Difficile immaginare che da quel bruco sarebbe nata una splendida farfalla. Eppure, 60 anni fa, al Salone di Torino, debuttò, nello stand Lamborghini, un semplice telaio – completo di motore – progettato da due giovani ingegneri: Gian Paolo Dallara e Paolo Stanzani. A rivestirlo, dando vita ad una delle più affascinanti opere d’arte su ruote mai realizzate, ci pensò Nuccio Bertone, che affidò il compito a Marcello Gandini e – tempo pochi mesi – il risultato finale era sotto gli occhi estasiati dei visitatori del Salone di Ginevra del 1966.
Quell’installazione misteriosa
A Torino, novembre 1965, il pubblico si affolla incuriosito intorno ad un telaio: nudo, essenziale, in lamiera scatolata, piegata, saldata e forata per contenere il peso: porta già in sé il seme della leggenda e la presenza del V12 da 4 litri della 400 GT (che fornisce anche le sospensioni) in posizione centrale e trasversale, per scatenare la fantasia. Sarà un prototipo da corsa? In realtà il progetto TP400 (TP sta per “trasversale posteriore”) è una dichiarazione di intenti: la casa di Sant’Agata Bolognese annuncia a tutti che è iniziata una nuova era.
Dai cordoli agli incroci
Tutto era nato nell’estate 1964, da tre giovani della squadra Lamborghini: Giampaolo Dallara, Paolo Stanzani e il collaudatore Bob Wallace. Poco più che ventenni, sognano di portare la Casa nel mondo delle corse ma Ferruccio Lamborghini non ne vuole sapere: i tre però non demordono e decidono che, se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna. Tradotto in termini automobilistici, significa portare sulle strade normali un progetto nato per la pista. Del resto, con appena 120 kg di peso e una vasca centrale portante affiancata da due telaietti ausiliari, il telaio è un qualcosa di mai visto su strada e cattura subito l’attenzione dei carrozzieri: Touring, pur coinvolta in prima battuta, non può proseguire, Pininfarina è impegnata altrove, Bertone arriva e promette la «scarpa perfetta per questo piede meraviglioso». Durante le vacanze di Natale, nello stabilimento Bertone, nascono i primi bozzetti: linee così innovative da diventare progetto definitivo.
Leggendaria sessantenne
Tra pochi mesi, nel 2026, un altro compleanno – quello vero – sarà l’occasione per Lamborghini di celebrare (sono previste moltissime iniziative speciali) i sessant’anni dalla presentazione della Miura in tutta la sua sfolgorante bellezza: un modello che ha cambiato per sempre il mondo delle supersportive, aprendo la strada a un linguaggio di innovazione e bellezza destinato a durare nel tempo e inaugurando il concetto di “supercar”. E dire che tutto è partito da delle lamiere nere, quattro scarichi bianchi e dodici tromboncini Weber.