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GT: la sportiva secondo Opel

Nel 2006 Opel riportava in auge la sigla GT, questa volta per accompagnare un’interessante spider: il modello che riportò Opel, a pieno titolo, nel segmento delle sportive.

Profilo slanciato, cofano lungo e curve mozzafiato. Sono questi gli ingredienti per tracciare la silhouette di una sportiva accattivante. E la Casa di Russelsheim, quindici anni fa, li utilizzò per dar vita alla sua nuova sportiva: la Opel GT. Se ci aggiungiamo anche un motore turbo da oltre 260 CV, allora la ricetta si fa particolarmente appetitosa.

La GT del Terzo Millennio. La Opel GT presentata nel 2006 era una vettura totalmente diversa dal modello originale, lanciato nel 1968: si trattava, innanzitutto, di una spider e non di una coupé.
L’arrangiamento tecnico prevedeva poi il propulsore montato in posizione anteriore-longitudinale centrale. Una soluzione che, all’epoca, la accomunava ad alcune granturismo di prestigio. Opel definì la sua nuova GT una “roadster classica” nella sua accezione più pura, con motore anteriore, trazione posteriore e capote in tela.

Le origini. Lo sviluppo della Opel GT rappresentò un ottimo esempio di collaborazione transcontinentale all’interno del gruppo General Motors. L’idea era quella di espandere l’offerta di GM Europe strizzando l’occhio alla clientela sportiva, che aspettava un’erede della Opel/Vauxhall Speedster. Serviva perciò un’auto compatta, a trazione posteriore e sportivo, appetibile per il mercato globale.
Il primo passo in questa direzione fu la concept car “Solstice” nel 2002 (prodotta successivamente con marchio Pontiac), seguita l’anno dopo dalla concept dalla Vauxhall VX Lightning, concepita presso il centro stile GM Advanced Design Studio di Coventry, in Inghilterra.
Fortemente ispirata dalla VX, la Opel GT è stata adattata al linguaggio stilistico Opel presso il GM Design Studio di Detroit e il GM Europe Design Studios di Rüsselsheim, sotto la direzione di Bryan Nesbitt.

Progettata ad hoc. La struttura della roadster venne studiata fin dal principio per rispondere, senza compromessi, alle particolari esigenze di una sportiva a 2 posti decapottabile. Il pianale si avvaleva perciò di elementi laterali idroformati e di un tunnel centrale con funzione portante..
L’idroformatura è una tecnica che permette di realizzare componenti d’acciaio servendosi di acqua ad alta pressione, venne sperimentata con successo dalla Opel per realizzare alcune componenti dell’autotelaio dei modelli Astra e Vectra. Con queste prerogative, lo chassis in acciaio costituiva una solida base per garantire sia un comportamento su strada preciso e sia un elevata sicurezza in termini di sicurezza passiva.

La tecnica. Il motore era un sofisticato due litri turbo della famiglia “EcoTec” ad iniezione diretta di benzina, capace di erogare 264 CV: un record, in quanto nessun’altra Opel di produzione del tempo aveva raggiunto i 132 CV/litro.
Il propulsore della Opel GT era accompagnato da soluzioni come il turbocompressore a doppia girante, l’intercooler e la fasatura dei due assi a camme. Elementi che insieme risultavano in una grande progressività e reattività in tutte le situazioni. Alla una buona elasticità, contribuiva anche la coppia massima, 353 Nm, disponibile tra i 2.500 ed i 5.000 giri/minuto.
Al motore era accoppiato un cambio manuale a cinque marce con rapporti ravvicinati. La sua impostazione era esaltata poi da una leva corta per cambi di marcia fulminei e precisi; mentre il differenziale autobloccante consentiva di scaricare a terra la coppia motrice senza pattinamenti indesiderati.
Tutto ciò permetteva alla GT di accelerare da 0 a 100 km/h in 5,7 secondi, con una velocità massima di 230 km/h.

Una spiccata personalità. Visivamente, la Opel GT si discostava nettamente dal resto della gamma Opel coeva: la carreggiata larga, la linea slanciata e il lungo cofano risaltavano anche alla luce di sbalzi molto ridotti. Dettagli che conseguivano in una linea molto accattivante, caratterizzata dal riconcorrersi superfici morbide e spigoli vivi. Qua e là, la nuova GT richiamava sportive degli anni 60 (e la coeva Corvette), ma reinterpretate sapientemente con gli stilemi del 21° secolo.
Aggressivo il frontale, dominato dalle forme marcate dei parafanghi e la caratteristica nervatura centrale, in voga sulle Opel del periodo. Peculiari i gruppi ottici tridimensionali, così come il terminale di scarico gemellato e le doppie prese d’aria dietro ai poggiatesta. A completare il comparto estetico, i cerchi in lega a cinque razze da 18”.

Imprinting sportivo. La capote in tela della GT era facile da aprire e chiudere, ma soprattutto leggera per non incidere troppo sulla ripartizione delle masse (51% all’anteriore e 49% al posteriore).
Sulla Opel GT, i progettisti avevano adottato la più classica delle impostazioni per auto sportive: assetto rigido, carreggiate larghe e passo lungo, accompagnati da una raffinata geometria delle sospensioni. Queste si componevano infatti di triangoli sovrapposti in alluminio forgiato. In aggiunta, il baricentro venne spostato il più possibile verso il basso, in modo da ottimizzare la stabilità e il comportamento dell’auto nella guida impegnata. La vettura era dotata di quattro grandi freni a disco e dell’ABS. Di serie anche il controllo elettronico della stabilità (ESP), che poteva essere disinserito insieme al controllo di trazione. A corollario di tutto, la posizione di guida da vera sportiva: infossata e distesa.

Carpe diem. La Opel GT veniva assemblata nello stabilimento General Motors di Wilmington/Delaware, negli Stati Uniti, sulle stesse linee delle cugine americane Pontiac Solstice e la Saturn Sky con le quali condivideva molti elementi strutturali. Nella sua produzione furono impiegati circa 1800 dipendenti specializzati nel montaggio manuale della carrozzeria. A parte alcune stazioni robotizzate, la roadster veniva prodotta mediante una complessa lavorazione semiartigianale. In totale, della Opel GT vennero realizzati 14.715 esemplari tra il 2006 e il 2009: un volume piuttosto basso e ciò la rende oggi un modello abbastanza raro, destinato al pubblico amante degli oggetti di nicchia.
La GT è un’auto interessante e divertentissima da guidare, reperibile a prezzi relativamente accessibili. Potrebbe essere il momento giusto per comprarla: cavalcando il trend delle youngtimer, le care vecchie roadster stanno tornando in voga e, se non volete omologarvi con i “soliti” modelli, beh questa potrebbe essere l’auto perfetta per voi.

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