Il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino presenta una vasta collezione permanente in un allestimento coinvolgente ed emozionale. In più ha una sede esclusiva che è un’opera spettacolare di architettura moderna, costruita sessant’anni fa. Tutte qualità per cui, da italiani, c’è da essere ampiamente fieri.
Novembre per il Mauto non è un mese come gli altri, è il momento in cui compie gli anni la sua sede attuale, di cui nel 2020 ricorre un anniversario a cifra tonda. L’edificio in corso Unità d’Italia è stato infatti inaugurato il 3 novembre 1960. Fino ad allora la collezione era stata conservata nello stadio comunale, poi è stato fatto progettare un edificio ad hoc per ospitarla ad Amedeo Albertini, l’architetto di fiducia dell’avvocato Giovanni Agnelli. Allocata sulla sponda sinistra del Po, la sede è stata intitolata, e non poteva essere diversamente, al fondatore e primo presidente del museo Carlo Biscaretti di Ruffia.
Missione compiuta. Nato nella città sabauda nel 1879, aveva vent’anni quando il padre Roberto, senatore del Regno, ha fondato la Fiat insieme ad altri otto imprenditori. Ancora prima della laurea in legge ha conseguito, nel 1902, la patente di guida ed è stato tra i soci fondatori dell’Automobile Club torinese, dal quale è nato l’Automobile Club d’Italia. Giornalista, storico, umorista, pubblicitario e disegnatore tecnico, Carlo Biscaretti di Ruffia è riuscito a dedicare 26 anni della propria esistenza alla creazione del museo prima di spegnersi nel 1959. Non ha fatto in tempo, purtroppo, a vederne la solenne cerimonia d’inaugurazione, avvenuta un anno dopo la sua dipartita. “Sono molto lieto di essere giunto finalmente alla meta, anche se la soddisfazione è velata di molta malinconia”, ha scritto a un amico nel 1957. “Alla mia età non ci si può più rallegrare di un evento, il cui svolgimento anche se favorevole è limitato dal poco tempo che resta al povero vecchio per goderne. Ed io sono in queste condizioni”.
Centro pionieristico di cultura dell’auto. Già nel 1933 è stato costituito l’ente Museo dell’Automobile, con una prima sistemazione provvisoria in alcuni capannoni in corso Belgio. Con 106 auto, la raccolta museale è stata poi trasferita nei locali dello stadio e inaugurata nel 1939 da Benito Mussolini durate la sua seconda visita al capoluogo piemontese. A quel punto nella collezione figuravano 181 pezzi, dal 1854 al 1939, compresi 62 motori d’aviazione. Peccato che fosse lontana dal centro e poco visitata se non da qualche sporadico juventino o granata negli intervalli delle partite. Ma ecco che dopo la Seconda Guerra Mondiale la città di Torino ha concesso nel luglio del 1956 il terreno dove sorge il Mauto, che allora si chiamava corso Polonia, e sono stati stanziati i finanziamenti per la costruzione del palazzo.
Enorme complesso museale. La collezione ha continuato ad arricchirsi negli anni fino a oltre 200 vetture provenienti da ogni parte del mondo, dagli albori dell’automobilismo a oggi. Tanto che l’sigenza di un nuovo spazio espositivo ha portato allo sviluppo di un progetto di ristrutturazione dell’edificio, realizzato nel 2011 dall’architetto Cino Zucchi. “Pimpante”, come era nello spirito del suo fondatore, e pieno di iniziative didattiche e divulgative, il museo organizza mostre, eventi, presentazioni, laboratori e incontri. “È uno spazio di racconto di un oggetto che ha cambiato la storia degli uomini e allo stesso tempo è un luogo di dibattito e di riflessione sul futuro dell’automobile”, ha espresso l’attuale direttore Mariella Mengozzi. Importanti sono anche il centro di documentazione e la biblioteca, ricchi di materiale riguardante gli inizi della motorizzazione in Italia e nel mondo.
Il museo, la città, la vita nei ricordi dei visitatori. Come ogni istituzione culturale, anche il Museo Nazionale dell’Automobile si trova ad affrontare ora il duro passaggio dell’emergenza pandemica. “Il 2020 non è l’anno ideale per le celebrazioni, ma contiamo che con il miglioramento della salute pubblica e avanzando nella lotta contro il virus, il prossimo marzo potremo festeggiare anche i dieci anni del nuovo allestimento, inaugurato nel marzo del 2011”, ha fatto sapere il direttore. Intanto, per festeggiare il compleanno insieme alla comunità, il museo lancia una iniziativa rivolta a tutti i cittadini e agli appassionati di automobili: chiunque abbia un ricordo speciale legato al Museo dell’Automobile potrà inviare fotografie dell’allestimento originale, dell’inaugurazione del 1960 o di un evento organizzato nel corso degli anni, fino alla chiusura per ristrutturazione nel 2007. Tutte le fotografie saranno raccolte e conservate, le più significative diventeranno presto una mostra del Mauto. L’indirizzo email cui spedire gli scatti è quello del Centro di Documentazione del Mauto, che cura l’iniziativa: centrodoc@museoauto.it.