Con la E34, la BMW Serie 5 fa un netto salto in avanti sul fronte delle dimensioni e dell’immagine. Un riferimento imprescindibile per i modelli del futuro
All’inizio del 1988, ciò che innanzitutto colpisce chi si trova al cospetto della nuova BMW Serie 5 E34 è la maggiore imponenza rispetto alla precedente E28.
Una piccola Serie 7. È il risultato di quella che ormai sta diventando una prassi per la Casa di Monaco, ma non solo: aumentare, generazione dopo generazione, gli ingombri di uno stesso modello. Perciò la berlina BMW di classe media ora ha l’aspetto di una vettura di classe superiore. Lo fa notare giustamente Quattroruote nell’autonotizia del numero di febbraio di quell’anno, dove si legge: “Notevole la somiglianza con l’ammiraglia Serie 7”.
Imponente ma aerodinamica. Verissimo, ma con proporzioni più armoniche e con uno stile più convincente, sempre comunque dovuto alla matita di Ercole Spada, capo designer BMW dal 1976. Abbandonate le forme sfaccettate e il frontale “tagliente” della vecchia Serie 5, la E34 sfoggia volumi più massicci, ma sapientemente levigati fino a ottenere un Cx di 0,30-0,32, a seconda della versione, davvero notevole per una berlina dell’epoca.
Sotto la pelle… E convince soprattutto per una sobrietà che le consentirà di rimanere in produzione fino al 1996, con un lievissimo restyling del 1992, totalizzando oltre 1.300.000 esemplari. Ma non c’è solo l’estetica ad accomunare la Serie 5 E34 alla coeva Serie 7 E32: il pianale infatti, dimensioni a parte, è del tutto simile, a tutto vantaggio della rigidità della scocca.
Che goduria il sei cilindri. Più grossa e più pesante della Serie 5 precedente, la E34, all’esordio, non è più disponibile nelle versioni d’accesso 518 e 518i col 4 cilindri benzina 1800, ma, per quanto riguarda i motori a benzina, solo con i 6 cilindri in linea da 2 a 3,5 litri con potenze da 129 a 211 CV, ancora ricordati per la loro erogazione così fluida e ammaliante; inoltre c’è un valido turbodiesel di 2,4 litri con potenza di 116 CV, anch’esso a sei cilindri.
Touring e 4×4. Poi la gamma dei motori sarà modificata e ampliata, includendo nuovi 6 cilindri a 24 valvole, più potenti ma più ruvidi, e pure due prestigiosi V8 a 32 valvole di 3 e 4 litri, rispettivamente con potenze di 218 e di 286 CV. Per quanto riguarda la trasmissione, la E34 sarà la prima Serie 5 ad adottare la trazione integrale (sulle versioni iX). Sul fronte carrozzeria, va segnalato che sarà la prima disponibile nelle versioni station wagon denominate Touring. Entrambe queste novità, assimilabili alle analoghe opzioni già offerte sulla Serie 3 E30, saranno introdotte nel dicembre 1991.
In Italia fece faville. La BMW Serie 5 E34 riscosse un successo davvero notevole anche in Italia; per ragioni fiscali, le versioni più gettonate furono la 520i, a benzina, e la 524td a gasolio, apprezzate più per l’accuratezza delle finiture (proverbiale sulle BMW di quel periodo), il confort, l’affidabilità e il comportamento sicuro che per la prestazioni. Tra i colori più gettonati qui da noi c’erano i metallizzati Delphin (grigio medio), Fjordgrau (grigio scuro) e Sterlingsilber (argento), ma anche i pastello Minerablau (blu scuro) e Alpinweiss II o III (bianco).
La E34 oggi. Ricordata ancora con nostalgia, oggi è praticamente scomparsa dalle nostre strade; gli esemplari in vendita si trovano quasi esclusivamente in Germania o in Svizzera e sono in genere delle versioni top di gamma 530i, 535i e 540i, con richieste da 5000 euro, per le 6 cilindri più datate, a oltre 26.000 euro, per le V8 più recenti. Spesso full optional, con ruote in lega, interni in velluto o in pelle e climatizzatore, sarebbero da preferire. In Italia può capitare qualche rara 520i, a prezzi di 5000-6000 euro, ma poco accessoriata e spesso convertita a GPL. Da evitare…