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Alfa Romeo 164 3.0 V6 Quadrifoglio: Biscione vero, con o senza 4×4

Tra la fine degli anni 80 e l’inizio dei 90, il passaggio alla trazione anteriore su quella che era l’ammiraglia Alfa Romeo non fu digerito benissimo dai clienti del marchio. Nonostante la 164 – di lei stiamo parlando – sfoggiasse un invidiabile equilibrio nelle linee, filanti, sportive e moderne, che esprimevano personalità grazie all’opera di Pininfarina. Anche la gamma motori era decisamente all’altezza, con al vertice il sei cilindri a V che garantiva prestigio e prestazioni entusiasmanti.

230 km/h e un sound unico. Proprio il V6 “Busso” – nome che gli appassionati pronunciano con grande rispetto e ammirazione – aveva equipaggiato fin dal lancio la 164, in versione 3.0 litri, due valvole per cilindro e 188 CV (185 se catalizzato). Numeri che si traducevano in una velocità massima di 230 km/h e uno 0-100 in 7,7 secondi, più che interessanti nel 1987 e ancora degni di rispetto oggi. Merito anche dell’aerodinamica – la 164 aveva un Cx di 0,30 -, che si sposava a un’ottima tenuta di strada, frutto di un accurato lavoro riguardo alle sospensioni, all’assetto e al motore collocato più in basso rispetto alle sorelle di progetto, per abbassare il baricentro della vettura.

Arriva la Quadrifoglio Verde. Il sei cilindri venne declinato poi in versione 2.0 litri turbo, con prestazioni paragonabili (se non superiori) a quelle del 3.0 V6, ma anche il 3.0 aspirato nel corso degli anni venne aggiornato ed evoluto, a partire dal 1990, quando la potenza salì a 197 CV dando vita alla versione Quadrifoglio. La vettura era in grado di raggiungere una velocità massima di 237 km/h e di risolvere lo 0 a 100 km/h in poco più di 7 secondi; si riconosce immediatamente per le minigonne molto pronunciate, che proseguono anche sotto il paraurti posteriore e si raccordano allo spoiler anteriore che incorpora i fendinebbia. Di disegno esclusivo anche i cerchi di lega a cinque razze da 15”, dotati di pneumatici 195/65.

24 valvole e trazione integrale. Nel 1992 il 3.0 adottò la distribuzione a 24 valvole, arrivando a 211 CV, grazie anche a pistoni, teste cilindri di alluminio, nuovo sistema di gestione e accensione elettronica. Nel frattempo, la 164 venne sottoposta a un restyling che portò alla nascita della versione Super, alla quale venne affiancata la “Quadrifoglio”. Quest’ultima, con 232 CV e 245 km/h non temeva confronti, e, addirittura, rilanciava, con quella che divenne la “summa” dell’evoluzione tecnologica applicata a questo modello. Si trattava della Q4, una specialissima versione della 3.0 V6 24V dotata di trazione integrale permanente e sesta marcia di potenza: si perdevano otto km/h in velocità massima, ma la grinta e la tenuta di strada della 164 vennero esaltate al massimo. Pure il prezzo era esagerato, sfiorando quasi i 90 milioni di lire e oggi, in ottime condizioni, può valere anche 27 mila euro.

L’anteriore è più abbordabile. Pur costando di meno all’epoca, circa 75 milioni di lire, è la “Quadrifoglio” a trazione anteriore la più ricercata dai collezionisti. Oggi non è facile trovarne una – in generale, non sono molte le 164 sopravvissute -, e bisogna mettere in conto tra i 18 mila e i 21 mila euro per un esemplare che abbia mantenuto integro meccanicamente ed esteticamente il proprio blasone.

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