Solo una trentina le Alfa Romeo “6C 2500 SS Coupé Villa d’Este” costruite, meno della metà quelle oggi sopravvissute. Sette erano sulle rive del lago di Como, nella culla dove è nato il loto mito…
Le Alfa Romeo “Villa d’Este” nella culla dell’eleganza, sulle rive del lago di Como. Nel 1949 Carlo Felice Bianchi Anderloni, Mr. Touring insomma, rivede la “6C 2500 SS” che, da prima della guerra, interpreta con vari disegni. La meccanica e il telaio non cambiano, se non per la normale evoluzione voluta dalla Casa, la linea invece sì. E nasce un capolavoro. La nuova coupé è bassa e sportiva, ma non perde nulla in eleganza. Non solo, i volumi e le proporzioni sono quelli che nei decenni a venire caratterizzeranno le “berlinette all’italiana”.
Portata al Concorso di Eleganza di Villa d’Este, la vettura conquista tutti e vince il primo premio, tanto da guadagnarsi da quel momento in poi il nome di “6C 2500 SS Coupé Villa d’Este”. I legami con l’albergo che ospita il concorso sono quindi di vecchia data. I rapporti sono così buoni che lo stesso hotel, nel cui parcheggio sono appese diverse foto delle coupé con cui condivide il nome, qualche anno fa ha deciso di comprarsi una “Coupé Villa d’Este” da usare e mostrare nelle occasioni speciali. Non stupisce quindi che quando Marco Makaus, appassionato di motori, collezionista e attuale Ceo della società che organizza la Mille Miglia, decide di organizzare un incontro dedicato a questa vettura pensa subito di portarne gli esemplari più belli proprio in riva al lago di Como. “I legami tra questo luogo e la ‘Coupé’ di Touring – spiega – vanno ben oltre il nome. Così è nato Villa d’Este Style”.
La terza edizione, tenutasi il 13 aprile, ha visto la partecipazione di ben sette vetture, non poche se si considera che del modello sono stati costruiti soltanto 30-32 esemplari e che oggi ne sono sopravvissuti meno della metà. Il “Villa d’Este Style” non è un concorso, non ci sono premi, non c’è un vincitore; è semplicemente un raduno tra proprietari, che si ritrovano insieme, chiacchierano delle loro vetture e mettono in comune la loro esperienza, a tutto vantaggio di chi assiste e può ammirare automobili meravigliose, in una cornice unica. Un raduno come questo permette poi di confrontare in modo diretto e immediato ogni più piccolo dettaglio delle varie vetture; ognuna esemplare, infatti, essendo realizzato a mano, è a suo modo unico e irripetibile.
Un encomio speciale va a Stefano Agazzi e al Museo Storico di Arese che ha portato la sua “Villa d’Este”, una delle più originali (nel senso di meno restaurate) in circolazione. Interessante notare che, nonostante la veneranda età e l’assoluta rarità del modello, la maggior parte delle auto hanno raggiunto Cernobbio su strada.
Massimo Delbò