Ricordate le imprese del veterinario dell’amaro Averna in tivù? Tutti gli abbiamo invidiato il sidecar d’epoca. Questo modello gli somiglia molto: lo fabbricano oggi in Russia, quasi uguale alla prima versione militare del 1943. Per guidarlo ci vuole un breve stage, perché è diverso da quello che uno si aspetta. Costa 9300 euro, consegna a domicilio.
Non c’è appassionato cui non sia passato per la testa l’idea di possedere un sidecar. Meglio se nuovo di fabbrica e garantito, ma antico d’aspetto, come quello che costruisce a Irbit, in Russia, la Ural Motorcycle Plant e che viene importato in Italia dalla Autoespert di Cremona.
La storia degli Ural ha inizio intorno al 1943, quando l’Unione Sovietica pensò di fornire alle proprie truppe un sidecar simile a quello utilizzato dai tedeschi. Ispirandosi alle BMW ma anche alle Harley-Davidson “XA”, la Ural mise a punto un modello con ciclistica uguale alla tedesca “R 75”, ma equipaggiata con motore boxer a valvole laterali come la “XA”. Nel dopoguerra la Ural arrivò a impiegare 80.000 operai e a sfornare 80.000 moto e motosidecar all’anno. Furono pochi gli affinamenti tecnici ed estetici di cui i sidecar Ural beneficiarono fino alla fine degli anni 80.
Dopo la Caduta del Muro e l’apertura ai prodotti occidentali, nessuno volle più saperne di quel dinosauro e la Ural si salvò con gli aiuti dello stato. Nell’ultimo decennio, però, i mercati europei hanno dimostrato di apprezzare quel “giocattolo” retrò. Il prezzo è invitante: il modello “Tourist” con trazione su una ruota, come quello del servizio, costa 9300 euro e viene consegnato a domicilio. L’adozione di componentistica giapponese ha migliorato l’affidabilità del mezzo, mentre i componenti italiani (comando Domino e freno a disco anteriore Brembo, a richiesta) hanno migliorato la sicurezza.
Diego della Scala, addetto stampa della Autoespert, ci impartisce le nozioni di guida di base: “Scordati di come si guida una moto. E rammenta che a destra c’è il carrozzino, la larghezza è quella di unì’automobile. In curva vacci piano: se sterzi piegando la moto vai dritto, devi solo agire di sterzo. E quando ti fermi non mettere giù il piede, che non serve…”
Motore | 2 cilindri contrapposti – Carter, cilindri a teste in lega leggera – Cilindrata 750 cm³ – Alesaggio 78 mm – Corsa 78 mm – Valvole in testa, albero a camme centrale, aste e bilancieri – Rapporto di compressione 8,6:1 – Potenza 30 kW (40,5 CV) a 5800 giri/min – Coppia 53 Nm (5,4 kgm) a 4000 giri/min – Carburatori Keihin a depressione – Accensione elettronica – Avviamento elettrico e a pedale – Marmitte catalizzate. |
Trasmissione | Ad albero sulla moto – Frizione monodisco a secco – Cambio in blocco a 4 marce, comando a bilanciere sulla sinistra; retromarcia e inserimento manuale sulla destra – Freni meccanici a tamburo centrale sulle tre ruote (optional anteriore idraulico a disco) – Pneumatici intercambiabili 4,00 – 19. |
Ciclistica | Telaio in tubi d’acciaio; moto: a doppia culla continua – Sospensioni anteriori a forcella Earles, sospensioni posteriori a forcellone oscillante – Ammortizzatori idraulici telescopici con molle elicoidali coassiali intercambiabili. |
Dimensioni e peso | Passo 1510 mm – Lunghezza 2560 mm – Larghezza 1700 mm – Altezza 1100 mm – Peso a vuoto 330 kg. |
Prestazioni | Velocità 105 km/h – Consumo medio 81/100 km. |