È andata a Giovanni Moceri e Daniele Bonetti, su Alfa Romeo Giulietta TI del 1961, l’edizione 2016 della Coppa d’Oro delle Dolomiti che ha visto oltre ottanta equipaggi provenienti da dodici nazioni attraversare i passi dolomitici più belli con uno sconfinamento in Austria che ha senza dubbio garantito un tocco d’internazionalità maggiore a una gara tra le più rappresentative del panorama italiano, per la soddisfazione del patron della corsa Alessandro Casali.
Interessante la formula proposta per questa edizione: Cortina ha vissuto quattro giorni di festa grazie all’arrivo dei concorrenti già nel pomeriggio di giovedì per le consuete verifiche tecniche e sportive. Il venerdì la partenza della prima tappa in direzione Lienz con il suggestivo attraversamento di Dobbiaco: sin dalle prime prove al comando si è messo Moceri che ha via via scalato un margine considerevole sui più accreditati avversari.
Rientrata a Cortina, la carovana ha effettuato una breve sosta pomeridiana per poi ripartire per la tappa notturna, senza dubbio quella più apprezzata dai concorrenti: la doppia scalata del Falzarego, con alcune prove al buio, hanno divertito tutti i concorrenti e stabilizzato una classifica che alla partenza dell’ultima e decisiva tappa, quella che portava i concorrenti verso Belluno, vedeva Moceri al comando davanti a Leonardo Fabbri, su Volvo Amazon 122, e Luca Patron al volante di una bellissima MG Supercharger del 1933.
Noie meccaniche nel corso dell’ultima tappa hanno invece afflitto il portacolori Volvo Nino Margiotta e Giuliano Canè, che nel corso della terza tappa hanno dovuto gettare la spugna mentre Giovanni Moceri raggiungeva Cortina infilando il terzo successo alla classica dolomitica, il primo al volante di una macchina italiana dopo i successi su una Porsche 356 nel 2007 e su una BMW 328 nel 2011. Alle spalle del duo della Loro Piana Classic (vincitrice della classifica per Scuderie) si sono classificati Luca Patron e Mimmo Raimondi, su MG Supercharger e Leonardo Fabbri e Vincenzo Bertieri su Volvo Amazon 122.
“Ci tenevo a vincere con una macchina italiana – ha sottolineato il pilota campobellese – È stata una bella gara, molto impegnativa, attraversare tutti i passi dolomitici non è stato semplice per noi e per le vetture”.
Valore aggiunto di questa manifestazione la presenza di auto di straordinario valore, su tutte la Ferrari 225 S con cui Vittorio Marzotto ha partecipato alla Coppa d’Oro del 1952. Applauditissime anche la Lagonda M45 Tourer del 1934 e la Ferrari 212 Berlinetta Touring del 1952: regine, nel vero senso della parola, delle Dolomiti.