Non la mostra delle auto di uno stilista, ma un viaggio nel tema del movimento – fisico, culturale e creativo -, compiuto attraverso le idee di uno dei più importanti automotive designer italiani, Marcello Gandini. Fuori dall’ambiente degli appassionati, il suo nome è poco noto, ma le sue creature più iconiche, la Lamborghini Miura e la Lancia Stratos in particolare, le conoscono tutti.
Lascito creativo
Ultraleggera è la rassegna che il Museo nazionale dell’Automobile di Torino, il Qatar Auto Museum e il Virginia and Commonwealth School of Arts in Qatar dedicano alle riflessioni sul lascito creativo di Gandini. I suoi concetti vengono esplorati attraverso bozzetti e progetti del Maestro, che spaziano dall’automobile all’architettura e, ancora, a oggetti d’uso comune da lui progettati, come la bicicletta pieghevole con ruote di dimensioni normali o ispirati alle sue opere quali le Lamborghini giocattolo, dai robot dei Transformers ai puzzle. La mostra è curata da Simone Carena, continuatore dello studio di Gandini, e da Marzia Gandini, figlia del Maestro.
Da una lezione avanzata
La mostra nasce da una masterclass tenuta in Qatar da Carena con alcune studentesse di vari Paesi, principalmente di lingua araba. Ispirandosi al modo in cui Gandini – con le sue auto, con gli interni delle stesse vetture e con la progettazione architettonica – aiutava persone a muoversi nello spazio, le allieve hanno realizzato mock-up in scala di soluzioni di varia natura, dalle camere temporanee per gli ospiti ai salotti con divani girevoli per adattarsi ai mood dei diversi momenti della vita familiare. Carena ha lavorato anche su altri due concetti gandiniani, le porte a forbice, che segnano il confine tra auto e architettura perché la loro apertura schiude nuovi scenari e spinge alla ricerca visiva e il dominio della natura, che Gandini esplicitava nel controllo della temperatura e nell’inserimento di piante nella sua architettura, ma anche con il controllo della potenza del motore.
Le “vele” e la Countach
Le “stazioni” del percorso nella visione di Gandini sono rappresentate da vele, che sono – spiega Carena – barche che viaggiano di città in città, ma pure oggetti che catturano il vento della tradizione con progetti innovativi. Sulle vele sono rappresentati e spiegati i concetti dei principali progetti di Gandini, dalle auto come Miura, Countach, Stratos e X1/9 alla “vigna” (come a Torino si definiscono le ville fuori porta), che ospita il suo studio, alla villa in Corsica e al padiglione ovale immaginato per le olimpiadi invernali del 2006. Una sola auto, una Countach verde brillante, è esposta alla mostra. Il giorno dell’inaugurazione sono arrivate al Mauto undici sue creazioni, quattro delle quali (Alfa Romeo Montreal, Dino 208 GT4, Lamborghini Diablo e Lancia Stratos) rimarranno esposte nella hall centrale del Mauto fino al 29 giugno. La mostra si concluderà invece il 31 agosto.