Sportive nelle prestazioni, ma con un abitacolo in grado di soddisfare le esigenze di una famiglia. La più veloce è l’Alfa, la più elegante e comoda la Lancia, la più classica la Fiat, l’unica con carrozzeria a tre volumi senza portellone. Costano poco e possono ancora dare grandi soddisfazioni. Le abbiamo messe a confronto nelle loro versioni “1800”.
Guerra del Kippur, costo della benzina alle stelle, introduzione dei limiti di velocità. La metà degli anni Settanta non è stata certo un’epoca felice per gli appassionati delle auto sportive. Eppure, nonostante tutto, le “Alfetta GT” e la Beta HPE” videro la luce proprio in quel periodo (rispettivamente, nel 1974 e ’75), mentre, poco prima, la Fiat “124 Sport Coupé” (in produzione dal 1967) era stata riaggiornata per la seconda volta. Delle tre, l’Alfa era la più sportiva: disegnata da Giugiaro, ma pensata anche per chi aveva famiglia. Fece discutere per la strumentazione divisa, con il solo contagiri sotto gli occhi del guidatore. Su strada, la coupé milanese è una spanna sopra le rivali, merito anche delle prestazioni del “1800” bialbero da 122 CV.
La Fiat “124 Sport Coupé” della terza serie (1972-1975) è contraddistinta dal frontale con mascherina larga. I motori, bialbero, sono di 1.6 oppure 1.8 litri. La versione di cilindrata maggiore (potenza, 114 CV) offre sensazioni sportive, ma richiede una profonda conoscenza per essere portata al limite, a causa di un sovrasterzo incombente.
La “Beta HPE” è la vettura più moderna e originale del lotto. Cura delle finiture e la presenza di quattro posti “veri” la distinguevano dalle rivali. I motori, bialbero a quattro cilindri, derivavano da quelli della “124 Sport Coupé” (111 CV per il “1800”), ma erano montati trasversalmente. La trazione anteriore conferisce alla vettura una tenuta di strada eccellente.