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La Fiat 500 al MoMA nella mostra The Value of Good Design

A partire dal prossimo 10 febbraio una Fiat 500 sarà esposta nella rassegna “The Value of Good Design” al MoMa di New York.

Apparecchiature per la casa, elettrodomestici, oggetti d’arte in ceramica, vetro, componenti elettronici, articoli sportivi, giocattoli e grafiche: la mostra temporanea “The Value of Godd Design”, in programma al MoMa di New York dal 10 febbraio al 27 maggio 2019, passa in rassegna i più importanti oggetti d’arte e di design apparsi a cavallo degli anni 30 e 50. L’attenzione degli esperti del museo si è concentrata sui prodotti industriali più rilevanti da un punto di vista dell’eleganza formale e del rapporto qualità-prezzo. Tra questi, non poteva mancare la Fiat 500, emblema della motorizzazione di massa in Italia.

La notizia dell’acquisizione di un esemplare di Fiat 500 F da parte del museo d’arte moderna di New York era stata diramata il 4 luglio 2017, giorno del sessantesimo compleanno dell’icona progettata dall’ingegner Dante Giacosa (qui, le 60 pillole di Ruoteclassiche sul modello).

Un pezzo d’Italia nel mondo. La Fiat 500 è senza ombra di dubbio la macchina più amata dagli italiani. È sinonimo di italianità nel mondo e le sue forme ultracompatte, morbide e finemente raccordate, sono apprezzate da intere generazioni di automobilisti in tutti e cinque i continenti.

La più famosa di tutte. Il perché la scelta sia ricaduta su un modello della serie F è presto detto: prodotto dal 1965 al 1972, è il più longevo nella produzione dell’iconica utilitaria torinese, nonché il più diffuso e radicato nell’immaginario collettivo.

Ma cosa contraddistingue la 500 F dalle altre serie? E, soprattutto, quali sono le ragioni per cui è considerata dai curatori del MoMa un oggetto rilevante dal punto di vista del design e dell’ingegnerizzazione del prodotto? Partiamo dal primo elemento di modernità: la F cambia il senso di apertura delle porte, non più controvento, una soluzione che consente– a posteriori possiamo dirlo – un accesso a bordo più comodo e naturale. La modifica delle portiere interessa quasi per intero la struttura laterale della carrozzeria. Uno stampo tutto nuovo, poi, ingloba in un unico lamierato il padiglione e il “semitetto” (sulla precedente D, invece, c’erano tre sezioni imbullonate tra loro).

Più moderna e sbarazzina. Grazie a qualche sfrondamento, la F ha un’immagine più fresca e sbarazzina, sia all’interno sia all’esterno. Dentro si notano nuovi componenti in plastica, a partire dall’unico gancio della capote, mentre fuori spiccano i fari con profilo cromato, le luci posteriori, ridisegnate, le maniglie di nuova foggia (ora cromate) e il musetto costituito da un pezzo unico.

La F viene costruita in due serie. La prima, prodotta fino al 1968, è riconoscibile per le maniglie e il portaluce targa interne in alluminio, il clacson montato dietro il fregio sul “musetto” e gli interni bicolori. Dall’entrata in produzione della L 81968), la F subisce alcune lievi modifiche, tra cui il portatarga di plastica e il monogramma con la dicitura “Fiat 500” (e non più “Nuova 500”). Il comando del clacson è spostato vicino alla tiranteria dello sterzo e i sedili sono reclinabili (a richiesta).

Cambia anche sottopelle. Le differenze meccaniche con la D sono sostanziali: le valvole hanno ora una doppia molla di richiamo, cambia il dispositivo del ricircolo dei gas di scarico e il serbatoio ha una capacità maggiorata a 22 litri. Nuovi anche il reggispinta della frizione, i giunti, i semiassi e i cilindretti dei freni di maggiori dimensioni.

 

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