X

[LEZ] La Low Emission Zone preoccupa i collezionisti

Un provvedimento che dovrebbe entrare in vigore a partire dal prossimo ottobre a Milano vieterà la circolazione di qualsiasi auto storica all’interno di gran parte delle strade cittadine. Come rimediare? Lo spiega il Cmae in una lettera aperta al sindaco di Milano

La “LEZ”, la Low Emission Zone, un’ampia zona della città nella quale potranno circolare solo auto ‘a basse emissioni’ è l’ultimo provvedimento contro il collezionismo di auto storiche. Entrerà in vigore a Milano il prossimo ottobre e vieterà la circolazione delle auto d’epoca all’interno di un’ampia zona della città. Provvedimento che potrebbe essere replicato in qualsiasi altro comune italiano provocando un blocco della circolazione delle auto storiche su quasi tutto il territorio nazionale. Una iniziativa che rischierebbe di avere pesanti conseguenze non solo sui collezionisti, che vedranno molto limitato l’uso delle proprie vetture, ma anche sull’indotto che questa passione tiene in vita.

Come avrete letto o leggerete nell’editoriale del nostro direttore David Giudici sul numero di maggio di Ruoteclassiche (in edicola in questi giorni) il problema è serio ed è stato affrontato in una recente tavola rotonda organizzata da FCA Heritage alla quale hanno partecipato i più importanti protagonisti di questo mondo, come Aci, Asi, Riar, Registro Fiat Italiano, FMI, Cmae e Ruoteclassiche.

La LEZ non è però una novità milanese: in molti Paesi europei queste aree sono già diffuse, ma sono anche state stabilite delle deroghe per le auto storiche con età superiore ai 30 anni dotate di un attestato di storicità rilasciato dagli enti che sovrintendono il collezionismo storico. In Italia invece si inizia solo ora ad affrontare l’argomento.

Per l’Italia se ne è fatto promotore per primo il Cmae che ha inviato una lettera aperta al sindaco di Milano all’assessore e al direttore alla mobilità e all’ambiente del Comune nella quale si suggeriscono i punti distintivi tra veicoli storici e mezzi obsoleti. Oltre che illustrare i danni che un simile provvedimento potrebbe provocare alle 11.300 imprese che in Lombardia si dedicano alla manutenzione e riparazione di veicoli, che salgono a 80.000 se a queste si aggiungono tutte le altre attività commerciali che a vario titolo operano nel comparto dell’automobilismo storico. Vi invitiamo a leggerla e a commentarla. G.M.

Ecco il testo integrale della lettera aperta del Cmae:

Oggetto: Provvedimenti in materia di LEZ e tutela del patrimonio culturale, della meccanica e dell’ingegno costituito dai veicoli d’interesse storico.
Egregio Signor Sindaco ed egregi Signori,
in relazione ai provvedimenti per la regolamentazione attuativa in materia di LEZ, Low Emission Zone, in studio presso i vostri uffici amministrativi ed efficaci sul territorio milanese dal prossimo ottobre 2018, con la presente le chiediamo di rivolgere cortesemente attenzione a quanto segue.

Premettendo una condivisione generale verso l’impegno promosso dall’ Amministrazione per il contenimento dei fattori inquinanti e del traffico,  si ritiene opportuno  evidenziare  l’importanza  di distinguere il parco di veicoli obsoleti ed inquinanti dal patrimonio della cultura. dell’ingegno  e dello stile rappresentato dal motorismo storico, che invece merita di essere valorizzato e t utelato .

Tale distinzione, ampiamente riconosciuta e consolidata nel mondo, ha permesso fino ad oggi di conservare e tramandare il patrimonio culturale rappresentato dai veicoli d’interesse storico, così  come definiti dalle norme e tutelati dalla volontà istituzionale europea e nazionale, e di sostenere l’eterogenea ricchezza di at ti vit à economiche, artigianali ed industriali, ad esso collegate, attraverso regolamenti attuativi di deroga per la circolazione nelle LEZ delle principali città e capitali d’Europa.

In un recente incontro avuto con gli uffici amministrativi del Comune di Milano, che  ringraziamo ancora per la gentilezza e l’accoglienza che ci hanno rivolto, abbiamo avuto l’opportunità di produrre i riferimenti ai regolamenti adottati nei principali Stati Europei, a supporto di questo orientamento internazionale e di queste soluzioni attuative .

Confidiamo che anche a Milano possa essere svolta una valutazione di merito che non crei forti disparità e penalizzazioni ingiustificate nel nostro Paese. Il motorismo storico, come affermato dal Ministro Franceschini in una nota che alleghiamo, rappresenta una ricchezza ed un patrimonio collettivo che meritano di essere tutelati per il valore culturale, storico e sportivo rappresentato nel mondo ed in particolare in Italia.

Vorremmo sul tema ripercorrere le principali caratteristiche di questo patrimonio per argomentare meglio le differenze esistenti ed evidenti rispetto al parco auto e moto semplicemente “vecchio” e ritenuto inquinante, partendo dalla premessa che già a 30 anni la Legge dello Stato riconosce una valenza di Storicità.

I veicoli d’interesse storico :

  • Sono solo quelli censiti come patrimonio storico-culturale e iscritti in appositi registri, come ACI e gli enti riconosciuti dalla Legge e indicati dall’Art. 60 del Codice della Strada : ASI, Storico Lancia, Italiano FIAT, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI, che ne garantiscono l’autenticità, la corrispondenza alle caratteristiche di origine ed un livello manutentivo e di efficienza assoluti;
  • Non sono quindi confondibili con mezzi semplicemente vecchi e obsoleti, usati frequentemente, senza adeguata cura manutentiva e privi di qualsiasi certificazione;
  • Hanno un’età minima superiore ai 20 anni;
  • Comportano un utilizzo annuo esiguo, inferiore mediamente ai 400/500 annui (dati ASI) che, come certificato da diversi istituti indipendenti, in Italia ed in Europa, dimostra un impatto ambientale pari allo 0%;
  • Escludono un uso per motivi professionali;
  • Non vengono mai lasciati e parcheggiati sul suolo pubblico ma sempre custoditi in ricoveri privati;
  • Vengono spesso utilizzati in Musei o luoghi espositivi, permettendo alla collettività di visitarli ed ammirarli come patrimonio dell’ingegno, della meccanica e degli stili di spostamento e mobilità avuti nella storia;
  • Utilizzati occasionalmente anche per scopi promozionali e pubblicitari oppure per necessità di produzione televisiva e cinematografica;
  • Sono oggetto di manifestazioni pubbliche che costituiscono sempre motivo di attrazione turistica e culturale per la città che li ospita e contribuiscono quindi all’indotto ricreativo e turistico delle proprie città.

Il motorismo storico, per tradizione e per sviluppo dei mercati di riferimento, rappresenta oggi un indotto importante che vede livelli occupazionali ed interessi economici e commerciali costantemente in crescita.

Tutte le case produttrici hanno un loro comparto dedicato ai veicoli storici per il restauro, la manutenzione, l’uso amatoriale ed il rimessaggio ed anche sotto il profilo occupazionale il settore rappresenta volumi, specializzazioni e valori, invidiati in tutto in mondo.

Solo nella città di Milano e nella Regione Lombardia si contano più di 11.300 imprese che si dedicano alla manutenzione e riparazione di veicoli, con restauratori, ebanisti, meccanici, ricambisti. Se si sommano poi le Imprese che si occupano di rimessaggio, detailing, produzione di ricambi e accessori, rivendita ed altre attività commerciali tra cui organizzazione di eventi, stampa ed editoria specializzata, fornitori di attrezzature particolari, produttori di prodotti specifici, ecc per questo importante comparto economico supera in Regione Lombardia agevolmente le 80.000 imprese. (*Dati CCIAA)

Sotto il profilo occupazionale tra gli addetti diretti (circa 35.000 unità) e l’indotto (stimato in circa 40.000 unità) si contano più di 75.000 posti di lavoro (dati CCAA). Se consideriamo che circa un quarto degli addetti complessivi, svolge la propria attività professionale legata ai veicoli storici, risulta che l’indotto complessivo è di oltre 18.000 unità che si vanno a sommare alle altre unità lavoro legate alle principali scuole tecniche e alle università che hanno da tempo dedicato attenzioni e sforzi per creare percorsi di formazione per elevate e specialistiche professionalità nel settore, SI ARRIVA RAPIDAMENTE AD UNA STIMA DI CIRCA 20.000 POSTI DI LAVORO.

Ridurre il patrimonio culturale e storico motoristico ad una circolazione occasionale, solo per partecipazione ad eventi o per trasferimento presso officine, in occasione d’interventi di manutenzione e cura, significherebbe privare questo patrimonio della sua natura intrinseca legata alla libera circolazione e alla mobilità, destinandolo alla vendita all’estero ed all’estinzione insieme a tutti i soggetti economici diretti e dell’indotto, provocando danni sensibili all’economia locale e nazionale e generando nuova disoccupazione non trascurabile, a vantaggio dei paesi esteri europei e non.

Confidiamo che non vi sia una visione miope verso questi temi perché il vantaggio che s’intenderebbe perseguire sarebbe comunque nullo, dato lo scarso chilometraggio percorso, a fronte invece di un danno irrimediabile alla nostra economia, al nostro patrimonio ed alla nostra storia.

Alla luce di queste prima argomentazioni, le chiediamo di non escludere le nostre rappresentanze dai tavoli di discussione e in via principale di:
-Essere considerati interlocutori di dignità economica e sociale e di essere formalmente coinvolti nei tavoli di mediazione per i regolamenti attuativi;
-Sostenere queste categorie sociali, che dagli amanti della “topolino” per arrivare ai veicoli di maggior pregio, vedono eterogeneità e pluralità di estrazione e composizione, sostenendo anche tutta l’economia e l’occupazione collegata e in costante fase di

L’obiettivo che ci prefiggiamo, e la richiesta che le rivolgiamo, è di prevedere la deroga libera solo per i veicoli, auto e moto, aventi le caratteristiche di assoluta ragionevolezza, da noi stessi proposte come selettive e significanti di una vera passione culturale e di un uso veramente limitato ed ininfluente rispetto ai temi dell’ambiente e del traffico.

Le caratteristiche che le proponiamo per la deroga libera, come avviene nelle principali capitali europee, riguardano solo :

  • I veicoli di età uguale o superiore ai 30 anni;
  • Di trazione a motore termico (esclusi i diesel);
  • Selezionati, censiti e iscritti in appositi registri come ACI e gli enti riconosciuti dalla Legge e indicati dall’Art. 60 del Codice della “strada : ASI, Storico Lancia, Italiano FIAT, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI (ricordiamo che tali veicoli sono soggetti alle stesse verifiche di revisione dei veicoli moderni, sia per quanto riguarda la frequenza che le modalità).

Come noterà, i criteri altamente selettivi da noi proposti costituiscono motivo di assoluta garanzia contro qualsiasi forma di speculazione; infatti nessuno, se non per vera passione e conservazione storica, manterrebbe in custodia un veicolo che non può usare fino ai 30 anni, investendo in manutenzione e conservazione per certificarlo e mantenere la certificazione nel tempo, per poi lasciarlo ai bordi delle strade od usarlo per ragioni professionali.

Allo scopo di fornire un costante contributo, ai suoi uffici abbiamo già dichiarato il nostro impegno per l’eventuale assistenza necessaria e per mettere a disposizione le banche dati relative ai veicoli iscritti.

La informiamo infine che sarà nostra premura inviarle le adesioni che dovessero arrivarci a sostegno della nostra campagna di sensibilizzazione. Ringraziandola per l’attenzione che ci ha rivolto ed in attesa di un suo cortese riscontro, che ci auguriamo possa accogliere le nostre ragionevoli richieste, la salutiamo cordialmente.

Le Associazioni sottoscrittrici: ASI, ACI, FMI, Cmae, Registro Fiat Italiano, Registro storico Alfa Romeo.

 

Tutte le news di Ruoteclassiche
Categorie: News
Tags: cmae
Editoriale Domus SpA Via G. Mazzocchi, 1/3 20089 Rozzano (Mi)
Codice fiscale, partita IVA e iscrizione
al Registro delle Imprese di Milano n. 07835550158
R.E.A. di Milano n. 1186124 - Capitale sociale versato € 5.000.000,00
All rights reserved / Privacy / Informativa Cookie completa / Gestione Cookie