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Concorso d’Eleganza Japan 2025: italiane protagoniste

Italia e Giappone nutrono una stima ed un’ammirazione reciproca che comprende arte, cucina, moda, ma quando si tratta di automobili, i nipponici mostrano una sorta di venerazione che travalica la loro tradizionale compostezza. La passione è talmente forte che il Concorso d’Eleganza Japan 2025, il più importante evento di questo genere nel continente asiatico, è riuscito a radunare vetture anche molto diverse tra loro, accomunate dal gusto per il design e per l’armonia delle forme.

In un tempio buddista. Precedentemente noto come Concorso d’Eleganza Kyoto, questa volta la sede prescelta è stata l’antica capitale imperiale di Nara, dove si trova il Tempio Yakushiji, patrimonio mondiale dell’Unesco. La fioritura anticipata dei ciliegi, evento che catalizza l’attenzione mondiale, non ha offuscato la parata di rarissimi esemplari ma, al contrario, ha offerto una cornice ancora più suggestiva che ha deliziato pubblico e fotografi. Le protagoniste ovviamente erano le auto, selezionate da Hidetomo Kimura, ideatore del Concorso d’Eleganza Japan, spaziando dagli anni ruggenti fino a oggi, con circa 60 vetture esposte.

Regine anni 30. Collezionisti giapponesi e stranieri hanno messo a disposizione le loro preziose auto, concedendosi anche una parata tra le pagode prima di disporle in un rigorosissimo ordine che valorizzasse forme e colori. In Giappone c’è una grande fascinazione per lo stile art déco degli anni 30 e molto ammirate sono state infatti una SS1 (il marchio che ha dato origine alla Jaguar) dall’elegante colorazione blu e azzurra e una conturbante Bugatti Type 13 nera, ma anche un’Aston Martin International e una Rolls-Royce Phantom II Continental DHC Carlton hanno riportato indietro l’orologio di quasi 100 anni, con carrozzerie imponenti ed evocative e dettagli artigianali di squisita fattura.

OM, Alfa Romeo e Abarth. Le auto italiane avevano un posto d’onore, dalla OM 665 Superba che ha sfidato la pioggia, all’affascinante Alfa Romeo 6C 2500 SS, fino alle numerose rappresentanti iscritte nella categoria riservata alle auto del dopoguerra, con addirittura tre esemplari di Bandini 750 e vari modelli carrozzati Zagato, come una Fiat 1100 TV e l’Alfa Romeo 1900 SSZ Coupé. Presenti anche due Fiat Abarth 750 Monza e una OT 1300 “Periscopio” oltre ad altri capolavori del design italiano tra gli anni 50 e 60, non necessariamente di estrema rarità e prestigio, come testimonia il sorriso radioso del proprietario di una Lancia Fulvia Rallye S Coupé del 1966.

Auto di livello. Poche le Ferrari presenti, ma la F40, seppur vicina ai 40 anni, sembrava un’astronave nel contesto zen della location, almeno fino al momento in cui si è palesata una Porsche 962 LM con livrea Rothmans, in compagnie di altre sorelle di Zuffenhausen, come una 959 e una 356A Speedster. Poche le auto giapponesi, ma di livello assoluto: la mitica Toyota 2000 GT – per molti la più bella auto giapponese mai realizzata – in versione spider, realizzata appositamente per il film di James Bond “Agente 007 – Si vive solo due volte” del 1967 era in compagnia di una delle due sole Lexus LFA Spyder prodotte. Erano infatti presenti anche auto “moderne”, come una Lamborghini Centenario e una Ferrari Daytona SP3.

Premiata una concept.Il trofeo Best of Show però è stato aggiudicato a una concept car leggendaria la cui spigolosa e futuristica linea a cuneo, abbinata alla ridottissima altezza da terra, ha segnato un’epoca. Stiamo ovviamente parlando della Lancia Stratos Zero del 1970, capolavoro indiscusso di Marcello Gandini.

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