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Toyota Celica Gt-Four, su strada morde

Molti di quelli che frequentavano le sale giochi a metà anni 90 si ricordano della Toyota Celica Gt-Four con livrea Castrol della generazione ST205, per le sfide a Sega Rally contro la Lancia Delta HF Integrale. Chi seguiva il Mondiale Rally, invece, ne ricorda sicuramente la squalifica, dopo che le prestazioni nella stagione 1995 erano sembrate fin troppo superiori alla concorrenza: una modifica irregolare alla flangia del turbo permetteva di guadagnare potenza e la Fia utilizzò il pugno di ferro, cancellando i punti conquistati fino a quel momento e comminando alla squadra ufficiale una pesante squalifica.

Tante migliorie e 240 km/h. Questo episodio non cancella ovviamente la validità di quella che era la sesta generazione della Celica, in produzione dal 1994 al 1999: poteva usufruire della terza evoluzione del quattro cilindri turbocompresso da 2.0 litri, il 3S-GTE. Le principali differenze con la precedente versione erano una nuova turbina, la CT20b – sempre Made in Toyota – di maggiori dimensioni, un intercooler acqua-aria, nuovi alberi a camme e pressione massima di sovralimentazione aumentata a 0,90 bar, sufficienti a portare la potenza fino a 242 CV. La Gt-Four raggiunge così i 240 km/h e brucia lo 0-100 in circa 6 secondi, grazie alla trazione integrale, marchio di fabbrica delle Celica più performanti.

Grinta dentro e fuori. In condizioni normali la coppia è distribuita equamente tra i due assi, con l’azione combinata del differenziale centrale a giunto viscoso e di quello posteriore Torsen a garantire la massima trazione, con la Gt-Four pronta a essere trascinata fuori dalle curve, con solo un leggero sottosterzo a rallentare il suo impeto. A tutta questa esuberanza meccanica fa da contraltare un aspetto più “adulto” sia del corpo vettura, caratterizzato dai quattro fari anteriori circolari e dalla muscolatura della carrozzeria introdotta dalla precedente generazione, oltre che dall’abitacolo, ormai ai livelli della concorrenza non solo come qualità dei materiali e degli assemblaggi, ma anche per il design. L’alettone posteriore, poi, sta lì a dimostrare che l’aggressività è senza compromessi.

Tipici cerchi anni 90. Un sistema Abs a quattro canali e dischi ventilati di diametro maggiore erano abbinati a cerchi di lega dall’originale disegno a tre razze, con un diametro di 16 pollici e dotati di pneumatici 215/50, mentre per quanto riguarda le dotazioni e le finiture, erano da segnalare sedili sportivi con un rivestimento di tessuto oppure, a richiesta, di pelle nera. Di serie, aria condizionata, servosterzo, tetto apribile e finestrini elettrici. Con il restyling del 1997 il volante viene dotato di airbag e rivestito di pelle, mentre i colori disponibili erano il bianco, il rosso, il nero e il grigio metallizzato. Decisamente più rari il blu e l’acquamarina.

Poche e preziose. Di Gt-Four ne sono state prodotte solo 2.500, delle quali 300 destinate all’Europa, quindi non sono facili da trovare, tanto che ormai le quotazioni si sono attestate anche oltre i trentamila euro, complice il revival di tutte le sportive anni 90, soprattutto quelle giapponesi.

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