La gara che si è appena conclusa non è soltanto uno degli eventi automobilistici imperdibili per un appassionato di auto storiche: è anche una macchina che genera un ritorno economico a cascata su tutto il territorio attraversato. Ecco quanto muove la Veteran Car Run secondo uno studio universitario inglese.
Torniamo a parlare di auto classiche e valori economici: secondo uno studio dell’Università’ di Brighton datato 2011 (si tratta di cinque anni fa ma la sostanza non cambia) la London to Brighton vale oltre 1 milione di sterline di giro d’affari (1.136.000 euro al cambio di oggi) senza contare i ritorni di immagine legati all’evento. Il mondo delle auto storiche, come quello dell’arte, genera valore e ogni nazione, città o paese dovrebbe fare il massimo per agevolarne la sua diffusione. In ballo ci sono turisti, spesa in alberghi e ristoranti e vantaggi per il “brand cittadino” tra foto, conoscenza di luoghi e condivisione social con gli amici dell’esperienza. Quante persone e interessi muove?
Nel caso della Veteran Car Run – London to Brighton si può partire da alcune certezze: al di là del milione e oltre di sterline di giro di affari si calcola che siano oltre 20.000 i turisti richiamati dall’evento (i dati del 2011 sono presumibilmente più bassi di quelli attuali). Ma analizzando le pieghe dello studio dell’Università’ di Brighton sulla Veteran Car Run 2010 ci sono molti altri dati e considerazioni interessanti soprattutto tenendo conto di un altro studio molto recente che ci offre i valori in gioco a livello di “contesto paese”: la Federazione dei veicoli storici d’Oltremanica ha quantificato in circa 8.2 milioni il potenziale pubblico interessato in UK al mondo delle gare storiche e potenzialmente interessato a parteciparvi anche in veste solo di spettatore. Altri numeri interessanti a livello complessivo sono gli oltre 5.5 milioni di partecipanti agli eventi legati alle auto storiche e oltre 5 miliardi di sterline di business complessivo legato al mondo delle storiche (vedi articolo).
Lo studio relativo alla Veteran Car Run diventa quindi perfetto per un approfondimento verticale sul tema, in primis perché in questi anni i dati non sono certo peggiorati (lo stesso studio sopra citato valuta in un milione l’aumento dei partecipanti agli eventi dal 2011 a oggi) e poi perché si tratta di un evento top al mondo con riferimento le storiche: la Londra – Brigton esiste dal 1896 e nei giorni scorsi ha appena archiviato l’edizione 2016.
Secondo lo studio dell’Università’ di Brighton, la “corsa” che parte da Hyde Park passa per Crawley e e Preston Park per poi salutare la folla su Madeira Drive a Brighton, sei anni fa ha mosso numeri e persone non di poco conto. A partire dal totale complessivo di spettatori, calcolato tramite questionari sondaggi e videoriprese delle strade e quantificato in ben 20.300 unità, delle quali circa il 37% erano cittadini residenti a Brighton, mentre la restante parte erano turisti provenienti da località limitrofe in maggior parte ma anche da luoghi remoti come ad esempio l’Australia o la Birmania.
Analizzando in profondità il dato circa il 76% degli spettatori provenienti da fuori città era venuto specificamente a Brighton per assistere alla gara. Andando più sul prosaico e analizzando il “giro d’affari” per l’indotto ogni spettatore di Brighton ha speso in media circa 8.9 sterline, numero che sale fino a 43.9 in media per quelli provenienti da fuori città che, evidentemente, hanno dovuto affrontare come minimo le spese legate al vitto e alloggio anche se molti si sono limitati al mordi e fuggi giornaliero.
Lo studio in merito è stato molto accurato perché ha escluso da questo computo i soldi spesi da turisti che non sono arrivati a Brighton o zone limitrofe specificamente per la gara. Anche sotto il profilo demografico non mancano le sorprese: primo fra tutte una quota rosa talmente elevata da non richiedere “obblighi di legge”: 44% gentil sesso e 56% uomini. Ma non solo, in media i gruppi di spettatori sono composti da coppie, il 17% del totale sono soci di un club di auto storiche e tutte le fasce di età sono rappresentate: quella sopra i 45 anni predomina ed era facilmente prevedibile, ma anche la fascia minori di 24 e fino a 34 anni è tutt’altro che trascurabile e questo era meno scontato.
Altro elemento che fa riflettere sono i dati relativi alla fedeltà, indice di un gradimento complessivo della manifestazione: ben il 65% del campione intervistato aveva già assistito a precedenti edizioni e il 92% dichiarato l’intenzione di tornare nelle edizioni successive.
Numeri e percepito negli spettatori che fanno sì che non ci si possa poi stupire se dai calcoli complessivi dello studio emerge che, in totale, gli incassi per la città comprendendo anche le spese dei partecipanti arrivi a 1.121.500 sterline cui contribuiscono in maggior parte visitatori extra città in arrivo proprio per la gara (425.000 sterline) e poi i 570 partecipanti con meccanici amici e familiari al seguito (320.500 sterline).
Lo studio evidenzia inoltre come ci siano benefit intangibili relativi al brand della città e alla miriade di altri eventi più o meno importanti legati ad alcuni marchi, modelli o altre iniziative.
Un ultimo passaggio, in attesa di uno studio più aggiornato, lo aggiungiamo noi e riguarda proprio il mondo social che nel 2011 non era ancora così pervasivo come ora: migliaia di spettatori valgono migliaia di post, tweet o foto sui vari social e anche questo genera valore sul brand, non solo della corsa ma anche per i luoghi attraversati e immortalati. Ecco perché chi ha la fortuna di avere questi eventi in casa, vale per l’Inghilterra ma anche per l’Italia (basti pensare alla Mille Miglia) farebbe bene a coccolare e a incoraggiare investimenti e passione legate a questo mondo che unisce motori, cultura e costume e genera crescita economica.
Luca Pezzoni