimentazione. Le 810 rimaste invendute furono riproposte come 812 e furono continuamente afflitte da problemi di affidabilità. Alla fine dell’anno, con un complessivo di circa 3000 esemplari prodotti, cessò definitivamente la produzione.
L’ultimo respiro della Cord venne dall’iniziativa di Glenn Pray. Questi, nel 1963, decenni dopo il fallimento dell’azienda, riportò in vita il marchio e costruì per sé una replica.
Alvise-Marco Seno