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Ford, la Granada connection (Parte I)

Tra gli anni 70 e 80, la Ford Granada è stata una delle più convincenti alternative alle berline di prestigio di produzione tedesca. Prodotta fino al 1985, la Granada sintetizzava la robustezza americana con alcuni tratti europei esercitando, al di qua e al di là dell’Atlantico fascinazioni inverse: in Europa per alcuni richiami ai modelli americani e allo stesso modo in America per alcuni esotismi di chiara ispirazione europea.

All’alba della Crisi petrolifera, la Ford Motor Company era uno dei colossi industriali più potenti al mondo. Con una produzione specifica per ogni Continente, la Casa dell’Ovale Blu poteva contare su impianti produttivi e centri stile in diversi Paesi per far fronte alle esigenze specifiche dei vari mercati di riferimento. In tal senso, è curioso constatare come il modello di punta della produzione europea, la Ford Granada, sia stato interpretato in modo differente, mantenendo in ogni caso un’aria distinta ed elegante.

Una vera world car. Interessante anche la “connessione” geografica che il modello esprimeva intrinsecamente. Innanzitutto, pur celebrando l’incantevole città andalusa, non era prodotta in Spagna ma a Colonia (Germania) e a Dagenham (Regno Unito). Dal 1976, la produzione europea venne gestita interamente dallo stabilimento tedesco. Senza contare il contributo dell’impianto Sudafricano Basil Green Motors, nelle vicinanze di Johannesburg. Oltreoceano la Granada venne assemblata negli stabilimenti Ford nel Michigan e successivamente in Georgia. Scenari completamente diversi per due auto altrettanto diverse, unite soltanto dall’omonimia.

La Granada Europea. Nel 1972, la Granada riconciliava la produzione inglese e quella tedesca configurandosi come il modello di punta dell’Ovale Blu per i mercati europei e sudafricano. La Ford Granada sostituì sia la Ford Zephyr (britannica) e la serie P7 (tedesca) portando all’integrazione dei modelli di produzione inglese e tedesca in unica gamma europea.
La famiglia delle Ford Granada era composta dalla berlina a quattro porte, la station wagon “Turnier” e dalla Coupé, una due porte con profilo fastback. Già nel 1974, il modello coupé venne rivisto, con linee più tese, mentre nel maggio del 1973 (solo in Germania) venne proposta una berlina a due porte per abbassare il prezzo d’ingresso. Nel Regno Unito, la coupé ristilizzata del ‘74 venne venduta solo nell’allestimento top di gamma Ghia, in combinazione con il motore da tre litri, nel resto d’Europa erano disponibili diversi allestimenti e tutta la gamma di propulsori. Inoltre, a partire dal 1976, le Ford Granada prodotte a Colonia erano disponibili con il V6 a iniezione da 150 CV.

La diatriba sul nome. Inizialmente le versioni d’accesso del nuovo modello mantennero la denominazione “Consul”, questo a causa della causa legale intentata dal Gruppo Granada, ma la loro domanda di ingiunzione fallì in appello e non poterono impedire alla Ford di registrare il nome Granada. Dal 1975 in poi, tutte le varianti della berlina d’alta gamma vennero indicate come Ford Granada. L’auto ottenne un ottimo successo, le doti di spazio e affidabilità, unitamente a un’immagine importante le consentirono di destreggiarsi bene nelle più svariate mansioni: da auto di famiglia a taxi, da auto di servizio delle forze di polizia che limousine: a quattro porte e in un’insolita “limousine coupé” a quattro porte (solo 12 costruite).

La tecnica. La Ford Granada prodotta a Colonia poteva contare su motorizzazioni derivanti dalla Ford Taunus, come il V4 da 1,7 litri (poi sostituito dal 1,6 litri dell’americana Pinto). Gran parte dei propulsori per le Granada prodotte a Colonia mantenevano un’architettura V6, nelle cilindrate 2,0, 2,3 e 2,6 litri. Al vertice il V6 “Essex” di origine britannica con cubatura di tre litri. La Granada britannica era equipaggiata con le motorizzazioni Essex V4 da due litri, e nelle varianti V6 con cilindrate di 2,5 e 3,0 litri.
A livello meccanico, la Granada riprendeva il layout tradizionale delle precedenti Ford Zephyr/Zodiac: sull’asse anteriore montava le sospensioni a doppi quadrilateri dei modelli Taunus e Cortina, mentre il retrotreno era a ruote indipendenti. Contrariamente alle ultime Zephyr e Zodiac, che montavano già i freni a disco, la Ford Granada era dotata di un impianto frenante di tipo misto con freni posteriori a tamburo.

Anche col V8. Nell’ultimo trimestre del 1972, la Ford Granada venne commercializzata in Sudafrica, inizialmente, nella sola versione top di gamma 3000 GXL. A questa seguirono poi le versioni 3000 XL, 2500L e Coupé. Qui, la Granada sostituì la Ford Falcon di produzione australiana (venduta localmente come “Fairmont”) e la 20M derivata dalla Taunus tedesca. La variante V6 da 2,5 litri ebbe vita breve, in quanto uscì dai listini nel 1975 per non interferire con le ottime vendite della compatta Ford Cortina a sei cilindri.
A questi modelli, nel solo mercato sudafricano, si aggiunse la Granada Perana V8. La vettura, equipaggiata con un potente motore Windsor V8 da 302 pollici cubi (4,9 litri) erogava 252 CV e 405 Nm di coppia massima. La Granada Perana era costruita dalla Basil Green Motors e poteva contare sulla rete vendita della Ford. Tuttavia, la maggior parte delle Granada sudafricane era spinta dal tre litri a sei cilindri.
Nella seconda parte dell’articolo proseguiamo il nostro racconto sulla storia e l’evoluzione della Ford Granada presentandovi la seconda serie, introdotta a partire dal 1977.

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