Ogni anno il Villa d’Este “FuoriConcorso” propone un tema diverso: quest’anno è stato il British Racing Green. Così, chi era presente, ha potuto ammirare una mostra diffusa e ragionata delle auto più belle, veloci e vincenti costruite sotto l’egida della regina Elisabetta II: barchette, bolidi a ruote coperte, carrozzerie speciali, ma soprattutto monoposto. Sì, uno spettacolo raro, che ha trasmesso passione, storia e bellezza, e che cerchiamo di rendere vostro anche attraverso le immagini. Ricordiamo che il “FuoriConcorso” nasce nel 2019, un evento di alto livello e pregiata fattura organizzato da Guglielmo Miani e dal suo team di collaboratori. Si svolge a pochi chilometri di distanza dal Concorso d’Eleganza di Villa d’Este, in una residenza sul lago, tra Cernobbio e Como. Alcune Bentley Continental degli anni 90 cercano di catturare l’attenzione di addetti ai lavori e appassionati giunti in loco come da tradizione. Davide contro Golia, a pensarci bene, eppure, dopo pochi anni, il FuoriConcorso è riuscito non solo a ritagliarsi un proprio spazio nella nicchia degli eventi più raffinati, ma è diventato un asset irrinunciabile della nascente “car week” lariana di fine maggio.
Schierate in griglia. La salita che dal cancello d’ingresso portava a Villa del Grumello è stata allestita come la griglia di partenza di un gran premio immaginario, con monoposto made in England di tutte le epoche. Dalle Cooper degli anni Sessanta, fino alla Williams-BMW dei primi anni 2000. E in mezzo, chi più ne ha, più ne metta: la Brabham BT45 motorizzata con il 12 cilindri boxer Alfa Romeo, pilotata da Carlos Pace e Carlos Reutemann, la Lotus 72 – nella classica livrea “John Player Special” -, vincitrice del Campionato del Mondo di F.1 1972 con Emerson Fittipaldi, la McLaren MP4/4 di Ayrton Senna (con la quale l’asso brasiliano, oggi ricordato a 30 anni dalla scomparsa, vinse il suo primo titolo nel 1988), la Ensign N177 ex Clay Regazzoni, oggi di proprietà di Ronnie Kessel, o la curiosa Surtees TS19 con quel suo sponsor “insolito”. Tutto statico, si capisce, ma non sempre in silenzio. I motori di molte monoposto, infatti, sono stati accesi, dapprima calamitando i presenti, poi mandandoli letteralmente in visibilio. Il meccanico con il dito sul filo dell’acceleratore e la folla a incitarlo nel fargli siglare il boato più “alto”.
Parla Guglielmo Miani. Che cosa rappresenta il FuoriConcorso? Risponde Guglielmo Miani, ideatore dell’evento. “Eccellenza, bellezza e cultura che, grazie a impegno, tenacia, tecnologia e innovazione, portano alla vittoria: sono questi i temi cardine e i valori chiave di FuoriConcorso, che uniscono la nostra community e ci rendono l’evento automotive più all’avanguardia del panorama nazionale. Posso dire con soddisfazione che oggi FuoriConcorso è un punto di riferimento nel calendario internazionale”. Come dargli torto, d’altronde, FuoriConcorso, nato come alternativa tanto eclettica quanto audace al Concorso poco distante – ma dal lontano 1929 – è già la meta prediletta di molti. Un vero e proprio successo. Da subito preannunciato.