La settima edizione della Winterace va all’equipaggio Sisti-Gualandi, che ha messo il muso della propria Lancia Aprilia davanti a Gaggioli-Pierini su Autobianchi A112 e Fontanella-Covelli su un’altra Aprilia.
Dopo il successo dell’anno scorso Sergio Sisti e Anna Gualandi raccolgono un’altra entusiasmante vittoria alla settima edizione della WinterRace 2019, superclassica invernale che ruota intorno alla bellissima Cortina d’Ampezzo, città fiabesca al centro delle Dolomiti, patrimonio UNESCO.
Questione di coefficiente. Sono stati Sergio Sisti e Anna Gualandi del Classic Team a imporsi sulle altre Aprilia in gara, quella di Fontanella Gianmario e Annamaria Covelli, saliti comunque sul terzo gradino del podio, e quella di Giuliano Canè e Lucia Galliani, sesti assoluti. Con la loro Lancia Aprilia del 1937 hanno superato i giovani Marco Gaggioli e Andrea Pierini, autori del miglior risultato in termini di penalità, solo 258, e portacolori dell’esordiente Scuderia perugina Car House Club, vincitrice della Classifica Scuderie al suo debutto a Cortina. Certamente aiutati dalla loro Autobianchi A112 del 1972, hanno promesso che il prossimo anno s’iscriveranno con un’anteguerra.
Auto celebri e volti noti. Come vettura più fotografata il premio va alla Porsche 550 Spyder RS del 1955, una delle prime vetture al mondo provvista di un alettone per competere su circuiti del calibro di Le Mans e Nürburgring, oltre ad aver primeggiato in concorsi d’eleganza di primo livello, da Pebble Beach a Villa d’Este. Per il maggior numero di interviste, invece, il premio va a Filippo Berselli, navigato alla Winterace 2019 dal bolognese Flavio Faedi. L’ex senatore si è presentato al via con la Triumph TR3 del 1958 usata da Marcello Mastroianni nel celebre film di Federico Fellini “La Dolce Vita”, dopo essere stata sottoposta a un importante ripristino. Infine il premio per la più invidiata, perchè tutti avrebbero voluto farci almeno un giro, va all’esagerata Lancia Stratos del 1975 dell’equipaggio svizzero Mellinger-Gelmini: tanta roba.
Ruoteclassiche al completo. C’eravamo tutti alla Winterace. Il direttore David Giudici, navigato per l’occasione da Paolo Cattagni, amministratore delegato di Girard Perregaux Italia, sulla 356 A Speedster del 1956 di Porsche Italia. Il vice direttore Carlo Di Giusto, che ci ha seguito per tutti e due i giorni di gara osservando dall’esterno la competizione e assistendoci per ogni necessità. E la sottoscritta, navigata da Rosemary Boscardin su Porsche 911 T del 1966, arrivata nona assoluta, prima dei colleghi giornalisti e premiata anche come equipaggio femminile.
I protagonisti. E poi c’erano loro, una quarantina di entusiasti equipaggi su auto storiche costruite fino al 1976, e una ventina di vetture del Cavallino di Stoccarda iscritte alla 4° Porsche Winterace, riservata ai modelli dal 1977 ai giorni nostri. Un “tributo” sempre più numeroso, complice quest’anno anche la presenza oltre che del Centro Porsche Padova, del Centro Porsche Milano Est, presentatosi al via con ben 5 equipaggi iscritti alla neonata scuderia Porsche Classic Milano Est, entrambe filiali dirette di Porsche Italia, alla Winterace ben rappresentata dal Direttore Generale Pietro Innocenti, navigato da Ornella Pietropaolo sulla Porsche Carrera 2.7 RS del 1973.
Wafer che passione! Partita venerdì primo marzo da Cortina, la prima tappa di questa settima edizione della WinterRace si è svolta principalmente in Austria, tra la sede della Loacker di Heinfels, che ha ospitato gli equipaggi la mattina per un goloso coffe break e il pomeriggio per una serie di prove a cronometro, e il centro storico di Lienz, dove sono stati allestiti un’altra serie di passaggi su pressostato nella piazzetta del centro e, in via del tutto esclusiva, sulla pista di atterraggio dell’aeroporto.
Là dove tutto ebbe inizio. La chicca di questa edizione però, è stata la tappa a Gmünd, paesino della Carinzia dove è nata la prima Porsche ormai più di 70 anni fa, e dove si trova il Porsche Museum Helmut Pfeifhofer, una collezione privata di 48 vetture tra cui la 356 con carrozzeria in alluminio battuta a mano, numero di telaio 20. Dopo una visita al museo la giornata è proseguita con un pranzo tipico nel grazioso centro medievale di Gmünd, nell’antica locanda birreria Prunner, affacciata sulla storica piazza, che ha origini risalenti al XVI° secolo. Una tappa davvero impegnativa quella di venerdì, con oltre 350 chilometri da percorrere, le prime 36 prove cronometrate delle 66 previste da affrontare, e 4 delle 6 prove di media in programma, con classifica a parte.
In cima ai monti con Annette. La giornata di sabato ha cambiato le carte in tavola giocando l’asso del piacere di guida e dei paesaggi firmati UNESCO. Sono stati sei i passi affrontati, dai più famosi Giau, Pordoi, Sella e Gardena, ai meno noti Furcia e Cimabanche. Le ultime 30 prove cronometrate e due di media hanno tenuto alta l’adrenalina fino all’arrivo tradizionale in centro a Cortina, con passerella e presentazione in Corso Italia, tra la curiosità e la sorpresa di turisti, locali, appassionati o semplicemente curiosi.
Tutto in famiglia. Dice il vero Rossella Labate, organizzatrice e anima di questa superclassica, quando afferma che la Winterace è un’occasione invernale per ritrovarsi, come in famiglia, e che al grand Hotel Savoia di Cortina, quartier generale e base operativa di tutta la manifestazione, ci si sente come a casa. Ed è vero quando Sergio Sisti, al momento della premiazione, ha sottolineato come gli riesca molto più facile essere il primo di tutti in un clima così rilassato e sereno. Perché già quando sali in macchina per raggiungere Cortina, da qualsiasi parte d’Italia, scatta in automatico la modalità relax e sai che stai andando a ritrovare tanti amici, a divertirti e a stare bene, e ti chiedi solo chi sarà il più bravo questa volta.
Montepremi ricchissimo. Hanno vinto invece la 4° Porsche Winterace l’equipaggio Narducci-Spalazzi Caproni su Porsche 911 del 2016. E non dimentichiamo che ai vincitori assoluti è andato il tanto ambito lingotto d’oro di 100 grammi del valore di 3800 euro. La casa orologiera svizzera Girard-Perregaux invece, ha premiato la coppia padre e figlio, Emanuele e Marco Sala che hanno gareggiato su una Porsche 356 C del 1964, con un’icona della sua produzione: il “Laureato 42mm”, per l’occasione con cinturino in tessuto realizzato dalla rinomata azienda di sartoria veneta Tramarossa. Tra gli altri main sponsor anche Mafra, che ha visto l’ennesima sfida tra i fratelli Massimiliano Mattioli, navigato da Massimiliano Gatti su Fiat 124 Abarth Rally del 1973, e Marco Mattioli, reduce dal Montecarlo Historic con il suo navigatore Mario Pensotti su Alfa Romeo 1750 GT Veloce.