Pilota di Formula 1, vincitore a Le Mans basti questo per capire la levatura di Duncan Hamilton. Amico di Peter Collins e Mike Hawthorn, oggi avrebbe compiuto cento anni.
Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, Duncan Hamilton nella vita è partito senza dubbio col piede giusto. Anzi, la ruota. Il primo assaggio di quella che è stata la sua esistenza spericolata il driver irlandese l’ha già offerto al mondo all’età di due anni lanciandosi a terra dalla carrozzina e facendola schiantare dopo un bel volo dalle scale di 38 gradini. Col passare degli anni gli incidenti spettacolari non l’hanno mai abbandonato, sono piuttosto stati una sorta di preparazione involontaria per le sue future abilità di pilota automobilistico e aeronautico.
Personaggio da film. Duncan Hamilton apparteneva a quella specie di “corridori del Dopoguerra induriti dalle difficoltà che non conoscevano la paura ed erano determinati a vivere ogni minuto al massimo”, come lo ricorda il figlio Adrian, che da 45 anni si occupa dell’attività di dealer di auto da corsa e storiche fondata dal padre nel 1948. Oggi il pilota sarebbe una di quelle personalità estroverse che si incontrano più nei film che nella realtà e di certo la sua carriera e la sua vita si sono spesso mescolate tra fatti e leggende.
Grandi motori. Nato a Cork il 30 aprile 1920, le corse le aveva conosciute a Brooklands quando faceva l’assistente ai meccanici mentre apportavano gli ultimi ritocchi alle auto in competizione. Anche la scoperta dell’aviazione risale ai suoi anni nel circuito vicino Londra e l’ha portato in seguito a pilotare gli aerei Submarine Seafires della Royal Navy durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo tanta azione, gli anni successivi al conflitto devono essergli sembrati noiosi, troppo calmi: ed ecco che ha cominciato a germogliare in lui la passione per la velocità e le corse.
Vittoria alla Sarthe. In totale Hamilton ha corso in 11 stagioni di motorsport ai massimi livelli gareggiando contro campioni quali Ascari, Villoresi, Castellotti e Moss. Ha corso per lo più per Jaguar, con le D-Type e le C-Type, con le quali ha conseguito i suoi maggiori successi come la vittoria a Le Mans del 1953 con Tony Rolt e alla 12 Ore di Reims nel 1956. Dopo quest’ultima occasione, incolpato di aver violato alcuni ordini del team Jaguar, è riuscito a passare in Ferrari, dove si è ritrovato come compagno di squadra nientemeno che Juan Manuel Fangio.
Il più bravo sotto la pioggia. In totale a Le Mans Duncan Hamilton ha partecipato nove volte, aggiudicandosi anche un secondo posto nel 1954 dopo una lunga battaglia con la Ferrari di Froilán González e Maurice Trintignant, arrivati primi. Per il pilota argentino Duncan Hamilton era “il driver più veloce al mondo sull’asfalto bagnato”. Lui, che riteneva la sua Talbot-Lago da Grand Prix la preferita in assoluto fra tutte le racer con le quali aveva gareggiato, comprese le Maserati e le auto dei team Ferrari and Healey, ha deciso di ritirarsi dalle competizioni nel 1959, quando è morto l’amico e campione del mondo di Formula 1 Mike Hawthorn. Scomparso a 74 anni nel 1994, oggi Duncan Hamilton avrebbe brindato per il suo centesimo compleanno. Magari con qualche calice in più in onore delle varie leggende metropolitane che lo vorrebbero ubriaco sul podio di Le Mans.