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La Lancia Delta S4 di Gianni Agnelli

Se la Lancia Delta S4 Stradale è un pezzo raro, questa può ben dirsi unico. Non appartiene infatti alla ultra-limitata serie di “homolagation car” realizzate per consentire alla S4 da corsa di gareggiare nei rally, come imponeva il regolamento delle Gruppo B a metà anni 80: l’esemplare in queste immagini, restaurato dalla tedesca Messina Classics e transitato nei giorni scorsi al Car Design Event di Monaco, è infatti una sorta di one-off con specifiche ad hoc e una configurazione esclusiva. Oltre a trascorsi nobili: dopo cinque anni “in-house” alla Lancia, infatti, è stata rimessa a nuovo per passare, nel 1990, a Gianni Agnelli e alla sua famiglia.

Modifiche estetiche e tecniche

Stiamo parlando, dunque, di una pre-serie. Completamente funzionante e poi finalizzata con caratteristiche che la rendono diversa da tutte le S4 di produzione sin qui conosciute. Sono più di 20 le modifiche, estetiche, ma anche tecniche. Per fare un esempio, barra diagonale trasversale e roll-cage sono prese della S4 da rally. E nel suo voler essere più estrema, l’auto fa pure a meno dell’aria condizionata e dei tamponi di fine corsa sugli ammortizzatori.

Unica anche nel look

Ancor più speciale è il look: questa stradale, infatti, è l’unica – di cui si abbia testimonianza – a combinare il grigio metallizzato della carrozzeria a rivestimenti interni di Alcantara beige (e non rossi), abbinamento voluto proprio da Agnelli. Restando sull’estetica, tanti piccoli dettagli “deviano” dal copione: sottoporta e montanti B sono rifiniti di nero satinato anziché con colore opaco; i battitacco non riportano la scritta Lancia; i loghi sul posteriore sono assenti e la parte inferiore del lato B è realizzata combinando materiali esclusivi.  

Pedigree di un mito

Si potrebbe continuare con diverse altre minuzie, ma il quadro è chiaro. Per il resto, la formula che ha creato il mito Delta S4, un progetto Lancia e Abarth, la conosciamo. Ed è in parte scritta nel suo nome. “S” come sovralimentata: doppiamente sovralimentata. Da un compressore volumetrico Volumex, che opera ai bassi e medi regimi, e dal turbo, più in alto nel contagiri. Il quattro cilindri 1.759 centimetri arrivava a 250 cavalli sulla versione stradale, mentre quella da corsa ne contava circa il doppio. Inutile aggiungere che il “4” tradisce la presenza della trazione integrale, fondamentale per competere nei Rally di metà anni 80. Anche se, come sappiamo, la Delta S4 ebbe una storia breve, competitiva e sfortunata.

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