Nato nel 1913, arrivò sulla scena quando gli altri erano già grandi e affermati. Recuperò in fretta e a soli 33 anni aprì il suo piccolo atelier in via Cigliano, a Torino.
Non appartenne alla luminosa generazione dei carrozzieri torinesi della prima ora. Tuttavia poté militare, giovanissimo, presso gli Stabilimenti Farina e la Pinin Farina, che ne plasmarono le iniziali aspirazioni alle rudi tecniche del battilastra. In quei luoghi stregati Alfredo Vignale – classe 1913 – apprese i rudimenti del mestiere da coloro che avevano coltivato all’alba del Novecento l’arte di trasformare un freddo autotelaio in una splendida automobile.
Negli stessi Stabilimenti Farina lavoravano anche il padre Francesco e il fratello Eusebio, che l’avevano preceduto sotto i grandi capannoni di corso Tortona 19, in borgata Vanchiglietta, un rione dove all’epoca si era concentrata l’attività di altre celebri firme della carrozzeria italiana. L’abilità di Alfredo nel modellare con l’ausilio dell’incudine e di diversi martelli il foglio di alluminio fino a conferirgli forme concave e convesse si consolidò rapidamente, e tale padronanza in un mestiere così creativo – i cui segreti gli erano stati svelati da personaggi come Felice Mario Boano e Pietro Frua – lo abilitò presto a guidare il reparto di lastratura presso l’azienda di Giovanni Farina, che contava al tempo un organico di quasi un migliaio di dipendenti.
Le brillanti capacità manuali del giovane artigiano e la sua instancabile dedizione al lavoro ne forgiarono nettamente i connotati professionali, che non ebbero tuttavia modo di trovare migliore espressione durante gli anni del conflitto mondiale, un periodo nel quale divenne essenziale mettere al riparo gli impianti dai bombardamenti aerei. Fu così che la grande aspirazione di Alfredo, quella di compiere il fatidico passo di mettersi in proprio, dovette attendere fino all’immediato dopoguerra.
Il 26 ottobre 1946 aprì i battenti la Carrozzeria Vignale & C, in via Cigliano 29/31, una modesta officina di circa mille metri quadrati, dove il neo imprenditore si cimentò a 33 anni nell’allestimento degli sporadici autotelai consegnati dalla Fiat e dalla Lancia. A questi si affiancarono quelli costruiti dalla Cisitalia, nuova marca con cui Piero Dusio accarezzò all’epoca il sogno effimero di giocare un ruolo importante come artefice di auto sportive.
Fu proprio Dusio a rendersi conto dello straordinario talento del battilastra Vignale nell’approntamento della berlinetta aerodinamica “202 MM” disegnata da Giovanni Savonuzzi per la Mille Miglia 1947. Alfredo si mise in luce anche con una personale interpretazione della Fiat “Topolino” e strappò gli applausi nel 1947 e 1948 rispettivamente con le cabriolet Fiat “1100”e “1500” allestite in esemplare unico con magistrale lavorazione a mano; la “1500” si aggiudicò il Grand Prix d’Europe al Concorso d’Eleganza di Juan les Pins, in Costa Azzurra, e riscosse consensi alla presentazione del Giardino di Boboli, a Firenze.
LEGGI ANCHE:
La seconda parte della storia di Alfredo Vignale