Non seppe resisterle neppure Gabriele D’Annunzio, che ne volle una per sé. All’epoca fu un primo tentativo di addomesticare il vento, con soluzioni aerodinamiche. Dei quattro costruiti, questo è l’unico esemplare rimasto.
La “Soffio di Satana” fu realizzata in una manciata di esemplari, tutti carrozzati Touring sul telaio lungo della “6C 2300 Turismo”. Sono 3 quelli di cui si hanno notizie sicure; un quarto, probabilmente il prototipo, fu esposto al Salone di Torino del 1934.
È certo che uno dei tre appartenne alla soprano Gina Cigna, mentre un secondo esemplare fu commissionato da Gabriele D’Annunzio. Il terzo, qui presentato, è l’unico sopravvissuto. Nel 1934 corse la Targa d’Abruzzo, trionfando nella categoria Turismo e vinse il concorso d’eleganza di Mezzano. Nel 1935 venne consegnato al barone cosentino Mariano Pagliaro; negli anni 70 un collezionista toscano provvide a un meticoloso restauro e l’attuale proprietario, di Milano, l’acquista nel giugno del 2000.
L’estroso appellativo “Soffio di Satana” non fu coniato da D’Annunzio, ma da Felice Bianchi Anderloni, patron della Carrozzeria Touring, mentre D’Annunzio chiese solo di tenere in considerazione i colori che lui amava tanto: il giallo, il blu e l’amaranto. Il nostro esemplare è in un suggestivo “Blu Notti d’Oriente” che il barone cosentino richiese, con selleria e pannello strumenti in pelle coordinati, perché si intonasse ai colori dello stemma di famiglia.
La carrozzeria è in alluminio a quattro porte senza montante centrale, le ruote sono a raggi, il paraurti anteriore “a nastro”, quello posteriore “a profilo alare”. La “Soffio di Satana” fu una della prime vetture con forti accenti aerodinamici nel frontale (con calandra avvolgente) e nelle linee della coda lunga e sfuggente, priva di baule.
Il motore è il nuovo sei cilindri in linea realizzato da Vittorio Jano nel 1934: un doppio albero a camme in testa di 2309 cm³ con sette supporti di banco e una potenza di 68 CV a 4400 giri al minuto. Gli interni sono sontuosi, con tavolini in radica di noce e luci di cortesia con cornici d’argento; un anello alla destra del posto guida comanda la tendina d’oscuramento del lunotto.
La macchina è dotata di dispositivo di ruota libera, la guida è a destra e i pedali sono invertiti: l’acceleratore è al centro e il freno a destra. Terza e quarta sono sincronizzate, mentre nei rapporti più bassi è indispensabile la “doppietta”; una volta abituati alla disposizione dei pedali ci si accorge che, nonostante le dimensioni, la vettura è discretamente maneggevole e la tenuta di strada in rettilineo è buona, mentre in curva evidenzia un rollio accentuato.
Motore | 6 cilindri in linea – Cilindrata 2309 cm³ – Alesaggio 70 mm – Corsa 100 mm – Potenza 68 CV a 4400 giri/min – Rapporto di compressione 6,5:1 – Carburatore Solex a doppio corpo verticale. |
Trasmissione | Motore anteriore longitudinale, trazione posteriore – Cambio a quattro velocità, 3ª e 4ª sincronizzate – Comando a leva centrale – Pneumatici 6.00-18. |
Corpo vettura | Berlina tre luci e quattro porte – Telaio a longheroni e traverse in lamiera di acciaio – Sospensioni anteriori e posteriori ad assale rigido, balestre longitudinali semiellittiche – Freni a tamburo – Sterzo con vite senza fine e ruota elicoidale. |
Dimensioni e peso | Passo 3213 mm – Carreggiata anteriore 1430 mm – Carreggiata posteriore 1430 mm – Lunghezza 4210 mm – Larghezza 1675 mm – Peso (solo autotelaio) 910 kg. |
Prestazioni | Velocità massima 120 km/h – Consumo medio 15 litri/100 km. |