Da Singapore una nuova iniziativa unisce le monete virtuali con la possibilità di investire in piccole parti di costose supercar. Sarà un successo o una bolla destinata a sgonfiarsi rapidamente?
Le operazioni di raccolta fondi sono partire a fine gennaio, non proprio un timing perfetto considerando che, dopo i massimi toccati a dicembre, le criptovalute stanno rapidamente calando sotto i colpi della speculazione e di varie perplessità. Occorre registrare però che è nata una nuova forma di investimento sulle auto classiche legata alle monete virtuali e al concetto blockchain: Bitcar.
Si tratta di una iniziativa, basata a Singapore e soggetta alle leggi del luogo, a cura di alcuni manager già esperti in criptovalute, che si propongono di creare sia una nuova moneta (il Bitcar) ma anche un mercato o sarebbe meglio dire una piattaforma di scambio in cui utilizzare le monete virtuali per acquistare quota parte di prestigiose supercar.
Quindi il cuore dell’iniziativa, oltre alle criptovalute, è legato proprio alla possibilità, per chi lo desidera, di investire sulle auto classiche che faranno parte del garage Bitcar (un concetto simile a quello dei fondi) che consentirà a chi non ne ha le possibilità economiche di poter eventualmente guadagnare sulla future rivalutazioni di supercar che oggi sembrano incontrare i favori del mercato.
Boutade o iniziativa seria e destinata ad un radioso futuro? Difficile dirlo in anticipo, di sicuro prima di pensare di investire è consigliabile dare un’occhiata al White Paper disponibile sul sito, un documento molto approfondito, magari facendosi aiutare da un esperto di finanza.
Ruoteclassiche ha consultato tutti i documenti disponibili sul sito e sembra che ci siano elementi chiari e altri meno chiari. Di sicuro, come detto, si capisce che dietro questa scelta ci sono accurati studi di mercato e una volontà di consentire ad appassionati e investitori di accedere ad auto classiche acquisendone anche piccole quote, cosa ben diversa dal potermene permettere una intera.
In poche parole, Bitcar ha come cliente ideale (è riportato nel white paper) non i super ricchi ma persone con introiti medi che vogliono togliersi lo sfizio di possedere una quota di supercar attraverso la piattaforma di criptovaluta basata sul metodo delle blockchain. Come, ed esempio, una Ferrari F50.
Le auto acquistate saranno di proprietà, secondo i piani dei gestori, della piattaforma Bitcar per un periodo compreso tra i cinque e quindici anni e in questo lasso di tempo verranno manutenute ed esposte secondo strategie di marketing finalizzate a incrementarne il loro valore. Per esempio, attraverso l’esposizione in grandi aeroporti o altri eventi mirati.
Il funzionamento della moneta Bitcar sarà collegato a quello di un’altra famosa criptovaluta, Ethereum. Commissioni legate alle transazioni e le altre forme di ritorno economico per i fondatori dell’iniziativa che lavorano al progetto dal 2015 sono ben rappresentate nel documento disponibile sul sito.
Fin qui sembra tutto chiaro. Lo è meno, per ora, su quali auto verranno acquistate. Il processo di acquisto partirà solo nella seconda metà dell’anno, evidentemente dopo che saranno stati raccolti i fondi dai primi investitori.
Ci sono invece altre due certezze. La prima è che i detentori di Bitcar potranno scambiarsi le quote di auto possedute e inoltre potranno votare sulla piattaforma se, e quando, vendere una certa auto. La seconda è che tramite Bitcar, se funzionerà, si aprirà una nuova forma di investimento nel mondo delle auto che potrebbe anche allargare il mercato andando a coprire lo spazio di altre iniziative simili dedicate al frazionamento di proprietà di supercar e auto storiche, anche se non basate su monete virtuali, come Rally RD.
E proprio qui sta il punto: tutti sembrano voler puntare sempre di più sulle auto costose e di valore superiore al milione di euro, siano esse classiche o recenti (vedi Ferrari F40 piuttosto che Porsche 918). Secondo quanto riportato nello stesso documento illustrativo di Bitcar le auto più costose rappresentano la metà del mercato e l’aspettativa è su ulteriori rivalutazioni.
Chissà se davvero in futuro ci sarà chi preferirà avere un pezzo virtuale di supercar piuttosto che un’auto vera da utilizzare la domenica o coccolare in garage. Potrebbe anche essere che ci sarà spazio per entrambe le opzioni. Se sarà anche tramite Bitcar e monete virtuali lo scopriremo a breve.
Luca Pezzoni