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360 ruote a Torino

Sommario: Il 27 aprile Aste Bolaffi metterà all’asta 180 moto, scooter e biciclette a motore, nel doppio formato classico (a Torino) e online. Fra i pezzi più interessanti, una Gilera Otto Bulloni, il Rumi Formichino e diverse Moto Guzzi.

Rispetto alle auto, in Italia le aste dedicate alle dueruote sono un evento più raro. Se non altro per questo motivo, quando una collezione decide di cambiare aria, vale sempre la pena scrutare cosa c’è nel catalogo. Stavolta si tratta di circa 180 fra motociclette, motoleggere, scooter, motorini e biciclette a micromotore. Di qui il titolo della vendita, “360 Ruote”, in programma il 27 aprile da Aste Bolaffi a Torino, anche nella formula internet live sul sito della casa. L’offerta dei lotti è assai eterogenea e spazia in un ambito temporale altrettanto vasto, dagli albori del Novecento fino agli anni Settanta. Il catalogo presenta diversi pezzi di sicuro interesse collezionistico. Negli scooter, si distinguono il Piatti e l’irresistibile Rumi Formichino, oltre a una rara Lambretta 150D delle Poste francesi. Le moto sono perlopiù di piccola cilindrata. Le cosiddette “motoleggere” hanno segnato il secondo Dopoguerra e gli anni del boom, diffusissime fino alla motorizzazione di massa dei primi anni Sessanta. Fra i pezzi più importanti, però, spunta una Gilera Otto Bulloni, evergreen del collezionismo; e diverse Moto Guzzi, di sicuro interesse nell’anno del Centenario dell’Aquila di Mandello del Lario.

Scootermania! Irresistibile Formichino, si diceva. Le forme vagamente zoomorfe che ne hanno concepito il nome sono uscite dalle crete di Donnino Rumi, artista e costruttore bergamasco. Presentato nel 1954 e prodotto per tutti gli anni Cinquanta, è dotato dal motore 125 due tempi della “Turismo” e di una semicarenatura in stile jet age, molto popolare i tempi (vedi Aermacchi Chimera). Piccolo ma coraggioso, il Formichino si presentava regolarmente alla partenza delle maratone stradali come la Milano-Taranto e il Giro d’Italia. È un capolavoro di design italiano che non sfigura in soggiorno, ma che essendo funzionante può essere utilizzato per piccole gite fuoriporta. La stima varia fra i due e i quattromila euro. Un altro scooter dal design simpatico e “paperino” è il Piatti, disegnato da Vincenzo Piatti nel 1952 per essere prodotto in Belgio e nello stabilimento Cyclemaster in Inghilterra. Essendo più raro, la stima si arrampica fra i sette e i novemila euro. Più nota e diffusa la Lambretta Innocenti, di cui troviamo una 125 DL “Macchia Nera”, così soprannominata per l’originale adesivo posto sullo scudo anteriore, perfettamente conservata e funzionante (2.000-3.000 euro). Come anticipato, c’è anche un’inconsueta Lambretta 150 D delle Poste francesi completa di carrellino per i recapiti (stima 1.000-2.000 euro). Pochi sanno che anche MV Agusta ha “frequentato” il segmento: fra i lotti sono presenti alcuni esemplari del marchio 37 volte campione del mondo Velocità.

Dalle maxi alle mini. Fra le tante motociclette di grossa cilindrata, spiccano la Indian 750 del 1950 (stima 15.000-18.000 euro) e la Gilera Otto Bulloni, grande classico sportivo della gloriosa casa di Arcore (stima 10.000-15.000 euro). Più in basso, una rara Aermacchi 250 bicilindrica, progettata nel 1952 da Lino Tonti e costruita in soli 150 esemplari (stima 2.500-4.000 euro). Nell’anno del Centenario 1921-2021, occhi e offerte puntati sulla Moto Guzzi GTW Bitubo del 1938, la più rara in catalogo. Fra le motoleggere degli anni Cinquanta, da annotare la Capriolo 75 prodotta dalla Aero Caproni di Trento; e soprattutto la Mondial 175 Super Sprint, leggera e veloce, una delle migliori produzioni dell’azienda bresciana fondata nel 1929  dai fratelli  Boselli, dominatrice dei Gran premi fino al ritiro del 1957. Le biciclette motorizzate e i micromotori suscitano sempre curiosità e simpatia: un piccolo, grande classico dell’asta “360 Ruote” è il Mosquito 38 cc, anche nelle successive evoluzioni 48 cc; poi una bicicletta Bianchi con motore Dardo, un Velosolex francese e altre curiose bici motorizzate tedesche e svizzere, come HW MAW e Zanetti. «È un’asta destinata al grande pubblico, ce n’è per tutti i gusti e per ogni budget. Un’occasione unica per arricchire la propria collezione, o anche solo per conquistare un oggetto simbolo del costume della nostra società e della nostra storia. Non ultimo un’opportunità per portarsi a casa pezzi dal design veramente innovativo e accattivante trasformandoli in elementi d’arredo», commenta Filippo Bolaffi, amministratore delegato della casa d’aste.

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