Con molte probabilità, la Morris “Mini Traveller” del nostro servizio è la stessa che venne esposta, in prima assoluta, al Salone di Torino del 1965. Caratteristico, l’azzurro della carrozzeria. A 35 anni dall’acquisto, la vettura ha richiesto solo un leggero lifting per sembrare appena uscita di fabbrica. Parte del merito si deve al fatto che non ha mai preso pioggia.
I profili di legno (punto dolente di queste piccole station wagon), originali e integri, sono solo stati riverniciati con il flatting giusto perché in passato era stato usato un prodotto di tonalità troppo scura. Anche la carrozzeria è stata verniciata di nuovo, per perfezionismo e non per necessità, usando vernici alla nitro, come un tempo; è stata poi carteggiata finemente e rilucidata a mano, per restituirle l’esatto grado di brillantezza.
Di non originale qualcosa c’è ma si tratta di inezie: gli interruttori sulle battute, che fanno accendere la plafoniera all’apertura delle porte, e la targa. Il primo intestatario riteneva che fosse troppo esposta agli urti quella d’origine, quadrata, che mal si adattava all’alloggiamento previsto e andava a sfiorare il suolo. Così, quando arrivarono anche in Italia le targhe orizzontali, la “Traveller” venne reimmatricolata.
A tutt’oggi, l’auto ha percorso meno di 80.000 km e si comporta molto bene quando viene impegnata in prova. Questa versione ha ancora l’avviamento a pulsante sul pavimento. Per il resto, conferma le caratteristiche che tutti conoscono: spaziosa in rapporto alle dimensioni, rigida, rumorosa e con una tenuta di strada sbalorditiva ancora oggi. Un vero e proprio “kart a quattro posti”, nel caso specifico con una carrozzeria station wagon che supera i limiti di carico delle “Mini” tradizionali.