Affluenza di pubblico in crescita e tante le tematiche sviluppate nella seconda edizione dell’evento veronese: 50 anni Lamborghini Miura, 90 anni Touring, una eccezionale esposizione di Lancia da corsa e di vetture del Museo Nicolis, l’ampia area commerciale, specchio di un mercato in una fase di grande incertezza.
La seconda edizione del Salone dell’Auto d’Epoca e da collezione di Verona ha riempito i padiglioni di Verona Fiere con una ragguardevole… “farcitura”: oltre 1.000 veicoli di tutte le epoche (da una rara Metz 22 del 1914 alla Porsche Cayman GT4; tra loro, oltre 100 anni di evoluzione automobilistica), risultato della partecipazione di più di 350 organizzazioni tra aziende, club e registri. Al calcolo dobbiamo aggiungere ben undici raduni (e tra questi l’appuntamento con AMiki Miei, un’adunanza di vetture che ha reso omaggio al “nostro” campione Miki Biasion) e prove di regolarità organizzate dalle scuderie. Naturalmente non possiamo dimenticare l’intero padiglione dedicato alla vendita di ricambi e di automobilia per soddisfare le bramosie degli appassionati più di nicchia.
PADIGLIONE 1: I CAPOLAVORI
I padiglione “principe” di Verona Legend Cars ci ha raccontato capitoli straordinari della storia automobilistica. Il Lamborghini Club Italia ha esposto un’autentica scala reale: cinque Lamborghini Miura, una per ogni decade a rappresentare il suo mezzo secolo di vita. Accanto a loro, un appassionante-frustrante esposizione di Lancia da competizione. C’erano tutti i mostri sacri dell’avventura sportiva della casa torinese degli ultimi 45 anni, tutte vetture ufficiali provenienti da una delle più importanti collezioni di auto da rally del mondo: Fulvia, Stratos, Montecarlo Turbo, LC1, LC2, Delta S4, Delta Integrale. Si proseguiva con tre vetture molto rare, significative e preziose del Museo Nicolis: una Cisitalia 202 in configurazione barchetta Sport, una Fiat 1100 Cabriolet Castagna e una Maserati A6 1500 Coupé Pininfarina. La chiave di volta l’ha fornita, infine, il Registro Touring Superleggera. Nell’anno del 90esimo anniversario della fondazione dell’azienda di carrozzeria milanese, il sodalizio che raccoglie tutte le Touring del mondo ha portato 13 automobili rappresentanti di altrettanti capitoli della sua storia, dalle Bianchi e Alfa Romeo Anni 20 alle Aston Martin, Maserati e Lancia degli Anni 60.
COMMERCIANTI: TANTI E “AGGRESSIVI”
Il parterre offerto da Verona Legend Cars 2016 è stato ampio e variegato, senza dubbio infulcrato sul tema della vendita. La maggior parte della varietà di auto presenti, infatti, è dipesa dalla massiccia presenza di commercianti. In un periodo in cui l’auto da collezione sembra essere l’unica fonte di investimento “certa”, operatori del settore, proprietari e acquirenti sono scatenati.
Il rovescio della medaglia è che gli “affari” stanno diminuendo (poche le automobili su cui vale davvero la pena investire) e, complici le quotazioni ancora elevatissime, nonostante i risultati d’asta internazionali stiano indicando una flessione, solo le automobili oggettivamente dotate di un valore storico-collezionistico rilevante passano di mano senza troppi problemi. Negli altri casi l’atteggiamento comune è offerto dagli sguardi sbalorditi e increduli del pubblico di fronte a certe richieste da parte del soggetto venditore.
Porsche è, ancora una volta, marchio protagonista assoluto della scena (dalle prime 356 alle ultime 991 GT3 l’offerta è pressoché completa; le quotazioni elevate interessano tutti i modelli, anche quelli più recenti come 996 e le prime 997) con prezzi molto elevati e, secondo la maggior parte dei commenti, molto sopra i reali valori delle vetture. E’ inoltre da segnalare una forte presenza di vetture moderne: molte recano con sé valori che ancora non meritano, altre sono inevitabilmente condannate dal superbollo, almeno per quanto riguarda noi italiani.
Alvise-Marco Seno