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Aste e beni culturali, parla Filippo Bolaffi

Ricordate quanto è successo in maggio ad Arese con l’entrata in scena inaspettata del Ministero dei Beni Culturali intervenuto a notificare diversi lotti di quella vendita? Bene, resettate tutto: ecco cosa ci ha rivelato il presidente della storica casa torinese a poche ore da una nuova asta Bolaffi

Come non detto: il Ministero dei Beni Culturali non ha confermato il vincolo per i lotti automobilistici sottoposti a notifica nell’asta Bolaffi di Arese. Lo ha reso publbico Filippo Bolaffi a poche ore dall’inizio della sua seconda asta di auto storiche in programma a Torino sabato 17 novembre

 

Come molti ricorderanno (ne abbiamo parlato qui) in quell’occasione fu sottoposto a notifica l’archivio dei disegni di Bertone, alcuni dei modellini di stile e sette auto ritenute di grande interesse culturale nazionale. Un fatto che aveva destato molte preoccupazioni tra i collezionisti italiani, in particolare tra i proprietari dei modelli sottoposti a notifica. Oltre che alle Case d’asta (italiane e non) impegnate in questo settore. Tra le quali Bolaffi, colpita direttamente da quel provvedimento applicato per la prima volta in una vendita pubblica di auto storiche italiana.

“Si sono resi conto di aver commesso un grave errore, non c’era nessun motivo di notificare quelle sette auto. E nemmeno i modelli stile” ha detto a Ruoteclassiche Filippo Bolaffi, ancora irritato per quanto avvenuto sei mesi fa. “L’unica conferma è relativa all’archivio dei disegni. In questo caso  ci avevano chiesto di esaminarli prima di emettere il provvedimento; avevano ricevuto il catalogo e hanno fatto una loro valutazione, arrivando a vincolarli. Lo hanno fatto secondo prassi: prima li esaminano poi, nel caso, li bloccano con delle giustificazioni. All’asta di Arese, invece, l’avviso di notifica per le auto è arrivato all’ultimo momento, senza sapere di cosa stavano parlando”.  

Lei adesso si appresta a mettere all’asta un altro blocco di oggetti provenienti dal fallimento della Bertone Stile, non pensa che potrebbero essere sottoposti a notifica anche questi?

Sì, c’è un insieme di oggetti provenienti dalla Bertone Stile molti dei quali papabili di notifica. Però alla luce di quanto avvenuto sei mesi fa, dove a una selezione di modelli di stile la notifica non è stata confermata, non c’è nessun motivo di temere che adesso decidano diversamente. Che questi sono diversi dagli altri. Commetterebbero un autogol clamoroso

Si aspetta un nuovo intervento dei Beni Culturali?

No, lo escludo. Se lo facessero dimostrerebbero una volta di più la loro impreparazione. Per i modelli di stile lo escludo categoricamente. Che poi all’interno di questo catalogo, dove veramente ci sono oggetti per tutti i gusti e per tutte le tasche, vedano qualcosa di interesse culturale tutto è possibile, io personalmente non lo vedo. Ma non sono un tecnico. La notizia è un provvedimento gravissimo in generale, perché una volta ricevuta il bene non può uscire dal territorio italiano, e tutte le volte che lo sposti devi chiedere il permesso preventivo alle autorità. Oltre ad avere l dovere di mantenerlo in un determinato stato di conservazione. La notifica nasce per le opere d’arte: un quadro di Caravaggio prima di spostarlo devi avvisare dove andrai a esporlo dove sia e deve verificare che sia conservato in modo adeguato. Ma quando si tratta di un’auto che per definizione serve per spostarsi tutto diventa più complicato. Anche perché ci impiegano un mese a rispondere. Se l’auto è vincolata, farci un giro nel week end è un problema: senza autorizzazione non si può più spostare dal garage.

Lei ha parlato in passato di un danno economico provocato dagli avvisi di notifica. Si può quantificare la riduzione di valore di una vettura sottoposta a vincolo delle Belle Arti rispetto a una non vincolata?

Posso rispondere per le opere d’arte: se un quadro non notificato si vende a 150.000 euro, lo stesso quadro sotto vincolo si vende a 30.000. A spanne, il valore si riduce si un quinto. Ma per un’auto secondo me è anche peggio: oltre a non poterla vendere all’estero non posso nemmeno muoverla. E mentre un quadro notificato posso comunque esporlo in casa e godermelo, con l’auto devo accontentarmi di guardarla in garage. Le soprintendenze hanno il potere di vincolare un oggetto, ma devono prima dimostrare che il bene che stanno bloccando sia davvero di interesse storico. Nel nostro caso non c’era nessun motivo di notificare le sette auto e nemmeno i modelli stile. La notifica è stata confermata solo per l’archivio dei disegni.

La scelta di puntare la seconda asta sulle Youngtimer è anche dettata dalla necessità di evitare altre notifiche?

Sicuramente essere andati sulle youngtimer ci aiuta da toglierci da questo rischio. Ma è anche un fatto economico: il mercato sta andando in una certa direzione e noi cerchiamo di inserirci in quel segmento.

 

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