Duecento automobili da collezione di tutte le epoche e di tutti i livelli della gerarchia collezionistica (da “pregevole” a “capolavoro”) hanno fatto a pezzi la bucolica pace della Val d’Arda. Due giorni di arrampicate sui tornanti fino a Vernasca, una straordinaria atmosfera alla “tarallucci-e-vino”, nessuna bagarre, musica (dei motori!), ricchi premi e cotillon.
Ci sono fenomeni inspiegabili che meriterebbero seri approfondimenti scientifici, certamente con il contributo di possenti luminari e studiosi capaci di trovare spiegazioni anche ai fatti più intricati e apparentemente senza una coerente soluzione razionale. Ma per certi accadimenti la soluzione più cristallina appare una sola: passione e una mistica alchimia di elementi evidentemente irripetibili.
La strada che da Castell’Arquato arriva a Vernasca, sulle orme della storica cronoscalata tenutasi dal ’53 al ’72 ha un percorso straordinario, forse unico: fino a Lugagnano è un susseguirsi di rettilinei con effetto “ipnotizzante” e magnetico lungo l’imboccatura della Val d’Arda. Il rombo dei motori rimbalza all’impazzata sui pendii boscosi che sembrano rovesciarsi addosso. Poi inizia un’impetuosa danza sui tornanti, salendo in fretta e furia fino agli oltre 450 metri del traguardo, con curve di tutti i tipi e per tutti i gusti. Non c’è gara, non c’è competizione, non c’è premio a chi arriva primo.
Il territorio di questo “Concorso d’Eleganza dinamico” regala uno dei migliori scorci del Bel Paese, un angolo di Italia medievale e rurale ancora vivo e pulsante. Al resto ci pensa un Club interessato a dare, spontaneamente, il meglio: l’opportunità di guidare al massimo del divertimento, pochissima formalità, cena di gala (termine improprio!) tra le torri di Castell’Arquato e la domenica, durante il pranzo finale alla Rocca di Vernasca, le premiazioni in un’atmosfera che fa, paradossalmente, grande questo evento: piatti di plastica, specialità gastronomiche locali fino a stufarsi e premi alle auto e non alla bravura del loro proprietario!
31 Fiat-Abarth, 4 ALFA ROMEO TZ!
Con queste premesse si può iniziare a capire perché al richiamo della Vernasca Silver Flag non sia più possibile resistere e ogni anno duecento auto da tutto il mondo affollano per un intero weekend la Val d’Arda. Ogni anno l’organizzazione sceglie un tema su cui sviluppare una classe (quest’anno il “Best of Italy”) ma tutti i raggruppamenti, dagli Apripista e Staffette fino alle vetture Anteguerra passando per le Turismo, GT, Sport e barchette, saprebbe coprire di ridicolo la più prestigiosa rassegna monotematica messa in piedi da un museo internazionale.
Quest’anno la Vernasca Silver Flag ha radunato: 31 vetture Fiat-Abarth, 4 Alfa Romeo TZ (e una TZ2), 13 Maserati (e tra esse 5 barchette Sport), 2 Porsche 910 e, mescolate nel minestrone, pezzi che dovrebbero rimanere in un caveau (ma la passione esige, giustamente, di usarle a costo di romperle!); una Bristol 407 Zagato 1960, una Sauber C9 1989 di Gruppo C, l’Alfa Abarth 1000 Bertone/Colani 1959 (esemplare unico), una delle 4 Maserati A6 GCS Coupé Pininfarina 1954 (da molti ritenuto il più bel coupé fuoriserie della storia), una Matra MS 630 Ford del ’67, un’Iso Grifo A3C del ’64, una Maserati Tipo 61 Birdcage “Coda Lunga”, 2 Lancia Stratos e una Lancia LC1 del 1983.
Alvise-Marco Seno