Dal 10 giugno al 7 novembre, 16 opere esposte al Mauto di Torino raccontano Caty Torta: una straordinaria artista contemporanea, allieva di Felice Casorati e grande appassionata di auto. Oltre ai dipinti sono presenti anche alcune auto che ripercorrono il passato motoristico della pittrice. Ecco quali.
A centouno anni dalla nascita della pittrice Caty Torta, il Mauto (Museo Nazionale dell’Automobile) le dedica una mostra monografica di sedici opere, realizzate tra il 1932 e il 2004. Queste sintetizzano un percorso artistico in cui Caty Torta si è distinta per il suo anticonformismo e la modernità. Pittrice talentuosa, ma anche e soprattutto un’antesignana assoluta di quell’emancipazione femminile che, decenni dopo, ha animato alcuni dei più accesi dibattiti sociali. Una donna attratta, sin da giovanissima, dal mondo dei motori, dalla velocità e dalle corse, divenute tematiche ricorrenti nelle sue opere. Durante la mostra Caty Torta. Un’artista libera, alcune delle automobili che hanno segnato la sua vita affiancheranno le preziose tele in esposizione.
ll coraggio di osare. Il Mauto ospita una selezione di 16 opere tra dipinti e bozzetti, appartenenti alla collezione privata del figlio Cesare Denoyè. Il percorso espositivo si articola fra le esperienze cardine che hanno caratterizzato della ricerca estetica di Caty: le Mille Miglia, Casorati, l’Avanguardia Torinese e Parigi. Un excursus raccontato con l’evoluzione del suo segno pittorico, dagli esordi alla sua maturità artistica.
Mariella Mengozzi, Direttore del Mauto ha dichiarato: “La proposta di organizzare al MAUTO una mostra dedicata a Caty Torta è stata subito accolta con entusiasmo: celebrare nel 2020 i 100 anni dalla nascita di un’artista anticonvenzionale, uno spirito indomito come i cavalli dei motori che tanto la affascinavano, una donna coraggiosa che non ha mai rinunciato a esprimere le proprie emozioni. All’improvviso, il lockdown e l’emergenza sanitaria hanno interrotto il progetto, costringendoci a posticipare la mostra di alcuni mesi. Ma, come talvolta accade, l’entusiasmo non è diminuito, anzi ha contagiato altre persone e si sono sviluppate nuove iniziative ispirate a questa artista straordinaria; tra queste, il progetto di formazione realizzato in collaborazione con la Camera di Commercio di Torino, particolarmente importante perché rivolta ai giovani” E prosegue: “. Caty ha ripetuto spesso l’insegnamento che il suo maestro, Felice Casorati, le aveva trasmesso: Ci vuole coraggio! E vorremmo che questo fosse interpretato anche come il messaggio di fondo, il filo conduttore dell’intera mostra, finalmente presentata al pubblico in segno di rinascita, di ripresa dopo mesi di chiusure forzate. Un incitamento a tutti noi, e in particolare ai giovani, a non arrenderci alle difficoltà, a osare, a sognare, e anche a credere di più in noi stessi e nelle nostre capacità”.
L’artista. Caterina “Caty” Torta nacque nel 1920 in una famiglia dell’alta borghesia torinese. Figlia unica di un ingegnere, Ispettore Capo delle Ferrovie, condusse un’infanzia agiata e serena. Grazie a suo padre sin da piccola ha l’opportunità di scoprire città e metropoli ricche di stimoli come Parigi, la città che ha amato e le ha dato ispirazione per tutta la vita. Giovanissima, dimostrò subito un grande talento creativo nella pittura: un impegno cui dedicarsi con devozione e amore.
Dall’età di 16 anni, Caterina seguì lezioni private dal Maestro Tullio Alemanni dal quale imparò il rigore formale del disegno e della pittura tradizionale. Numerosi bozzetti dimostrano come Caterina si fosse applicata in maniera precisa e puntuale seguendo i dettami del suo maestro, tuttavia si può già scorgere una certa “indolenza” rispetto all’approccio accademico. Al netto delle esercitazioni, Caty inizia a definire una propria cifra stilistica che suggerisce già una visione assolutamente personale della realtà. Quegli esercizi, necessari per padroneggiare il linguaggio artistico, presto si rivelarono una gabbia claustrofobica, tanto che sarà proprio il Maestro Alemanni a dirle “Non ci capiamo più” e a consigliarle di seguire un nuovo maestro, improntato alla contemporaneità: Felice Casorati. Seguace e fondatore del Realismo magico, Casorati aveva fatto dello straniamento e dell’intimità religiosa la propria missione artistica. Questi rimase colpito dal dinamismo e dall’energia di una tela di matrice astratta e futurista dipinta da Caty. In lei, Casorati riconobbe quel “coraggio” proprio di chi non si limita a replicare le opere dei grandi maestri, ma cerca invece una propria identità artistica in piena autonomia.
Le prime partecipazioni. Con l’aiuto di Casorati, Caty prese parte a mostre collettive nazionali e internazionali, tra Torino, Milano e poi la sua amata Parigi. Tra gli anni 50 e 60, Caty raccolse innumerevoli plausi e consensi e, a partire dal 1955 la sua carriera artistica decolla. Espose per la prima volta tre sue opere con altri allievi del maestro Casorati nelle sale dell’Europa Giovane: uno dei primi esperimenti di “incubazione” di giovani intellettuali in una Torino industriale che iniziava ad aprirsi alle visioni artistiche intese come espressione di libertà interiore. Si susseguirono poi numerosi eventi, tra cui la partecipazione a una collettiva indetta dalla Promotrice delle Belle Arti di Torino e la sua mostra personale alla Galleria Spotorno di Milano presentata da Angelo Dragone. Incoraggiata dal maestro Casorati, nello stesso anno Caty venne ammessa all’Accademia de la Grande Chaumière a Montparnasse e iniziava così la sua permanenza a Parigi.
Un’indole passionale. Caty sentiva la necessità di assecondare la propria indole di donna indipendente, lontanissima dai clichés dell’epoca: tanto da entrare in possesso, giovanissima, di una patente sportiva ante-litteram. Ancora adolescente partecipò a diverse gare di velocità e persino alla Mille Miglia, continuando a guidare auto ad alte prestazioni come le sportive di Casa Porsche anche da ottantenne.
Dal figurativismo all’astrattismo, le sue tele hanno raccontato spazi rarefatti, colori violentemente accesi e contrasti fra tonalità calde e fredde, sapientemente accostate. Il dinamismo delle tele è una metafora della sua vita, costellata da scelte coraggiose, eventi nefasti e rivincite: tra Parigi e Torino, velocità e introspezione, avventura e contemplazione. Tutti aspetti di un’esistenza vissuta all’insegna della tenacia, della consapevolezza, della devozione e, soprattutto, in nome della cosa più preziosa per la vita di ogni individuo, la libertà.
Nel giro di pochi anni, due eventi nefasti segnarono la vita di Caty: nel 1963 si spense la sua guida artistica e spirituale il Maestro Casorati e nel 1966, suo marito, Cesare Denoyè che la lascia con un bimbo di pochi anni, Giulio Cesare. La sua ricerca si fece più silenziosa e introspettiva, nelle opere di questo periodo emerse la sua innata curiosità che si concentrava sulla fisica e sulla chimica. L’affascinavano temi come l’energia atomica e seguì con attenzione le ricerche di Carlo Rubbia, di Tullio Regge, del CERN di Ginevra ma anche tragedie come il disastro di Cernobyl. Caty si è spenta a 94 anni, nel giugno 2014, serenamente e circondata dall’affetto dei suoi cari.
La mostra. Le opere esposte ripercorrono l’intero periodo di produzione artistica della pittrice torinese: da quelle giovanili come “I buoi” (1932) realizzata a soli 12 anni alle opere del periodo parigino, quando frequentava l’Accademia della Grande Chaumiere a Montparnasse, fino al dipinto “Tramonto al Sestriere” (2004) con una Porsche impegnata in un percorso tortuoso. Un rimando, non troppo velato, alla tenacia con cui Caty ha continuato a guidare le sue auto sportive ad un’età di oltre 80 anni.
La Curatrice della mostra, Laura Tota dichiara: “Parlare di Caty Torta vuol dire intraprendere un viaggio attraverso tutto il ‘900. Significa partire alla scoperta non solo di una pittrice talentuosa e apprezzata dalla critica benché lontana dalle luci della ribalta per sua scelta, ma anche incontrare una donna straordinaria, capace di affermare con fierezza e caparbietà la propria autonomia artistica e personale.” E prosegue: “La sua è stata una vita vissuta alla velocità delle sue passioni, la pittura e le automobili, rispondendo a un’unica necessità: essere libera. Un monito, in questi tempi così difficili, per tutte le donne che quotidianamente lottano per la propria autonomia e identità. Quella che abbiamo voluto portare al Mauto è una mostra eclettica in cui convivono arte, motori e storia: è attraverso questo dialogo che abbiamo scelto di raccontare la vita di una donna incredibile che personalmente ho imparato ad amare e che mi auguro possa insegnare molto a tutti coloro che sceglieranno di conoscerla.”
Non solo tele. Ad integrazione del racconto sulla sua personalità passionale e spericolata, accanto alle opere pittoriche di Caty Torta sono esposte alcune delle vetture che l’hanno accompagnata in “gara” e nella vita: una Lancia Aprilia del 1937 come quella che il padre le regalò per il suo 18esimo compleanno e con la quale prese parte alla MilleMiglia; una Volkswagen Golf GTI del 1981, con cui sfidava i “pivelli” ignari che quella vecchietta possedeva ancora i riflessi e la tecnica da pilota e infine una Porsche 911 Carrera, serie 996 del 2003, rappresentativa del grande amore di Caty per le vetture Porsche: eleganti, sinuose, dal motore ruggente ma anche audaci e fedeli a loro stesse. Esattamente come il suo spirito.
Lancia Aprilia (1937) Lancia è sempre stata sinonimo di eleganza e innovazione. La berlina Aprilia sintetizzava perfettamente queste caratteristiche, presentata nell’autunno 1936 e prodotta fino al 1950, è considerata, unitamente alla Lambda, il capolavoro di Vincenzo Lancia. A partire da una stile assolutamente d’avanguardia, la Aprilia era foriera di raffinate soluzioni tecniche come il motore quattro cilindri a V stretta con camere di scoppio emisferiche, la sospensione a quattro ruote indipendenti e la carrozzeria a scocca portante dalla silhouette aerodinamica. Venne proposte inizialmente nella cilindrata di 1.351 cc, poi aumentata a 1.486 cc. L’ottima tenuta di strada e un favorevole rapporto peso-potenza consentirono alla Lancia Aprilia di affermarsi in innumerevoli gare di velocità, prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale. In versione autotelaio (scatolato) e con passo lungo, fu uno dei modelli prediletti dai carrozzieri per la realizzazione di alcune tra le fuoriserie più belle e particolari del secolo scorso. In esposizione un modello prima serie, uguale a quello guidato da Caty Torta in gioventù.
Volkswagen Golf GTI (1981) La Volkswagen Golf GTI viene presentata al Salone di Francoforte del 1975 ma la non ne ufficializzò la produzione fino all’estate successiva. Il colosso di Wolfsburg contava di produrre la GTI in una serie limitata di 5000 esemplari, che vengono esauriti in meno di due mesi. La Volkswagen Golf, disegnata da Giorgetto Giugiaro è stata il primo modello Volkswagen di concezione “moderna”. La nuova compatta, destinata a diventare la reginetta delle compatte proponeva la trazione anteriore, una carrozzeria a due volumi con il pratico portellone, sedili posteriori ribaltabili, una qualità superiore alla media e un’estetica moderna che poteva essere elegante o sportiva a seconda degli allestimenti. Al vertice, la Golf GTI equipaggiata con un 1.6 litri da 110 cv. Il modello esposto è del 1981.
Porsche 911 Carrera 996 (2003) La sigla 996 indica la quarta generazione della 911, prodotta dal 1997 al 2005. Questa serie rappresentò una vera e propria rivoluzione rispetto alla precedente 993: fu la prima tra le 911 ad essere dotata di un motore raffreddato ad acqua e della distribuzione a quattro valvole per cilindro. Altro aspetto che fece storcere il naso ai puristi fu l’adozione dei grandi fari a goccia in luogo di quelli circolari. All’interno la plancia è totalmente ridisegnata, tutti gli aspetti progettuali vengono reinterpretati per garantire un comfort migliore senza tralasciare le proverbiali doti sportive del modello. Nonostante le critiche, la serie 996 è stata la generazione più venduta nella storia della Porsche 911.
Info. Caty Torta. Un’artista libera è un evento è organizzato da Vistamare Visioni Associati ha come Main Sponsor Erre Esse S.p.a. Centro Porsche Torino e vede la partecipazione di K-Over e delle farmacie San Giacomo e San Dario Torino.
Indirizzo: Museo Nazionale dell’Automobile, Corso Unità d’Italia, 40 Torino
Orari (dal 10 giugno al 7 novembre)
lunedì ore 10-14, pomeriggio chiuso
dal martedì alla domenica ore 10-19
Ingresso con biglietto museo
Biglietteria
Biglietto intero: 12 €
Biglietto ridotto: 10 €
Scuole: 2,50 €
Ragazzi dai 6 ai 18 anni accompagnati da un adulto: 5 €
Gratuito per i minori di 6 anni e i possessori della Torino+Piemonte Card e dell’Abbonamento Musei Torino Piemonte.
Per tutte le informazioni: www.museoauto.com
Il catalogo della mostra Caty Torta con la selezione completa delle opere in esposizione è disponibile nel bookshop del museo al costo di 16 euro.
Contatti. Mailander – Relazioni Digitali by Mailander
Comunicazione e ufficio stampa per MAUTO – Museo Nazionale Automobile Torino
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