Figlia dei mitici anni Cinquanta la spiaggina è stata sinonimo d’estate e di vacanze glamour. Dopo essere finita nel dimenticatoio, recentemente è tornata in auge grazie ad alcuni brand e alle loro moderne reinterpretazioni
Il termine “spiaggina” non si limita a identificare una particolare conformazione della carrozzeria di certe auto, ma va ben oltre. È sinonimo d’estate, di vacanza e di libertà. Le sue origini e la conseguente notorietà affondano le radici nei gloriosi anni Cinquanta. Prima di quel periodo le automobili rimanevano, per la grande maggioranza della popolazione, un sogno difficile da concretizzare. Poi venne il “boom economico” e le cose cambiarono in maniera sostanziale, in quanto la mobilità a quattro ruote rivoluzionò la vita di moltissime persone.
Un’idea originale. Dopo un lungo periodo di crisi societaria, per la prima volta, il mercato automobilistico diventava accessibile a un ampio bacino. Al contempo le classi più abbienti mostrarono una certa attrazione verso queste auto, che amavano utilizzare prevalentemente in villeggiatura. Un’usanza che ispirò molti validi carrozzieri – tra cui Pininfarina, Vignale e Ghia – alla realizzazione di una proposta innovativa di auto: la spiaggina.
Essenziale, mai banale. Un’auto spogliata di alcune componenti della carrozzeria originale (principalmente del tetto e delle portiere), destinata prevalentemente all’uso estivo presso località turistiche. Una piccola nicchia di auto, rimaste nella storia Automotive anche grazie all’impiego glamour dei loro facoltosi proprietari, come Gianni Agnelli e Aristotele Onassis. Dopo un periodo d’indubbia notorietà la fama svanì progressivamente, e la spiaggina divenne solo un ricordo del passato destinato all’oblio. Fine di una storia originale verrebbe da dire a questo punto, se non fosse che recentemente una serie di brand ha riportato in auge questi modelli. Il tutto attraverso un’interpretazione moderna, ed elettrica, della terminologia.
Le spiaggine su base Panda dei Giugiaro. Nelle prossime righe, pertanto, vi (ri)porteremo alla scoperta delle più recenti e interessanti interpretazioni di spiaggina, andando a ritroso nel tempo. La storia più recente ha come protagonista la Panda fresca dei quarant’anni appena compiuti, festeggiati attraverso una serie di approfondimenti dedicati pubblicati su Ruoteclassiche di marzo. Non solo: per l’occasione vi abbiamo raccontato una storia online di prim’ordine, con protagonista la Top Less. Prototipo elettrico dell’anticipatrice della Panda 4×4, la Strip. Fabrizio Giugiaro l’ha realizzata nel 2018 come regalo per l’80° compleanno del padre Giorgetto. È anche un omaggio al genio del grande designer che 40 anni fa, al Salone di Torino del 1980, presentò una spiaggina a trazione integrale anticipando di tre anni la Fiat Panda 4×4 ufficiale, la Strip appunto.
Fiat 500 Jolly Icon-e. Il progetto curato da Garage Italia lo scorso anno si basa su una Fiat 500 Jolly, spiaggina costruita dalla carrozzeria Ghia a partire dagli anni ‘50. Il look d’antan rimane fedele alla 500 Jolly del secolo scorso. Al contempo si arricchisce di alcuni dettagli attuali: i fari, per esempio, sfruttano un sistema d’illuminazione a Led. Un ulteriore tocco hi-tech è rappresentato dal display digitale da cinque pollici, sul quale si possono visualizzare le principali informazioni di viaggio. Degni di nota anche i sedili realizzati a mano, creati sfruttando una corda naturale specifica per l’impiego all’aria aperta. Rispetto alla versione di partenza i carrozzieri dell’atelier fondato da Lapo Elkann hanno inoltre eliminato il tetto. Dentro al cofano, al posto del tradizionale bicilindrico, c’è un motore elettrico. La presa di ricarica degli accumulatori è installata sotto la mascherina anteriore e le batterie possono essere rigenerate in un periodo che va dalle quattro alle otto ore, a seconda della fonte di rifornimento utilizzata.
Renault e-Plein Air Concept. L’originale prototipo completamente elettrico, del 2019, è ispirato alla storica versione cabriolet della Renault 4. Rarissima edizione ideata dalla Sinpar nel 1968, che non arrivò mai ufficialmente nel nostro Paese. Lo stile ripropone l’impostazione adottata dalla progenitrice, cambiando solamente in alcuni piccoli dettagli. La vettura degli anni Sessanta, per esempio, vantava una capotte nera che nel prototipo moderno non c’è più. Su quest’ultimo sparisce anche il divanetto posteriore, rimpiazzato da una cesta di vimini bianca, la cui presenza accentua l’animo da spiaggina. Un’ulteriore novità arriva dal cruscotto: il disegno della plancia è identico al passato, ma il quadro strumenti è ora digitale. La grande rivoluzione si trova sottopelle, dove il motore convenzionale lascia il posto alla stessa unità elettrica che alimenta la Twizy.
Due moderne Moke. La storia della spiaggina moderna non è fatta solo di prototipi, ma anche di esemplari commercializzati. Durante l’ultimo Salone di Parigi, svoltosi nel 2018, fece decisamente parlare di sé la notizia che alla kermesse ci fossero ben due stand differenti dedicati a nuovi modelli di Moke, la carismatica creazione di Sir Alec Issigonis. A contendersi la facoltosa clientela della multiforme spiaggina erano i francesi della E-Moke e gli inglesi della Moke International Ltd. Non vi ricordate la vicenda? Date un’occhiata a questo articolo.
La rinascita della Citroën Mehari. L’ultima tappa di questa storia risale al 2016, anno in cui la Citroën fa risorgere dalle ceneri la Mehari, commercializzando una versione a zero emissioni. Il progetto anche in questo caso celebra lo stile del passato, abbinandolo alla tecnologia del presente. Come la Méhari originaria, anche la nuova Citroën E-Mehari (realizzata in partnership con la Bollorè) è decapottabile. Con una capote removibile con ampie superfici trasparenti che può venire aperta davanti, dietro, lateralmente o completamente. I sedili sono ribaltabili: la capacità del bagagliaio oscilla così tra i 200 e gli 800 litri. Grazie al telaio rialzato può essere guidata anche fuori strada, mentre la carrozzeria termoformata in materiale plastico è anticorrosione e resiste ai piccoli urti grazie alla sua elasticità. Nel suo più recente aggiornamento, datato 2018, il powertrain (68 cv) ha subito alcuni aggiornamenti che hanno permesso all’elettrica di raggiungere una velocità massima di 110 km/h e scattare da 0 a 60 km/h in 7,3 secondi grazie a un incremento della coppia del 20%, per un totale di 166 Nm.